Anno XXI, n. 231
maggio 2025
 
Questioni di editoria
Una guida pratica
per chi ama scrivere
La scrittura senza più dubbi:
preziosi suggerimenti. Da Cdg
di Annalina Mesina
Una sorta di manuale tecnico, alla seconda edizione in meno di dieci mesi, ci viene proposto da Pergentina Pedaccini Floris, studiosa di letteratura e problemi del linguaggio, e da Patrizia Cotroneo Trombetta, studiosa di scrittura creativa. Una pratica guida per chi vuole imparare a leggere e scrivere senza dubbi e incertezze.
Le autrici si rivolgono non solo a chi ama scrivere, ma soprattutto a chi ormai ha superato la convinzione che per la stesura di un testo basti l’ispirazione. Leggere per scrivere (Centro di documentazione giornalistica, pp. 416, € 18,00), è stato concepito come una sorta di decalogo per governare, con regole pratiche, un testo letterario e non. Il libro si avvale dei contributi autorevoli di autori di grosso calibro come Errico Buonanno, scrittore e giornalista, Rita Cirio, critica teatrale, Giorgio Cortellessa, editore di “Edizioni associate”, Antonio D’olivo, giornalista inviato speciale della Rai, Dacia Maraini, nota scrittrice, Antonio Pacale, giornalista e saggista, Bruno Ricca, giornalista de Il Sole 24 ore, Filippo Tuena, scrittore romanziere, Giorgio Vasta, editor, Valeria Viganò, scrittrice giornalista e insegnante di scrittura.

Scrittura in teoria
Il testo si divide in due parti. La prima parte è quella teorica e illustra, con dovizia di particolari, la struttura di un testo narrativo, sia esso novella, racconto, romanzo o poesia, delineando le tecniche necessarie per rendere espressiva la narrazione, poiché la scrittura creativa non è libera ma si manifesta all’interno di una serie di regole che governano i vari generi letterari.
Le regole… queste sconosciute! Non dimentichiamoci mai che il testo letterario è una comunicazione che l’autore invia al lettore, al così detto “lettore modello”, come ben lo definisce Umberto Eco nel suo libro Lector in fabula (Bompiani) che il manuale cita in riferimento alla necessità che lo scrittore individui, per il proprio scritto, il “lettore implicito”, il quale sarà maggiormente in grado di capire il testo ed interpretarlo come l’autore vuole; in seguito verranno scelti il tipo di linguaggio e lo stile che si ritiene siano i più adatti per quel tipo di lettore. Queste sono considerazioni teoriche che naturalmente avranno un buon effetto se il libro andrà in mano al lettore previsto dallo scrittore.
Il manuale cita anche Italo Calvino di Se una notte d’inverno un viaggiatore…, in cui lo scrittore Flannery si domanda come soddisfare la lettrice che guarda dalla finestra mentre legge il suo libro. Quando scriviamo dovremmo pensare sempre a chi leggerà, sia esso un lettore implicito, virtuale o reale.
Un’ampia sezione è dedicata ai vari tipi di romanzo, del quale analizza il genere storico, poliziesco, giallo, noir, ecc., e al racconto che, anche trattandosi di un testo più breve del romanzo, ci permette di concentrarci maggiormente su diverse descrizioni in un profluvio di particolari.
Il manuale si dedica anche alla descrizione della fiaba e della favola, rammentando la difficoltà del cimentarsi in questi tipi di narrazione per via del tipo di pubblico al quale sono generalmente rivolti e, anche, a causa del fatto che il patrimonio fiabesco ha comunque un’origine remota: essendo stato tramandato oralmente, necessita di un complesso lavoro di costruzione dello schema compositivo.
In ultimo il libro dà indicazioni per affrontare altre tipologie di testo, non narrative, come l’intervista, la recensione cinematografica e teatrale e la sceneggiatura. Essendo necessaria una specifica conoscenza dei campi affrontati per questo genere di testi, il volume si limita a dare delle direttive sintetiche che servono, più che altro, come traccia.

