Anno XXI, n. 234
settembre 2025
 
Un editore al mese
Homeless Book, una casa editrice
tra impatto cognitivo e innovazione
Libri come strumenti di accessibilità
e di formazione, inclusione e innovazione
di Ivana Ferraro  
L’esperienza editoriale di Homeless Book, attiva dal 1988 come progetto della cooperativa sociale Studioin3, rappresenta un modello paradigmatico di editoria di comunità.
Il catalogo, concepito non secondo logiche di mercato, ma come infrastruttura di equità cognitiva, si articola in svariate sezioni che rispondono ai bisogni educativi, formativi e relazionali.
Le aree dedicate alle scienze sociali, al benessere scolastico, alla genitorialità digitale e alla Comunicazione aumentativa alternativa (Caa) delineano un’offerta capace di coniugare rigore teorico e applicabilità pratica.
La forte attenzione al digitale e all’open access, insieme alla produzione di materiali didattici e laboratoriali, rafforza la funzione trasformativa del catalogo, che si configura come dispositivo di inclusione, giustizia epistemica e partecipazione sociale.
Il caso Homeless Book dimostra la possibilità di un modello editoriale replicabile, in cui il libro si afferma come processo cooperativo e strumento di innovazione culturale.

Una tassonomia orientata all’inclusione
La struttura del catalogo non replica i tradizionali “generi” o i segmenti di mercato; nasce invece da una riflessione sui bisogni educativi, sui contesti di apprendimento e sui registri comunicativi più adatti a includere soggetti e comunità plurali.
Questa impostazione genera una tassonomia funzionale – più che meramente descrittiva – nella quale ogni nucleo editoriale si misura con obiettivi formativi e con la trasferibilità dei saperi nella pratica quotidiana di scuole, famiglie, servizi e territori.

Scienze sociali e sviluppo locale: il ponte tra ricerca e intervento
La linea dedicata alle scienze sociali affronta temi come la cittadinanza attiva, la cooperazione, l’intelligenza artificiale e la governance dei territori con un approccio critico e multidisciplinare.
Qui il catalogo agisce come interfaccia tra produzione teorica e azione sociale: i volumi non si limitano a mappare fenomeni, ma modellano quadri interpretativi e strumenti operativi per le amministrazioni, il terzo settore e le comunità professionali.
L’effetto è duplice: da un lato, riduzione delle asimmetrie informative nella sfera pubblica; dall’altro, valorizzazione di pratiche partecipative che riannodino la ricerca, la policy e la cittadinanza.

Educazione e benessere scolastico: dalla teoria alla spendibilità didattica
L’area dedicata alla sezione Educazione e Scuola si distingue per la capacità di integrare cornici teoriche e protocolli d’uso, con delle ricadute immediate nella gestione della classe, nella prevenzione dei conflitti e nella progettazione inclusiva. Sia i titoli che i percorsi privilegiano metodologie attive, alfabeti emotivi e dispositivi di cooperazione, rafforzando l’empowerment professionale di docenti ed educatori.
Il valore del segmento risiede proprio nella “trasferibilità” di pratiche e strumenti, che riduce la distanza tra riflessione pedagogica e bisogni concreti della scuola reale, sempre che in quest’ultima sia rimasta quella dignità professionale che ben si addice ai divulgatori e formatori della conoscenza e del sapere essere e saper fare.

Genitorialità digitale e media education: alfabeti per l’era delle piattaforme
La parte inerente i media e la famiglia indaga l’impatto delle piattaforme digitali sulle relazioni educative, con un’attenzione specifica alla costruzione dell’identità online, alla sessualizzazione precoce e al governo dei confini tra controllo genitoriale e autonomia dei minori. L’opera esemplare Genitori social ai tempi di TikTok e OnlyFans (2024) rende visibile l’approccio interdisciplinare che incrocia psicologia, sociologia e pedagogia mediale, combinando il rigore argomentativo con dispositivi divulgativi (casi, testimonianze, box operativi) per facilitare l’uso in contesti educativi e consulenziali.

