Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
Questioni di editoria
Le agenzie letterarie:
istruzioni per l’uso!
Servizi offerti e rischi da evitare
in un settore in rapida crescita
di Germana Luisi
«Nel giugno del 2002, mandai il manoscritto a New York, a un’amabile signora di nome Elaine Koster, un’agente letteraria. Mi chiamò in un caldo pomeriggio di luglio, e mi disse più o meno tutto ciò che Roya mi aveva ripetuto nel corso dei mesi precedenti. Entro la fine dell’estate aveva trovato un editore […]. Potete immaginare il mio sbalordimento di fronte all’accoglienza che il libro ha avuto in tutto il mondo. Quando avevo iniziato a scrivere, ero soltanto io il pubblico cui intendevo rivolgermi, perciò resto ancora strabiliato quando ricevo lettere dall’India, dal Sud Africa, da Tel Aviv, da Sidney, dall’Italia, da Londra, da parte di lettori che mi esprimono il loro entusiasmo». Sono le parole di Khaled Hosseini che, nella Prefazione del libro in questione, racconta che scriveva semplicemente per il gusto di “raccontarsi una storia” e a lui andava bene che fosse solo la moglie Roya a leggere quella storia. Gli bastava questo. Ma proprio Roya l’ha poi incoraggiato a proporlo a qualche agenzia letteraria. Come è andata a finire lo sappiamo tutti: oltre 15 milioni di copie vendute nel mondo. Il libro, l’avrete intuito, è Il cacciatore di aquiloni (Piemme edizioni).
Questa è una storia a lieto, anzi, a “lietissimo” fine – in effetti si tratta di un libro davvero emozionante – ma non tutti i lavori che finiscono nelle mani di agenti letterari hanno la stessa fortuna, anche perché non tutti hanno, per ovvie ragioni, il medesimo spessore. Tuttavia l’epilogo di Hosseini è il sogno comune a molti aspiranti scrittori. Cerchiamo di capire, dunque, come si insegue questo sogno.
Nel nostro paese il numero delle agenzie letterarie è cresciuto, soprattutto negli ultimi tempi, vertiginosamente; basta compiere una piccola indagine su Internet con un qualsiasi motore di ricerca o sfogliare l’elenco delle Pagine gialle per rendersi conto della considerevole presenza di queste.
Ma di cosa si tratta realmente? Quali sono le funzioni svolte e quali i principali servizi garantiti? E, poi, è tutto oro quello che luccica?
Sicuramente lo scopo principale di qualsiasi agenzia è la mediazione tra autore ed editore al fine della sottoscrizione di un contratto di edizione ma, al di là di questa funzione sostanziale, i servizi che possono essere offerti sono molteplici e non sempre uguali da agenzia ad agenzia.
In molti paesi, e specialmente negli Usa, la pubblicazione di un libro passa quasi necessariamente attraverso un’agenzia letteraria e queste ultime – a differenza del modello che si sta imponendo in Italia, e sul quale ci soffermeremo tra poco – seguono, propongono e rappresentano soprattutto scrittori affermati.

