Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
Un editore al mese
Accesi i riflettori nel mondo dell’editoria:
Maristella Occhionero fa partire La Ruota
Scelte selettive e promozione del talento nella scrittura:
questi i cardini della direttrice rivelati nella nostra intervista
di Ernesto Carannante  
Ciò che colpisce immediatamente di Maristella Occhionero, nuova leva del mondo dell’editoria, è la voglia di mettersi in gioco e di rinnovarsi, inseguendo il sogno di diventare editore e accettando tutte le sfide del mercato editoriale odierno con grande entusiasmo. La Ruota edizioni (www.laruotaedizioni.it) è il nome che ha scelto insieme al poeta e scrittore romano, nonché suo compagno di vita, Antonio Contoli, per la sua nuova casa editrice, attiva a partire dallo scorso settembre.
I lettori più attenti della nostra rivista on line avranno notato che stiamo parlando di una professionista del settore che scrive da tempo per noi: Maristella, infatti, è stata prima stagista di Bottega editoriale e poi nostra attiva collaboratrice da circa due anni.
L’intervista che con grande piacere le abbiamo fatto e che vi riportiamo di seguito intende mettere in luce i meriti e le competenze che ha acquisito sul campo, ignorando intenzionalmente l’inevitabile conflitto di interessi. Perché promuovere la sua iniziativa significa soprattutto lodare l’entusiasmo e la passione che, prima di ogni altra cosa, l’hanno spinta a investire in un tale progetto e a credere fermamente nel suo lavoro.

L’intervista
Come mai ha deciso di iniziare quest’arduo percorso? Cosa l’ha spinta maggiormente?
È da una vita che avevo in mente di farlo. Si tratta di passione… principalmente di passione. Chiaramente, se dovessimo ottenere dei buoni risultati, potrei anche iniziare a vederlo come un lavoro vero e proprio, ma per il momento è più qualcosa che sognavo di realizzare da tempo.

Può parlarci della sua formazione e riassumerci brevemente quali sono state le tappe che hanno preceduto l’inizio di questa nuova attività?
Scrivo da quando sono piccola. Ho partecipato a concorsi letterari vincendone alcuni. Ho conseguito la laurea in Psicologia, quindi mi sono allontanata un po’ dal settore specifico, ma poi ho seguito dei corsi, fatto uno stage nella redazione di un giornale dedicato al cinema (35mm) e da due anni collaboro con Bottega editoriale. Ho cercato quindi di arricchire il mio curriculum vitae e soprattutto di imparare il “mestiere” prima di mettere in atto questo progetto.

Come mai proprio “La Ruota”?
È una cosa un po’ ironica. L’abbiamo scelta io e il mio compagno. Avete presente quando si attiva il cervello e si dice che “parte il criceto nella ruota”?

Dunque qual è il suo stato d’animo attuale?
C’era molta paura all’inizio, perché non potevo in alcun modo immaginare che risposta ci sarebbe stata da parte degli autori. Invece adesso che stanno arrivando gli scritti e che ci ritroviamo con un sacco di lavori da svolgere, devo dire che c’è davvero tanto entusiasmo.

Essendo una casa editrice nuova, come hanno fatto gli autori a sapere di voi per poi contattarvi?
A luglio ho aperto un gruppo su Facebook, all’interno del quale ho fatto sapere che a breve avrebbe preso vita il nostro progetto. Nel giro di poche settimane, con mia grande sorpresa, si sono “aggiunte” moltissime persone (oltre 300) che mi hanno letteralmente bombardata di messaggi. Ho detto loro che la casa editrice sarebbe stata operativa a partire dal primo settembre, ma hanno iniziato a mandarmi dattiloscritti sin da subito, soprattutto fantasy, romanzi e raccolte di poesie.

Quanti dattiloscritti le sono arrivati di preciso?
All’inizio di settembre già una trentina. Poi l’ondata si è un po’ calmata e adesso ne arriva mediamente uno a settimana.

Quanti ne avete scelti fino ad ora?
Per il momento solo tre. Siamo piuttosto esigenti. Esistono purtroppo delle case editrici che pubblicano quasi tutto ciò che viene proposto loro, ma noi preferiamo avere dei parametri più selettivi.