Comunicazione Aumentativa Alternativa: un cantiere pionieristico di accessibilità
Il nucleo Comunicazione aumentativa alternativa costituisce la sezione più innovativa del catalogo, con oltre sessanta titoli che rendono la lettura condivisa un dispositivo relazionale e terapeutico per quei bambini e quelle persone con bisogni comunicativi complessi. L’impianto progettuale adotta simboli Widgit e un linguaggio semplificato, ma soprattutto valorizza una griglia di progettazione su cinque assi – narrativa, sintassi, lessico, semantica, simbolizzazione – che guida coerenza testuale e accessibilità cognitiva. Tale griglia funge da “contratto comunicativo” tra autori, mediatori e destinatari, consentendo di calibrare la densità informativa, le strutture frasali e il carico inferenziale in base alle competenze di fruizione. L’accessibilità non è dunque un attributo formale, bensì un metodo di scrittura e di impaginazione semantica.

Esemplari di catalogo come dispositivi relazionali
Le riscritture simboliche di classici (Pinocchio, I tre porcellini, La gallinella rossa) e i titoli originali (Tiritera giornaliera, Valentino SenzaFretta, Spiegami come si fa in ospedale…, Zuppa di Coccole) mostrano come l’adattamento non si riduca a una semplificazione lessicale: esso riorganizza trame, macro-proposizioni e ancoraggi iconici per favorire predittività e agganci mnestici. In questo modo il libro CAA diventa un oggetto mediatore che sostiene attenzione congiunta, un turn-taking conversazionale e una regolazione emotiva, estendendo la lettura a pratiche di cura e inclusione nei contesti educativi e familiari.

Saggistica digitale e open access: l’equità come principio di formato
Oltre l’80% del catalogo è disponibile in ebook, spesso in open access o con soglie di prezzo contenute: una scelta che risponde a un criterio di giustizia nell’accesso e non soltanto a una strategia distributiva. L’adozione di EPUB accessibili – caratteri leggibili, corretta indicizzazione, descrizioni alternative delle immagini – e la compatibilità con screen reader indicano un’attenzione alla “usabilità cognitiva” del testo tanto quanto a quella tecnica, includendo la personalizzazione dei layout da parte dell’utente. Questa politica di formato estende il pubblico potenziale e riduce le barriere economiche, fisiche e sensoriali, favorendo delle pratiche di lettura situate e inclusive.

Formazione, laboratori e materiali: quando il libro diventa percorso
La componente laboratoriale – kit didattici, dispense operative, moduli per la formazione in servizio – esplicita la natura processuale del catalogo: le pubblicazioni sono pensate come inneschi di pratiche e come “estensioni” di apprendimento in contesti scolastici, bibliotecari e di comunità. Questo segmento stabilizza e produce delle alleanze formative (scuole, educatori della prima infanzia, bibliotecari) e traduce la materialità editoriale in sequenze esperienziali, favorendo la valutazione formativa e la circolazione di competenze tra pari. L’editoria, così, opera da architettura di pratiche condivise, non da repertorio statico.

Il catalogo come pratica culturale trasformativa
Considerato nel suo insieme, il catalogo di Homeless Book performa una “ecologia dei saperi” – per riprendere la formula di Boaventura de Sousa Santos – che coordina i saperi accademici, professionali e vernacolari, evitando con cura le gerarchie escludenti. La dimensione partecipata dei processi – relazioni con università, scuole, famiglie, centri educativi – rende ogni titolo un esito contingente di co-progettazione e al tempo stesso un dispositivo per attivare reti e competenze nuove. In questa prospettiva, il libro non è un prodotto concluso, ma un atto relazionale capace di ricombinare delle soglie di accesso, delle pratiche di lettura e delle forme di cittadinanza cognitiva.

Linee di replicabilità
Il “caso” Homeless Book mostra la replicabilità di un modello editoriale che salda ad un tempo la missione sociale e l’innovazione di formato, con una chiara governance orientata all’accessibilità e alla trasferibilità educativa. La forza del modello risiede nella continuità tra la progettazione, la produzione e l’uso sociale: una filiera breve della conoscenza che integra la ricerca, la disseminazione e la formazione. In tempi segnati da una polarizzazione informativa e una disintermediazione dilaganti, questo catalogo suggerisce come ripensare il libro come un processo cooperativo, accessibile e trasformativo, capace di produrre l’impatto misurabile sulle persone e sui contesti.

Ivana Ferraro

(direfarescrivere, anno XXI, n. 234, settembre 2025)
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