Anno XX, n. 220
maggio 2024
 
Questioni di editoria
Crisi del laureando?
Chi ne soffre di più…
…i professori o gli studenti?
Guida “di parte” edita da Gedit
di Elisa Calabrò
Arriva prima o poi per tutti gli studenti universitari il fatidico momento di discutere la propria tesi e conquistare il tanto agognato titolo!
«Dottore», «Dottoressa»; si apre finalmente un capitolo nuovo della propria vita. Non sempre tuttavia questo passaggio è vissuto in maniera positiva, spesso è accompagnato da ansia e da qualche crisi esistenziale: una volta laureati, infatti, si presume che sia necessario “assumersi le proprie responsabilità”, “fare i seri” e “mettersi a lavurà”!
Tra università disastrate e coinvolte in accuse di corruzione, mondo del lavoro precario e crisi economiche internazionali, effettivamente è facile che passi l’entusiasmo per quella che una volta era la tappa conclusiva di un percorso finalizzato, quasi sicuramente, a un lavoro stabile e a uno stipendio decente. Lo studente medio è, ad oggi, abbastanza “vaccinato” contro la lentezza burocratica, l’inafferrabilità del docente-barone, l’inconcludenza di tanti, troppi, programmi d’esame e arriva all’ultimo step della sua carriera universitaria preparato ad affrontare il peggio. Così non la pensa Massimo Bustreo, autore di un manualetto, Scrivere e argomentare. Guida alle tesi di laurea (Gedit edizioni, pp. 124, € 15,00), che si prefigge l’obiettivo di fornire agli studenti le indicazioni necessarie per affrontare serenamente e con profitto il lavoro di redazione della tesi di laurea (oggi più spesso intesa come “elaborato finale”).

Dietro la cattedra
Fin dalle prime pagine, si palesa quale sia stato lo stimolo principale che ha spinto l’autore a scrivere questo libro: Bustreo sta dall’altra parte della cattedra, ha avuto a che fare con moltissimi laureandi e, nella sua intensa esperienza, si è confrontato con studenti e studentesse non sempre brillanti – da quanto si evince dalle spiritose Faq inserite tra un paragrafo e l’altro per strappare un sorriso e ammonire i lettori dal formulare domande altrettanto inutili e inappropriate –, è facile intuire, dunque, quale sia l’attitudine generale con cui si rivolge ai lettori-aspiranti laureandi.
L’impianto del libro-manuale è molto efficace e concreto ed è diretto a fugare dubbi e perplessità sulle questioni più rilevanti: tempistica, definizione dell’argomento, scelta del relatore, ricerca del materiale, uso delle fonti, redazione del testo, “trucchi” e accorgimenti per scrivere bene.
Si avverte una sorta di velata, implicita difesa della categoria: “il Professore” è oberato dagli impegni accademici, “il Professore” deve partecipare a molti convegni, “il Professore” è impegnato a scrivere un importante contributo per una rivista scientifica, “il Professore” saprà sempre guidarti sulla strada giusta, dunque tu, studente, cerca di leggere questo manuale e di apprendere al meglio le regole d’oro per scrivere un’ottima tesi e dare pochi fastidi al tuo relatore.
Senza voler esagerare sul versante opposto, forse sarebbe meglio riconoscere un po’ più di autonomia e di capacità a studenti e studentesse che si accingono a realizzare il loro primo vero lavoro di produzione intellettuale, e non limitarsi solamente a presentare una sfilza di esempi negativi di studenti incapaci di scrivere una email, del tutto ignari delle procedure burocratiche che regolamentano le università italiane e scarsamente inclini a leggere e ad informarsi per realizzare una tesi degna di questo nome.

Con chi mi laureo? Su cosa? Perché, mi laureo? Mi laureo!!
A prescindere dall’impostazione più o meno condivisibile scelta dall’autore, la guida di Bustreo si divide in otto capitoli che presentano in modo esaustivo i diversi “passi” da compiere per redigere un buon elaborato finale. Il primo capitolo è l’unico “teorico”, presenta infatti i diversi tipi di laurea (con un certo rimpianto per quelle del vecchio ordinamento) e sintetizza in Cinque regole d’oro le indicazioni fondamentali: Gestire l’ansia da «crisi del laureando», Prendersi per tempo, Scegliere un argomento che risponda ai propri interessi, Occuparsi di materiale reperibile e maneggiabile, Scegliere il professore giusto.
Gli altri capitoli costituiscono nell’insieme un vero e proprio vademecum, con istruzioni pratiche e dettagliate, da consultare prima di “chiedere” la tesi al relatore. Consigli, schede da compilare, volendo, sullo stesso libro, riquadri esplicativi, fac-simile di bibliografia e schede di lettura. Tutti strumenti utilissimi per orientarsi e affrontare l’arduo compito di scrittura, che forse però possono sembrare un po’ scontati per chi non si trovi allo «stesso livello degli orsi», per usare l’espressione più usata dall’autore nel far riferimento a certi suoi studenti.
Il punto di forza del libro è sicuramente il terzo capitolo, incentrato sulla ricerca del materiale; i suggerimenti che Bustreo dà nel corso di questo capitolo, infatti, se seguiti con attenzione, permettono di superare la fase più difficile del lavoro di tesi senza troppi problemi e con sicuro profitto. Un’altra parte di grande utilità è quella relativa alla stesura dell’elaborato: l’autore propone un preciso «piano di lavoro» che, a partire dall’indice, permetta di organizzare il materiale in maniera coerente, chiara ed efficace per un buon risultato finale.
Vengono analizzati tutti i dettagli: dalle pratiche da sbrigare in segreteria alla richiesta di libri in prestito in biblioteca, dalla ricerca di un buon argomento alla revisione del testo, dalla compilazione di una scheda di lettura alla redazione della bibliografia. Il tutto con qualche puntata umoristica che alleggerisce sicuramente la tensione che accompagna il laureando fino alla proclamazione.
Nonostante le utili informazioni, però, non ci convince il fatto che l’autore consideri una rarissima eccezione gli studenti dotati di acume e capacità critica e si rassegni a dover parlare ad un popolo di “analfabeti di ritorno” che, nel mondo ipertecnologizzato e nell’epoca delle community virtuali, ha bisogno di istruzioni persino per scrivere una email. Ma forse questa è l’opinione “di parte” di chi si è laureato solo tre anni fa…

Elisa Calabrò

(direfarescrivere, anno V, n. 40, aprile 2009)
 
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