Seguite una linea editoriale precisa o siete aperti a proposte di ogni genere letterario?
Abbiamo già delle collane: una dedicata ai romanzi in generale e poi alcune specifiche per i vari generi narrativi: fantasy, noir, horror e gialli. Inoltre abbiamo deciso di dedicare un’intera collana esclusivamente alle raccolte di racconti, una alle poesie e una ai testi per bambini. Accogliamo dunque tutti i dattiloscritti da noi ritenuti validi che rientrano in questi generi letterari, escludendo a priori i saggi, che richiederebbero la collaborazione di esperti che al momento non possiamo permetterci.
Ovviamente siamo aperti anche a futuri sviluppi dal momento che molto dipende da quello che ci arriva da parte degli autori.

Ci parli di quelli che sono stati già scelti. Di cosa parlano e a quale genere appartengono?
Ci sono arrivati appunto numerosi fantasy, di cui, al momento, quattro sono in valutazione e uno solo è stato già scelto ufficialmente. Sarà infatti il primo di una saga da continuare e avrà come leitmotiv il dualismo tra il bene e il male, sviluppato e interpretato con una chiave di lettura molto poco ordinaria; si intitolerà La custode ed è stato scritto da una giovane autrice di Venezia, Yasodhara Leandri, che sta già lavorando al sequel. Il secondo che abbiamo scelto, Manuel a testa in giù, scritto da Monica Giuffrida, di Milano, è un testo per ragazzi che, pur affrontando un tema delicato e spinoso come quello del bullismo, lo fa in maniera molto intelligente e ironica. Il terzo, infine, è una raccolta di poesie molto raffinate ed evocative, scritte da una giovanissima poetessa tarantina, Maria Fusetti.

Che tipologie di autori la stanno contattando maggiormente? Scrittori esordienti o già consolidati?
In realtà abbiamo ricevuto proposte da parte di autori molto diversi tra loro: sia esordienti, come Maria Fusetti e Yasodhara Leandri, che con alle spalle altre pubblicazioni, come Monica Giuffrida. Non c’è una categoria che supera nettamente le altre.

Al momento, quindi, avete scelto solo donne?
Sì, solo donne. Ma si tratta di una mera coincidenza: la maggior parte delle proposte pervenuteci provenivano infatti da scrittrici. Contiamo di aggiungere al nostro catalogo anche libri scritti da uomini; non facciamo “discriminazioni” di questo tipo.

Chi sceglie i dattiloscritti che potranno essere eventualmente pubblicati?
Riguardo a questo aspetto sono stata estremamente fortunata, perché ho una cerchia di lettori volontari che mi stanno dando una mano e sono bravissimi. Mi compilano una scheda di valutazione e devo ammettere che lo fanno con una precisione e una meticolosità davvero ammirevoli. Quindi, mettendo insieme le valutazioni del comitato, le mie e quelle di Antonio Contoli, riusciamo a raggiungere un giudizio completo.

Queste schede di valutazione solitamente convergono o ci sono pareri molto diversi?
La maggior parte delle volte convergono. Forse sono solo io la voce fuori dal coro ogni tanto, ma tra di loro sono quasi sempre tutti d’accordo.

E quali criteri di valutazione adottate per la scelta?
Prima di tutto deve essere un testo scorrevole e il più corretto possibile. Siamo consapevoli del fatto che anche l’autore più accorto possa non accorgersi di alcuni errori sparsi all’interno del testo, ma un testo pieno zeppo non può andar bene. La trama deve avere una struttura sensata e compiuta (a volte ci mandano dattiloscritti che non hanno né capo né coda!). E poi devono mantenere alta l’attenzione del lettore: se di un testo consulto due o più schede in cui c’è scritto che è stata una fatica leggerlo e, dopo averlo letto, io stessa mi accorgo che è così, allora andrà scartato. Alcuni sono disposti, pur di pubblicare, a farsi stravolgere completamente il testo, ma penso che non abbia senso. Non siamo tutti scrittori e bisogna accettarlo.

E per quanto riguarda l’aspetto commerciale?
Le nostre analisi e le nostre esperienze ci inducono a pensare che il fantasy abbia un appeal non indifferente. Ma non abbiamo intenzione di muoverci in un’unica direzione; per questo abbiamo creato diverse collane.

Quando esce il primo libro?
Attualmente non abbiamo ancora una data certa, ma non dovrebbe essere più tardi di metà dicembre.

