Anno XX, n. 218
marzo 2024
 
Questioni di editoria
La maiuscola o no?
Come destreggiarsi
Tra geografia e storia, università
e festività, ecco i nostri consigli
a cura di Sandra Migliaccio
Questa nuova puntata del nostro “viaggio” nelle regole redazionali dell’editing continua a “studiare” il problema dell'uso corretto delle maiuscole e delle minuscole. Maria Gulino ci porta, questa volta, a considerarne l'utilizzo nei comparti dell'area geografica e antropologica, delle discipline dei variegati ambiti scolastici, delle istituzioni, delle cariche professionali, come pure ancora di nomi di piazze, vie, ecc. alla ricerca di un criterio per comprendere quando è il caso di usare le maiuscole, quando le minuscole.
La regola di fondo rimane sempre la stessa: scindere i nomi propri da quelli comuni e, di conseguenza, scrivere con l'iniziale maiuscola i primi, totalmente in minuscolo i secondi. Con un po’ di attenzione e intuito è semplice fare la distinzione. Nostro interesse è quello di riuscire a spiegare quando un sostantivo comune diventa proprio, e in quali contesti invece rimane tale.
Talvolta, infatti, gli stessi termini vengono elevati a nome proprio in situazioni particolari. Di seguito, entreremo nei dettagli.

S. M.

2.9 Geografia e antropologia

2.9.1 Luoghi geografici

Regola
«I termini comuni dei luoghi geografici vanno con l'iniziale maiuscola quando costituiscono parte integrante del nome geografico. In caso contrario, il nome comune andrà interamente in minuscolo».

Commento
La regola è coerente con l’impostazione di fondo: tutti i nomi propri hanno l’iniziale maiuscola; pertanto, quando il nome comune (sostantivo o aggettivo), inserito in un determinato contesto, diventa parte integrante e indivisibile del nome proprio, inizierà anch’esso in maiuscolo perché, accompagnato dall’aggettivo che lo determina, diventa parte integrante della dicitura.
Scriveremo allora Monte Bianco, Monte Rosa, Lago di Garda, Mar Nero, Isola d’Elba, Africa Meridionale, Russia Bianca. In questi casi non potremmo infatti indicare lo specifico luogo geografico senza il termine comune; non si potrebbe cioè dire: il Bianco, il Rosa, il Garda, il Nero. Ma diremo monte Amiata, monte Cervino, vulcano Etna, lago Trasimeno, isola di Sardegna, mare Adriatico, perché ciò che contraddistingue il luogo geografico è un nome vero e proprio, diverso da quello comune. In questo secondo caso potremmo infatti dire: l’Amiata, il Cervino, l’Etna, il Trasimeno, la Sardegna, l’Adriatico.
Riguardo agli aggettivi che concorrono a costituire il nome proprio geografico, anche per essi vale la regola dell’iniziale maiuscola: esempi sono Africa Meridionale o Russia Bianca.

2.9.2 Punti cardinali

Regola
«I punti cardinali cominciano sempre in maiuscolo quando indicano un territorio o fanno parte di un nome indicante un territorio, in minuscolo se indicano una direzione geografica».

Commento
Nel primo caso, individuando una specifica regione geografica, andranno trattati come nomi propri e avranno, pertanto, l’iniziale maiuscola. È il caso ad esempio di: Irlanda del Nord, Polo Nord/Sud, Sud della Cina, zona Ovest della Tunisia, Mezzogiorno d’Italia.
Se il territorio di cui si parla è composto da due punti cardinali, entrambi andranno in maiuscolo divisi dal trattino, dunque: Nord-Est, Sud-Est o Nord-Ovest. Ma se si vuole indicare una regione dalla forte identità (storica o politica) scriveremo un unico nome non separato dal trattino, come il Nordest italiano.
Quando, invece, il punto cardinale serve esclusivamente a indicare una direzione geografica, andrà in minuscolo, trattandosi di un nome comune. Scriveremo pertanto: la strada prosegue verso nord per due chilometri, la zona è a sud di quel lago.

2.9.3 Entità geopolitiche

Regola
«I nomi di entità geopolitiche hanno l’iniziale maiuscola, e se composti da più termini tutti i termini (anche quando siano aggettivi) incominciano in maiuscolo».