Scrittura in pratica
La seconda parte di Leggere per scrivere è dedicata a consigli e soluzioni ai problemi più frequenti davanti ai quali si trovano gli scrittori che si cimentano nella stesura di un testo. In tal senso un valido aiuto possono essere i corsi di scrittura creativa, sempre più numerosi in Italia: essi cercano di fornire gli strumenti adatti a chi veramente ha capito che per scrivere servono pratica, regole e dedizione. Tanto è vero che i corsi vengono spesso chiamati “officine letterarie”: ormai lo scrittore ha capito che oggi il lettore è molto più attento ed erudito, di conseguenza bisogna saper usare tecniche di scrittura capaci di attirarlo.
Come si fa a scrivere? Bisogna avere e, laddove non la si ha, bisogna coltivare la capacità descrittiva. Essa deve ruotare attorno alla scelta dei particolari che daranno vita ed enfasi alla scena da rappresentare. La capacità descrittiva deve essere così intelligentemente allenata da suscitare emozioni nel lettore.
Il libro ci consiglia, prima di cimentarsi nella stesura di un pezzo, di costruire una trama. Per facilitarne la costituzione si può far ricorso alle 5 “W” del giornalismo: chi, che cosa, quando, dove, perché (who, what, when, where, why). Stabilita la storia da raccontare, occorre trovare un incipit accattivante, dal quale si snoda la vicenda. L’incipit più accreditato è quello che si presenta in maniera anacronistica, cioè in media res, vale a dire in piena azione. Diciamo che questo è uno stratagemma per incuriosire da subito il lettore.
E di stratagemmi, se così si possono chiamare, il volume ne illustra in grandi quantità.
Il manuale chiude con una compendiosa parte dedicata agli esercizi di laboratorio, illustrando un esempio di esercizio comune: la descrizione di un testo di uno scrittore famoso.

Il mondo dell’editoria
Le autrici, e a ragione, consigliano una revisione accurata del testo dopo averlo lasciato a «decantare» per un po’, questo il termine usato nel libro. La revisione è il momento più importante della creazione letteraria; a tal proposito sul manuale si fa riferimento a quanto dice Natalie Goldberg, autrice di Scrivere Zen, manuale di scrittura creativa: «un altro buon motivo per rileggere i nostri quaderni è che […] possiamo renderci conto di dove avremmo potuto spingerci oltre e non l’abbiamo fatto […] un mese dopo, rileggendo i nostri quaderni, possiamo riconoscere consapevolmente ciò che di buono abbiamo scritto».
Ultimate le correzioni, sorgerà il problema più serio: pubblicare. Come si fa, come riuscire a farlo? Anche se il testo pare pronto per essere presentato ad un editore, è consigliabile fargli fare un buon editing. Bisogna tenere a mente che presentando il testo ad una casa editrice, non si sta domandando se il libro è bello o meno, ma si sta chiedendo che sia commercializzato, immesso insomma nel mercato editoriale.
Il manuale si avvale di molteplici citazioni riguardanti il mondo dell’editoria e che fungono da consigli, ammonimenti e avvertimenti che spesso fanno pensare…
A Enrico Buonanno, vincitore del Premio “Calvino” nel 2001 con Piccola serenata notturna ed editor della casa editrice Marsilio, sono state fatte alcune domande alle quali ha dato risposte crude e pungenti.
«I romanzi che arrivano in casa editrice vengono letti per intero?». A questa domanda Buonanno risponde che in genere un editor è abbastanza intuitivo e che, in fondo, è come succede ad un qualsiasi attento lettore che, giunto ad un terzo o metà della lettura, è già capace di dire se un testo non piace.
A Giorgio Vasta, scrittore, editor e consulente editoriale per la “Bur”, docente di scrittura narrativa, è stato chiesto: «Potrebbe essere utile ad uno scrittore esordiente orientare la propria scrittura in direzione del tipo di richiesta editoriale?». «Del tutto inutile» è stata la risposta e, continuando: «Prima di tutto considererei imbarazzate una situazione nella quale un autore decidesse scientemente di modificare la propria scrittura nella direzione del gusto dominante o della moda narrativa del momento. In secondo luogo, dal punto di vista editoriale, chiedere a uno o più autori di conformarsi a questa specie di regola suggerita dal mercato sarebbe inverosimile anche da un punto di vista strettamente commerciale».

Manuale dei miracoli?
Questo manuale sembra nato apposta per le persone che, per motivi di lavoro o pura curiosità, vogliono carpire i segreti della scrittura per rendere il proprio testo efficace e godibile al lettore. Ormai scrivere non è solo ispirazione ma lavoro e dedizione, dove si scrive, rielabora e corregge fino a quando il testo è presentabile al pubblico di lettori.
Sono necessari metodo e regole per migliorare l’efficacia della propria scrittura e questo libro si consegna come uno strumento di lavoro, utile ed efficace.
Il titolo non è dato a caso: leggere e scrivere vanno di pari passo, per scrivere bisogna leggere, leggere in modo diverso, abbandonando la lettura passiva e abbracciando quella attiva. Per spiegare ciò, le autrici, utilizzano spesso esempi tratti da autori i quali fungono da modelli per argomentare il tema affrontato.

Annalina Mesina

(direfarescrivere, anno VII, n. 68, agosto 2011)
 
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