Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
Questioni di editoria
Una fiera del libro
sulle opere femminili
La lotta al patriarcato: cardine
del programma di Feminism
di Alessandra De Santis
Si è svolta a Roma dal 3 al 6 marzo, alla Casa internazionale delle donne, la sesta edizione di Feminism - Fiera dell’editoria delle donne, dedicata alle opere e al lavoro delle donne dell’editoria italiana. Il progetto è nato nel marzo 2018 grazie all’ideazione da parte di Anna Maria Crispino, Maria Palazzesi, Giovanna Oliveri, Maria Vittoria Vittori e Stefania Vulterini, che da anni si battono nella politica culturale e nel mondo dei libri. Il loro intento dichiarato è quello di valorizzare la produzione d’autrice, dando visibilità all’editoria indipendente di qualità, e di sostenere i luoghi delle donne quali spazi di libertà comune.
Tale iniziativa è stata mossa dalla necessità di puntare uno sguardo attento e libero sugli scritti di autrici nel vasto mercato editoriale italiano in cui, nonostante l’aumento della produzione femminile e della loro presenza in questo determinato settore, si corre sempre il pericolo di non lasciare spazio a voci diverse e significative, poiché i nomi di donne a emergere sono sempre una minoranza.
La fiera è una manifestazione nazionale annuale promossa dalle associazioni Archivia, Casa internazionale delle donne, Futura & sessismorazzismo e Leggendaria. Nei giorni dello svolgimento dell’evento vi sono stati un numero cospicuo di interventi e presentazioni che hanno creato un fitto programma ricco di dibattiti e luoghi di confronto.
Abbiamo avuto modo di soffermarci in passato più volte su questi temi così stringenti. In particolare, in due interviste alla “femminista storica” Fabiana Desogus vertenti la prima sul femminile che emerge nell’opera letteraria del pur apprezzato Andrea Camilleri e la seconda su come spesso siano anche le donne a sostenere inconsapevolmente il maschilismo che si insinua nella vita di tutti i giorni, spesso in modo subdolo e silenzioso. Da qui, sembra doveroso approfondire le tematiche principali che conformano Feminism.

La rivoluzione in Iran come lotta di tutte le donne
Nell’intervista curata da Maria Paola Fiorensoli per Il paese delle donne ad Anna Maria Crispino e Maria Vittoria Vittori riguardo la sesta edizione della fiera, Crispino sottolinea come Feminism, luogo di grandi orizzonti e passioni organizzato in collaborazione con case editrici di qualità quali Bertoni, Bompiani, Castelvecchi, Ensemble, L’orma, Nova Delphi libri e Ortica, si occupa principalmente di letteratura al femminile. Quest’anno è stata strutturata in giornate dedicate a specifici temi politici e culturali tenuti insieme da un’espressione, “rammendare il mondo, ricucire le vite”, che rimanda anche agli eventi che stanno sconvolgendo le vite di milioni di donne a causa dei regimi estremisti e delle guerre.
Maria Vittoria Vittori ha spiegato lo svolgimento dell’ultima giornata promossa dalla Società italiana delle letterate che è stata contrassegnata da un convegno dedicato al mondo della scuola, riconosciuto come corso di formazione per i docenti, con focus sulla classe come comunità in cui si forma il pensiero degli individui.