Commento
La ratio è sempre la stessa: individuando una specifica entità geopolitica, essi vanno considerati come nomi propri e quindi scritti con l’iniziale maiuscola.
Scriveremo pertanto Unione Europea, Unione Sovietica e Stati Uniti d'America. A tal proposito, per quanto riguarda i popoli e le posizioni geografiche, si faccia attenzione a non confondere la Russia con l’Unione Sovietica (e, di conseguenza, i russi con i sovietici). Durante il periodo di esistenza dell’Unione Sovietica (1922-1991), si scriverà, appunto, sovietici (la Russia esisteva, ma era compresa all’interno dell’Urss e quindi non era indipendente, al pari di Ucraina, Bielorussia, Kazakistan ecc.). Dopo, invece, con la nascita della Federazione russa, si può parlare correttamente di russi, che si distingueranno, anche da un punto di vista geopolitico, da ucraini, bielorussi, kazaki, ecc.
Un ragionamento analogo vale per Regno Unito, Gran Bretagna e Inghilterra, i quali hanno una identificazione precisa in base alle differenti connotazioni geografico-politiche. Di conseguenza i britannici sono gli abitanti della Gran Bretagna, gli inglesi sono gli abitanti della sola Inghilterra. Per completezza, ricordiamo che la Gran Bretagna è costituita da Galles, Inghilterra e Scozia e che il Regno Unito è formato da Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Lo stesso discorso vale ovviamente per Usa e America e quindi per i corrispondentistatunitensi e americani.
Il termine paese si scrive in minuscolo, sia che indichi un comune (Bormio e Rovereto sono paesi), sia che indichi una nazione (l’Italia). Quando il termine paese è presente all’interno di una denominazione per antonomasia (ad esempio, il Belpaese) si usa l’iniziale maiuscola perché è come se si facesse riferimento ad un nome proprio.
Riallacciandoci all’esempio precedente di Repubblica Cisalpina, bisogna porre particolare attenzione nei casi analoghi in cui l’aggettivo ha carattere distintivo e pertanto, essendo considerato come parte integrante del nome proprio, va scritto con l’iniziale maiuscola. Questo accade soprattutto per i casi storici, cioè per nomi di stati, ducati, repubbliche e in generale entità politico-amministrative che sono esistite nei secoli precedenti. Si possono fare vari esempi: in primis, le varie repubbliche sorte in Età napoleonica, tra cui, oltre alla succitata in quello precedente: Repubblica Cispadana, Repubblica Ligure, Repubblica Transpadana, Repubblica Romana, ecc. Altri esempi sono: Sacro Romano Impero, Stato Pontificio, Provincia Borgognona.

2.9.4 Popoli e gruppi etnici

Regola
«Per i popoli e per i gruppi etnici si usa in genere l’iniziale minuscola, ma è opportuno l’uso della maiuscola nel caso di popoli fortemente storicizzati o non più esistenti, o, ancora, esistenti ma indicati, tanto tempo fa, con altri nomi».

Commento
Questa scelta deriva dalla tendenza, oggi sempre più diffusa, a utilizzare il meno possibile le maiuscole in un testo, per evitare di “appesantirlo” troppo.
Scriveremo allora francesi, italiani, spagnoli, tedeschi. In fondo, si tratta di termini che indicano la “comune” denominazione di una popolazione. Ma scriveremo in maiuscolo i popoli storicizzati, ossia quelli antichi (i Greci in contrapposizione agli attuali greci) o quelli non più esistenti (Aztechi), o, ancora, quelli esistenti con altri nomi (Persiani, oggi iraniani). E ancora: Ateniesi, Babilonesi, Ebrei, Franchi, Galli, Romani, Sumeri, Visigoti, Mori, ecc., perché popoli storicizzati, aventi quindi una rilevante valenza storica.
Bisogna, però, fare attenzione ad alcuni di questi nomi. A volte, infatti, possono essere utilizzati anche per fare riferimento agli abitanti di alcune città (ad esempio, i romani abitanti di Roma) oppure per indicare coloro che professano una determinata religione (gli ebrei). Un criterio da considerare per stabilire in quali casi vada utilizzata l’iniziale maiuscola e in quali altri si debba scrivere in minuscolo è il criterio temporale. Bisogna dunque far riferimento al contesto in cui si inserisce il nome di popolo. Se si tratta di un contesto storico, l’iniziale andrà maiuscola; se si fa riferimento alla contemporaneità, l’iniziale sarà minuscola.