Se un autore decide di inviarvi un suo dattiloscritto, quanto tempo dovrà aspettare prima di ricevere la vostra valutazione?
Dipende molto da quanti altri ne abbiamo in coda da valutare. Comunque sicuramente più di un mese perché deve essere letto con attenzione da almeno cinque o sei membri del comitato di valutazione, oltre che da me, e tutto questo richiede tempo.

Che condizioni economiche mediamente state proponendo agli autori?
Inizialmente avevamo intenzione di partire con pubblicazioni completamente gratuite, e per far questo abbiamo tentato anche di mettere in piedi una campagna di crowdfunding attraverso il sito www.upspringer.com. Il risultato, purtroppo, è stato molto al di sotto delle nostre aspettative, perciò siamo stati costretti a chiedere agli autori di acquistare almeno venticinque copie con lo sconto del 30%. È un contributo davvero esiguo rispetto ad altre case editrici, ma mi aiuta almeno a pagare la prima stampa.

Com’è nata l’idea di raccogliere dei fondi?
Devo dire che una grande spinta l’ho ricevuta da alcuni contatti della mia pagina Facebook che mi hanno fortemente incoraggiata a farlo. In realtà ero abbastanza scettica all’idea che la gente donasse dei soldi per qualcosa del genere e ne ho avuto purtroppo la conferma.

E cosa offrite nello specifico agli autori che si rivolgono a voi?
Editing, impaginazione, stampa e una presentazione a Roma condotta da me e Antonio Contoli, con l’aiuto di un’attrice professionista, Barbara Petti, che si occuperà soprattutto delle letture; offriamo inoltre la pubblicità sul nostro sito, sui social network e sui blog letterari, e faremo di tutto anche per pubblicare recensioni e interviste sempre su blog o riviste di cultura. È poco ciò che chiediamo in cambio, ma ci sono state numerose “proteste”, perché gli autori sono stanchi di essere presi in giro da case editrici che chiedono ingenti somme di denaro per poi offrire pochi servizi, per giunta scadenti.

Quindi non avete pensato anche ad eventuali versioni ebook?
È qualcosa che abbiamo in mente, ma per il momento partiamo solo con la versione cartacea.

Parliamo ora delle problematiche burocratiche. Molti vorrebbero diventare editori: c’è da uscire matti o non è molto complicato?
Con una brava commercialista come quella che ho avuto io, Daniela Rossetti, non è così difficile. Ho avuto la fortuna che fosse anche mia amica, quindi è andata piuttosto bene. Mi ha saputo dare i giusti consigli e si è fatta carico della maggior parte delle cose. Forse l’aspetto più noioso è stata la registrazione del logo, che richiede una procedura abbastanza macchinosa prima di essere riconosciuto. Per il resto, ci ha pensato lei.

Ha potuto contare su altre figure professionali?
Sì, per la creazione del logo mi hanno aiutato due amici, Gian Lorenzo Piersigilli e Susanna Contoli, entrambi designer, mentre per il sito devo ringraziare un altro amico, Manuel Alterio, web designer.

Che distribuzione pensa di avere?
Abbiamo un distributore di Padova che si chiama “Cinquantuno” (www.cinquantuno.it). È collegato a molte librerie sparse in tutta Italia e alle più importanti del web. Da poco, inoltre, si serve anche di Facebook come canale di vendita dei libri.

E come funzionerà?
Di volta in volta faremo un piano diverso, soprattutto rispetto alle librerie fisiche. Mi hanno assicurato di portare il loro catalogo un po’ ovunque in Italia. Questo vuol dire che se l’autore è di Treviso, di Milano o di Agrigento non farà differenza.

Avete scelto già dove stampare?
Sì, dopo aver cercato ovunque e fatto mille preventivi, ho trovato una tipografia che fa i prezzi migliori e mi manda le prove a casa in modo che io possa controllare il risultato prima di andare in stampa.

In conclusione, perché un autore dovrebbe scegliere voi, un editore nuovo, piuttosto che qualcun altro?
Credo che quello che ha attirato molto l’attenzione sia stato il rapporto umano. Già nel gruppo Facebook gli autori mi hanno parlato tanto e abbiamo discusso su tantissimi aspetti dell’editoria. Direi che sono riuscita ad ottenere la loro fiducia, mostrando concretamente la mia disponibilità a confrontarmi con loro. Punto molto sul rapporto umano e ho ricevuto già delle conferme di quanto sia fondamentale in un lavoro come il nostro.

Ernesto Carannante

(direfarescrivere, anno XI, n. 120, dicembre 2015)
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