L’agente: anello tra autore ed editore
Numerosi sono gli autori sconosciuti che nel tentativo di inseguire un sogno, senza badare a spese (perché ovviamente ci sono dei costi e più avanti se ne accennerà), propongono il proprio lavoro all’agente letterario, confidando nella pubblicazione.
E già! Un fatto molto buffo se si pensa che mentre da un lato si parla dell’Italia come di un paese dove le statistiche confermano una scarsa lettura – soprattutto se paragonato ad una nazione come la Germania –, dall’altro lato pare che sia un paese popolato e addirittura sovraffollato da aspiranti scrittori.
Si legge poco, dunque, ma si scrive molto (e, soprattutto nell’ambito letterario, probabilmente troppo!). E a conferma di ciò scopriamo le scrivanie di molti editori letteralmente sommerse da dattiloscritti e testi di persone che, nel segreto cassetto dei sogni, custodiscono un’opera (particolarmente racconti, romanzi e poesie) che si augurano possa un giorno essere letta e poi pubblicata.
Questa tendenza, che è storica in paesi “letterari” come l’Italia, è cresciuta negli ultimi anni per via dei costi più bassi di composizione, ricerca e trasmissione dovuti, come è noto, alle nuove tecnologie informatiche e telecomunicative.
Il punto è che pochissimi editori riescono realmente a leggere ed esprimere un’opinione in merito alle tonnellate di pagine che ogni giorno arrivano da ogni parte d’Italia, soprattutto nel caso di testi letterari. È risaputo, infatti, che per comprendere la buona funzionalità di un saggio è possibile consultarne l’indice o leggerne le note, dunque il processo di valutazione potrebbe essere più veloce e sistematico rispetto ad un testo letterario che necessita, invece, di una lettura approfondita, scrupolosa e che richiede, dunque, un tempo e un impegno maggiori.
Inoltre, il più delle volte sono testi scritti male, sia nella forma che nel contenuto (per non parlare dell’editing!). Gli editori, da parte loro, spesso non si preoccupano neanche di avvisare, seppur con una risposta negativa, l’aspirante scrittore a causa della mole di lavoro. Solo raramente quest’ultimo vedrà recapitarsi a casa una lettera prestampata dove gli viene comunicato che lo scritto non è in linea con la politica editoriale della casa editrice o che al momento non si è interessati a quel tipo di pubblicazione.
Sono veramente pochi i casi nei quali l’autore “sconosciuto” riceve una risposta positiva dall’editore.
Ecco dunque che a rivolgersi all’agenzia letteraria è lo scrittore che spera in una maggiore visibilità presso un editore e che vuole avere almeno la certezza che il proprio lavoro venga letto attentamente da esperti del settore, anche se questi lo giudicheranno inadeguato. Se non altro si metterà l’anima in pace!
La funzione principale di un’agenzia consiste nella lettura del testo pervenuto. Si tratta, ovviamente, di una fase delicata che richiede specifiche competenze. Vediamone le principali.
Oltre ad avere una perfetta conoscenza della lingua italiana, l’agente deve conoscere approfonditamente il mercato editoriale, per poter eventualmente capire se e in che modo quel tipo di lavoro – al di là dell’intrinseco valore del testo – potrebbe collocarsi all’interno di questo e, dunque, essere commercialmente appetibile anche per l’editore (che, non guasterà ricordarlo, non è un benefattore scialacquatore dei capitali dei propri azionisti ma è un imprenditore della cultura che deve erogare dividendi e stipendi).

L’analisi contenutistica e formale
In genere, dopo la lettura del dattiloscritto, si procede alla stesura di una scheda di valutazione da consegnare all’autore.
Si tratta di un’analisi, più o meno dettagliata, del testo, dove si esprime un giudizio critico e interpretativo. Prima di tutto si valuta la forma, quindi la sintassi, lo stile di scrittura, la lingua e la struttura narrativa.
L’autore, in questo modo, potrà capire se i periodi sono fluidi o meno, se ci sono frequenti errori grammaticali, se sta facendo uso di una lingua troppo costruita, aulica, ricercata o troppo scarna.
Dopo la valutazione prettamente formale ne segue una contenutistica: si tratta – rimanendo sempre nell’ambito letterario – dell’analisi della trama, delle vicende e dei personaggi. Molto spesso gli esordienti non lavorano molto sulla congruenza degli episodi, rischiando spesso di cadere in gravi errori; oppure capita che i personaggi creati non assumano un carattere peculiare, ma restino tutti uguali tra loro e senza una personalità distintiva.
Dulcis in fundo, la valutazione di marketing e commerciale: bisogna essere sicuri che quel tipo di lavoro rispetti il gusto del pubblico in quel preciso momento e che possa collocarsi facilmente all’interno del mercato editoriale.
In questo modo l’agenzia letteraria garantisce prima di tutto un lavoro di consulenza editoriale. Nella maggior parte dei casi i testi pervenuti non sono pubblicabili (o, per meglio dire: non hanno un mercato autonomo), ma può capitare che un lavoro sia particolarmente interessante da suscitare la valutazione positiva dell’agente che decide quindi di presentarlo ad un editore.
L’editore, che pure – come abbiamo accennato – non riesce solitamente a “gestire” l’impatto delle decine, centinaia, migliaia di dattiloscritti che gli giungono annualmente (il ragionamento vale, rispettivamente per un piccolo, medio e grande editore), leggerà, invece, con molte maggiori probabilità, un testo che proviene da un’agenzia con la quale ha già dei buoni contatti o un’agenzia conosciuta per la serietà e la professionalità con cui lavora. Non è affatto detto, come appare ovvio, che l’editore si adeguerà a quanto evidenziato dall’agenzia, anche perché ognuno ha una propria sensibilità o specifiche strategie di mercato, ma – è certo – il testo pervenuto ben difficilmente rimarrà a “prender polvere”.
Quello dell’agenzia è dunque un lavoro estremamente delicato e bisogna essere doppiamente lungimiranti. Prima di tutto bisogna saper riconoscere un testo effettivamente meritevole di pubblicazione e che potrebbe collocarsi bene in uno specifico settore del mercato editoriale; poi è necessario conoscere approfonditamente il maggior numero di case editrici, relative collane e pubblicazioni per poter proporre all’editore giusto (per caratteristiche intrinseche e per strategie commerciali) lo scritto.
Un altro servizio offerto dalla maggior parte delle agenzie, direttamente collegato al lavoro di valutazione, è l’editing, ossia il lavoro di pulitura del testo, sia per quello che concerne la grammatica che il contenuto.
A volte per un testo si rivela opportuno operare tagli, modificarne alcune parti, integrarle e/o correggerne altre. In questo modo l’autore potrà affidarsi a persone esperte che cercano, con uno sguardo obiettivo, di perfezionare il lavoro mettendone in evidenza i punti di forza e intervenendo per migliorarne i punti deboli.
La scelta di presentare il lavoro ad un eventuale editore spetta sempre all’agente letterario.