Scriveremo dunque:

I Romani conquistarono gran parte dei paesi del Mediterraneo.

Ma

I romani parlano un dialetto assai caratteristico.

E ancora:

Gli Ebrei attraversarono il Mar Rosso.

Ma

La maggior parte degli ebrei mangia carne kosher.

2.10 Scuola e università

Regola
«I nomi delle scuole iniziano in maiuscolo e, se seguiti dalla denominazione propria, quest’ultima andrà scritta tra le virgolette alte (eventuali altri nomi comuni presenti nell’indicazione della scuola andranno in minuscolo).
Nelle denominazioni degli atenei il termine “università” avrà l’iniziale in maiuscolo: quando il termine è indicato genericamente si scriverà in minuscolo».


Commento
Siamo in presenza di denominazioni ufficiali e, per questo, utilizzeremo l’iniziale maiuscola. Infatti, i nomi quali istituto, liceo, scuola, università, diventano propri nel momento in cui indichiamo un determinato istituto. Se diciamo ad esempio Istituto d’arte di Rimini ci riferiamo, appunto, a quel determinato istituto, e non a un istituto qualsiasi; stessa cosa se indichiamo, accanto al generico liceo classico, istituto o università, la denominazione ufficiale (“Giuseppe Parini”, “La Sapienza”, ecc.).
Scriveremo allora Istituto tecnico industriale di Vicenza, Liceo classico statale di Siracusa, Liceo di Caltagirone, Scuola media “Dante Alighieri” . E ancora, Università commerciale “Bocconi”, Università degli studi di Camerino, Università della Calabria, Università di Teramo, Università “La Sapienza” di Roma.
Diremo: l’università di Milano quando vorremo indicarla genericamente, ma l’Università statale di Milano quando vorremo indicarne il nome ufficiale.

2.10.1 Facoltà e dipartimenti

Regola
«I nomi di facoltà e dipartimenti hanno l’iniziale maiuscola quando non siano indicati genericamente; nella forma nome+aggettivo inizia in maiuscolo solo il nome».

Commento
La ratio è quella espressa nella regola precedente. Le facoltà sono tante, pertanto sono “comuni”, ma quando consideriamo la singola facoltà, per esempio quella di Lettere, ne stiamo indicando una determinata, e il nome da comune si trasforma in proprio.
Scriveremo allora Facoltà di Scienze politiche, Facoltà di Lettere e Filosofia, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Facoltà di Scienze dell’educazione, Dipartimento di Studi storici europei, Dipartimento di Chimica, Dipartimento di Analisi geopolitica del territorio. Scriveremo invece le facoltà di Filosofia in Italia, quando vorremo riferirci a quel tipo di facoltà in modo generico.
Il sostantivo che indica il campo specifico della facoltà, talvolta, presenta la dicitura nome+aggettivo. Il primo inizierà in maiuscolo, ma il secondo, che serve a qualificare il nome, sarà minuscolo. Quindi nel caso di Facoltà di Scienze politiche, il termine che contraddistingue la facoltà è, appunto, Scienze (invece politiche serve da supporto al nome proprio).

2.10.2 Discipline

Regola
«Le discipline vanno in maiuscolo se indicano la materia di insegnamento o di studio, in minuscolo in tutti gli altri casi».

Commento
L’eccezione è giustificata dal fatto che la materia di insegnamento e/o di studio indica un campo specifico e ben delimitato, e pertanto va trattata alla stregua di un nome proprio.
Scriveremo dunque sul diritto si regge la struttura istituzionale di uno stato, e ancora, la filosofia insegna a conoscere se stessi. Ma si scriverà docente di Letteratura italiana; professore ordinario di Politica comparata; dottore di ricerca in Filologia romanza.

2.11 Cariche professionali e istituzionali o dignità religiose

Regola
«I termini comuni indicanti cariche professionali e istituzionali o dignità religiose iniziano in minuscolo anche quando accompagnati dal termine che ne delimita le competenze».