Dall’Iran alle scuole come avamposto sociale del pensiero critico
Le testimonial della sesta edizione di Feminism sono state le donne iraniane protagoniste di una rivoluzione culturale, politica e simbolica in un paese bloccato in una dirigenza politica ultrareligiosa che impedisce loro la libertà di istruirsi e lavorare. La fiera, dunque, è stata loro dedicata, perché quella che combattono è la lotta di tutte le donne.
Le tematiche affrontate hanno preso spunto da libri di narrativa e saggistica, partendo nella prima giornata dal focus sulle donne dell’Iran. Obiettivo dell’edizione di quest’anno è stato disegnare una mappa della letteratura sulla situazione politica e culturale odierna in Italia, in modo da palesare quanto sia forte il rischio di una retrocessione in molteplici diritti delle donne, motivo per cui la fiera Feminism ha svolto sin dalla prima edizione un ruolo di rilancio delle lotte femministe contro la minaccia di venire di nuovo silenziate. Si è parlato di forme della violenza, di cosa distingue le persone dai personaggi, delle guerre, delle memorie e della memoria in senso sia storico che singolare, nonché delle nozioni di sesso, genere, identità e, soprattutto, patriarcato.
In particolare, la giornata conclusiva ha evidenziato il pensiero che la scuola non svolga solo un ruolo tematico, ma sia l’avamposto sociale di ciò che accade nel paese dove bisogna mantenere una forte presenza critica e sociale. Con la partecipazione di 60 case editrici, oltre ad associazioni culturali da tutta Italia, la fiera ha svolto il compito di esprimere l’importanza delle strategie di convivenza che si devono sviluppare per poter arrivare a una completa parità di diritti nel mondo del lavoro editoriale, in cui la carriera delle donne viene considerata un caso eccezionale.

Contrasti sul tema della prostituzione
È necessario, tuttavia, menzionare la cancellazione di uno degli eventi programmati per domenica 5 marzo, intitolato “Sex Work/Prostituzione”, da cui si sono ritirate dalla discussione le scrittrici Giulia Garofalo Geymonat e Giulia Selmi, coautrici di Prostituzione e lavoro sessuale in Italia. Oltre la semplificazione verso i diritti (Rosenberg & Seller, pp. 232, € 16,00), Laura Schettini, autrice di Turpi traffici. Prostituzione e migrazioni globali 1890-1940 (Viella, pp. 184, € 22,00) e la moderatrice Enrica Rigo.
L’evento avrebbe dovuto svolgersi come un dialogo tra le autrici che sostengono la libertà individuale alla prostituzione in contrasto con le scrittrici del testo Sex work is not work (Ortica, pp. 180, € 14,00), che difendono le posizioni “abolizioniste” della prostituzione secondo il modello nordico che considera il compratore un abusante della posizione di dipendenza delle prostitute al pari degli sfruttatori e dei favoreggiatori.
A rendere spiacevole la discussione che ruotava attorno al dibattito ha contribuito il fatto che – come ha avuto modo di confermare Anna Maria Crispino a Micromega [1] – siano giunte intimidazioni anonime all’organizzazione della fiera stessa, che hanno evidenziato l’impossibilità di dar voce ad autrici che sostengono posizioni abolizioniste della prostituzione, in quanto cancellerebbe le vite di altre persone. L’annullamento necessario dell’evento, dunque, ha rappresentato una sconfitta per i principi alla base della fiera stessa.

Considerazioni finali
Percorrendo la mappa tracciata dalle organizzatrici dell’evento è possibile entrare in contatto con i temi attuali della riflessione e discussione femminista, non solo per quanto riguarda la posizione sociale e lavorativa delle autrici ed editrici italiane, che troppo spesso passano in secondo piano rispetto ai colleghi, ma soprattutto per il ruolo rivoluzionario e di lotta che a oggi innumerevoli donne di tutto il mondo si trovano a ricoprire per salvaguardare il diritto alla vita stessa, bersagli di violenze fisiche e istituzionali che tentano di spezzarne la volontà, provocando un’onda di ribellione che ha portato, in Iran, alla guerriglia nelle strade al suono del grido di battaglia “Donna. Vita. Libertà”.
In Italia, specialmente in questo clima di crisi dei valori costituzionali, in cui si avverte la minaccia di una retrocessione nell’ambito dei diritti conquistati dalle lotte femministe negli ultimi cinquant’anni, un evento come Feminism rappresenta l’ennesimo mezzo tramite cui le donne del nostro paese affermano la propria indipendenza e forza di spirito, organizzandosi in una rete nazionale che dimostra l’attualità della lotta al patriarcato nel 2023.

Alessandra De Santis

[1] https://www.micromega.net/fiera-feminism-cronaca-di-un-dibattito-mai-avvenuto.

(direfarescrivere, anno XIX, n. 207, aprile 2023)
 
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