Tariffe e truffe
Ovviamente tutti i servizi sopra elencati hanno un costo (spesso impegnativo!), e in genere ogni agenzia adotta tariffe e modalità di pagamento differenti. In linea di massima il prezzo per la sola valutazione di un inedito letterario può variare dai 200,00 ai 400,00 euro. Non tutte le agenzie fanno rientrare all’interno di queste cifre, qualora il testo risultasse meritevole di pubblicazione, anche il servizio di promozione e rappresentanza: molto spesso si richiedono dei costi aggiuntivi.
Purtroppo, come avviene spesso altrove, anche in questo campo bisogna stare attenti a chi chiede cifre esorbitanti oppure promette interventi di promozione editoriale inesistenti.
È vero che il numero delle agenzie è in crescita, ma non bisogna credere che tutte siano serie e valide. Prima di rivolgersi a una di esse, perciò, sarebbe opportuno informarsi bene al riguardo, capire con quali case editrici sono solite lavorare. Bisogna anche valutare che, se l’agenzia seria non è, dice di aver lavorato un testo ma poi non lo presenta all’editore accampando la scusa che il testo non è, a suo avviso, adatto alla pubblicazione. Il che sarebbe anche legittimo, in linea teorica, in quanto non si può obbligare un’agenzia a proporre un testo nel quale non crede (e che probabilmente non è riuscita – nonostante tutto – a rendere adatto ai propri crismi di “presentabilità”). Ma legittimo non è più quando accade (e accade…) che questo tipo di “agenzie-truffa” fanno semplicemente finta (dietro compenso economico) di analizzare il testo e poi, con un certo automatismo, lo rigettano.
Dunque i romanzi, i racconti e le poesie, dopo essere passati dalle agenzie, continuano a restare chiusi nel cassetto dei sogni e gli aspiranti scrittori si trovano a spendere un mucchio di soldi per portare a casa una completa scheda di valutazione… ma anche l’ennesima delusione.
Tuttavia, lo si sarà compreso, ma è bene chiarirlo, soprattutto a beneficio dei giovani e dei meno esperti: l’agenzia non è affatto l’unica via per farsi notare da un editore. La strada dell’invio diretto, difatti, non è per nulla da scartare a priori.
Ma, si metta ben in conto che un autore che non è già conosciuto e/o che non propone un testo commercialmente “forte” difficilmente verrà preso in seria considerazione dagli editori. E che, se riuscirà ad ottenere un contratto, questo sarà certamente assai più svantaggioso (e con rischi di “trappole”, tese da editori con pochi scrupoli) rispetto a quello che otterrebbe con l’aiuto di una seria agenzia. E, infine, che ben difficilmente avrà quei servizi iniziali (editing e Paratesto) e finali (marketing e recensioni) che un’agenzia letteraria, se seria e se capace, può garantire.
Nessuna rassegnazione, però! Chi crede nella propria scrittura non deve assolutamente arrendersi ma può provare comunque a seguire con fiducia (ma mai cieca!) le agenzie. Se serie e valide potranno certamente essere utili, principalmente per una consulenza dettagliata, mirata e qualificata, anche nell’offrire supporto all’autore per l’interpretazione e la valutazione degli aspetti contrattuali proposti dalle case editrici. Nella peggiore delle ipotesi, gli autori si vedranno recapitare indietro un dattiloscritto con (si spera!) meno errori e qualche consiglio in più.

Germana Luisi

(direfarescrivere, anno VI, n. 50, febbraio 2010)
 
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