Commento
Riferendoci dunque a cariche istituzionali o politiche scriveremo ministro della Sanità, presidente della Repubblica, sottosegretario alla Presidenza del consiglio, o, nel mondo ecclesiastico, sottosegretario della Pontificia commissione e ancora maggiordomo del Sacro palazzo, dove il termine generico, anche citato in casi particolari e specifici, è scritto interamente in minuscolo, proprio perché non si tratta di nome proprio, ma appunto comune.
Riferendoci a cariche professionali scriveremo ingegnere, avvocato, dottore, segretario, impiegato. Riferendoci a dignità religiose diremo per esempio vescovo, rabbino, mullah, ecc.
Ugualmente adotteremo la stessa regola per i titoli onorifici (cavaliere del lavoro) e per le cariche militari (generale).

2.12 Nomi di vie, piazze, edifici e monumenti

Regola
«I termini come via, piazza, largo, ecc., salvo nelle denominazioni straniere, che richiedano la maiuscola, andranno scritti con l’iniziale minuscola. I nomi di edifici e monumenti iniziano invece, anche se composti da più termini, in maiuscolo».

Commento
I termini quali via, piazza, largo, sono generici e comuni: si scrivono, pertanto, con l’iniziale minuscola anche quando accompagnati dal nome proprio. Si tratta infatti di denominazioni che vengono specificate solo dal nome che li segue. Scriveremo allora piazza Mazzini, via Roma, largo Cavour.
Nelle denominazioni straniere, e particolarmente in quelle anglosassoni, manteniamo, però, l’iniziale maiuscola in quanto il nome comune diventa parte integrante di quello che contraddistingue la zona specifica: quindi Trafalgar Square, Carnaby Street e Washington Square.
I nomi di edifici e monumenti devono essere riportati con l’iniziale maiuscola, perché il nome comune, accompagnato dall’aggettivo che lo determina, diventa parte integrante della denominazione e di conseguenza si trasforma in nome proprio. Esempi: Palazzo Firrao, Palazzo Capelli, Palazzo Chigi, Palazzo di Vetro, Palazzo Madama, Palazzo Verdi, Ca’ Foscari, Castel Sant’Angelo, la Casa Bianca, la Fontana di Trevi.

2.13 Nomi di santi

Regola
«Per distinguere i santi come persone fisiche dalle località geografiche che prendono il loro nome, i primi saranno preceduti da S. (con la maiuscola puntata) sia al maschile che al femminile. Le località, invece, vanno segnalate con San, Sant’ oppure Santa (con la S sempre maiuscola). Le statue, i quadri, le fotografie e le altre rappresentazioni iconografiche dei santi, in quanto più prossime alle persone, verranno scritte come i santi stessi; le piazze, le vie e i manufatti (chiese, monasteri, ecc.), in quanto più prossimi alle localizzazioni geografiche, vanno scritte come le località».

Commento
Alcuni esempi ci aiuteranno a capire meglio questa regola. Scriveremo San Benedetto Val di Sambro, la basilica di San Pietro, il convento di San Francesco, il santuario di Santa Maria Novella, con l’iniziale della della parola santo/santa in maiuscolo: Santo (o Santa o Sant’) perché il termine in questione diventa l’appellativo del nome proprio, e si uniforma a quest’ultimo.
Nel caso in cui facciamo riferimento, invece, ai santi in persona, utilizzeremo S. (S puntata) per rimarcare la distinzione tra la dicitura delle località o chiese ad essi dedicate e, appunto, il santo inteso come persona. Quindi S. Francesco, S. Anna, S. Margherita.
Quando ci riferiamo, invece, a quadri, statue, ecc. che riguardano il personaggio in questione, metteremo la S. (S puntata). Il motivo di quest’ultima scelta risiede nel fatto che i primi due esempi (edifici, strade) sono più assimilabili a una localizzazione, mentre gli ultimi due (statue, quadri) sono più afferenti alla persona.
Riguardo, infine, alla questione della S. (S puntata) maiuscola o meno, quando è apposta affianco al nome del personaggio santificato, chiariamo che essa va in maiuscolo poiché tale attribuzione è diventata parte integrante del nome. E, com’è ovvio, i nomi propri iniziano in maiuscolo.

2.14 Nomi di festività

Regola
«I nomi delle festività, religiose e civili, si scrivono con l’iniziale maiuscola, quando non si tratti di feste fortemente localizzate».

Commento
Il motivo è semplice: sono nomi propri e come tali vanno, appunto, in maiuscolo. Scriveremo, quindi, Natale, Pasqua, Ferragosto, Primo Maggio, ecc. Ma diremo la festa di S.Francesco di Paola.

2.15 Sigle ed estensione della forma siglata

Regola
«Le sigle che indicano associazioni, partiti o altre organizzazioni, vanno con la prima lettera maiuscola e le restanti minuscole. Quando ne viene data per esteso la denominazione, va con l’iniziale maiuscola solo il primo termine della serie.
Le sigle che derivano, invece, da nomi comuni vanno con la prima lettera minuscola e quando vengono scritte per esteso tutti i termini vanno in minuscolo».


Commento
Riportare le sigle con la sola iniziale maiuscola significa considerarle, a tutti gli effetti, come nomi propri e, di conseguenza, trattarle come tali. Scriveremo allora Dc, Onu, Pci. Al contrario le sigle che sono contrazioni di nomi comuni andranno scritte in minuscolo. Scriveremo allora cd, dvd, ogm, pc, sms.
Scriveremo quindi Democrazia cristiana, Organizzazione delle nazioni unite, Partito comunista italiano, ma compact disc, digital versatile disc (in italiano disco versatile digitale), organismi geneticamente modificati, personal computer, short message service. Ricordiamo, a proposito, che nell’utilizzare l’articolo determinativo prima di una sigla, è preferibile tener conto della pronuncia della prima lettera della sigla stessa, e non di quella del nome per esteso. Così, ad esempio, prima di Fmi (che sta per Fondo monetario internazionale) l’articolo da utilizzare è l’ e non il: dunque scriveremo l’Fmi, e non il Fmi. Questa seconda forma presupporrebbe infatti la lettura il Fondo monetario internazionale, lettura lunga e piuttosto pesante, soprattutto nel caso in cui la sigla dovesse ripetersi più volte nel testo.
Un’eccezione alla regola è rappresentata dalle sigle a.C. (avanti Cristo) e d.C. (dopo Cristo). Secondo le motivazioni razionali che informano le nostre scelte redazionali, tutte le sigle dovrebbero essere scritte con le lettere consecutive (senza punti divisori) e l’iniziale maiuscola, ma nel caso delle due sigle appena citate ci troviamo dinanzi ad una tradizione dell’uso talmente consolidata che applicare la nostra regola comporterebbe una inutile confusione nel lettore.

2.16 Fonti normative

Regola
«I termini indicanti le fonti normative vanno scritti interamente in minuscolo (ad eccezione del termine Costituzione nel caso in cui si faccia preciso riferimento ad un determinato insieme di regole e non ad una generica carta costituzionale)».

Commento
Questa regola serve ad evitare di appesantire un testo dove, magari, le citazioni di fonti normative sono ricorrenti. Scriveremo allora legge, decreto legge, decreto legislativo, direttiva, regolamento.
Anche nel citare i codici (civile, penale, di procedura civile, di procedura penale), utilizzeremo l’iniziale minuscola (quindi ad esempio: codice civile).
L’eccezione del termine Costituzione deriva dall’importanza e dall’unicità di tale testo normativo; pertanto scriveremo

L’articolo 1 della Costituzione;

ma, se usato in senso generico, anche questo stesso termine avrà l’iniziale minuscola:

Molti paesi dotati di costituzione scritta.

2.17 Computer ed Internet

Regola
«I nomi dei programmi attinenti al computer vanno in maiuscolo, quelli dei formati dei documenti vanno in minuscolo.
Scriveremo Internet con l’iniziale maiuscola».


Commento
I nomi dei programmi sono appunto nomi propri, quelli dei documenti sono nomi comuni. Diremo, nel primo caso, Word o Photoshop (in corsivo), nel secondo caso documento in formato pdf o doc (in tondo).
La parola Internet sarà scritta in maiuscolo perché va considerata come nome composto che ha una forte parentela con le sigle.

Maria Gulino

M. G. si interessa attivamente di Letteratura, Musica e Religione. Esperta di editing, collabora con varie riviste culturali, tra cui www.scriptamanent.net e Rnotes.

(direfarescrivere, anno II, n. 6, luglio 2006)
 
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