L’articolo esamina l’edizione 2025 di Più libri più liberi come spazio privilegiato per l’editoria indipendente italiana, collocandolo in una prospettiva che mette al centro le relazioni, la mediazione culturale e la costruzione di un’identità condivisa tra editori, autori e operatori.
L’attenzione è riposta anche sulle attività che svolgerà la nostra Agenzia letteraria, Bottega editoriale, marcando la propria funzione di ponte tra la creatività degli autori e le esigenze dei cataloghi editoriali.
Attraverso una lettura discorsiva e critica, la rinomata kermesse è interpretata come un momento di convergenza, formazione, riflessione e rinnovamento, in cui la filiera del libro si rigenera e si ripensa alla luce dei cambiamenti culturali e tecnologici in atto.
Un’edizione costruita tra ragioni e sentimenti
L’edizione 2025 di Più libri più liberi, programmata dal 4 all’8 dicembre nella consueta cornice del centro congressi La Nuvola all’Eur, si presenta come un osservatorio privilegiato sulla vitalità della piccola e media editoria.
Il tema scelto, “Ragioni e sentimenti”, dedicato al 250° anniversario della nascita di Jane Austen, non è un semplice omaggio letterario a una scrittrice molto amata, ma una chiave interpretativa che attraversa l’intero programma, invitando editori, lettori e operatori e non, a interrogarsi sul modo in cui la produzione culturale contemporanea continua a intrecciare la dimensione affettiva e la dimensione razionale.
L’ampiezza dell’offerta culturale di quest’anno, che prevede centinaia di incontri, dialoghi pubblici e presentazioni, conferma come la manifestazione abbia acquisito negli anni una fisionomia complessa e articolata. Il suo valore non risiede soltanto nella grande partecipazione di editori provenienti da tutto il paese, ma soprattutto nella capacità di creare uno spazio condiviso in cui la pluralità delle voci editoriali riesca a emergere senza essere soffocata dalle dinamiche dei grandi gruppi.
All’interno della “Nuvola”, architettura che con la sua struttura sospesa sembra evocare la leggerezza del pensiero e la fluidità del dialogo, la fiera si configura come un luogo di attraversamenti: si cammina tra i corridoi, si scoprono cataloghi inattesi, ci si sofferma a discutere con editori e autori, si partecipa a dibattiti che offrono interpretazioni critiche del mondo contemporaneo. È un ambiente in cui la dimensione fisica della relazione resta insostituibile e dà forma a una comunità culturale temporanea ma intensamente fertile.
La fiera come spazio di visibilità e di riconoscimento
La centralità della fiera deriva dalla sua capacità di offrire a piccole e medie case editrici un palcoscenico professionale altrimenti difficilmente raggiungibile. Ogni stand diventa un microcosmo narrativo, nel quale si condensano identità, scelte editoriali, percorsi tematici, scommesse culturali. È questo che trasforma la fiera in un vero laboratorio di legittimazione: la presenza fisica di un editore, con i suoi libri e le sue proposte, si traduce in un riconoscimento simbolico che nessun catalogo digitale potrebbe sostituire.
Tale dinamica di visibilità non riguarda solamente gli editori, ma coinvolge l’intera filiera. Le presentazioni, i reading, gli incontri con autori e studiosi, i dialoghi pubblici sui temi del contemporaneo, contribuiscono a dare corpo a uno spazio di pensiero condiviso in cui produzione e riflessione si alimentano reciprocamente. La fiera diventa così un territorio di scambio, in cui la cultura si manifesta non come un prodotto statico, ma come un processo dinamico in continua trasformazione.
La dimensione pubblica dell’evento, sostenuta dalla presenza di un pubblico eterogeneo e curioso, amplifica questa funzione di riconoscimento. Il lettore non è un semplice visitatore, ma un interlocutore attivo, spesso decisivo nell’orientare le scelte editoriali, nel segnalare temi emergenti, nel confermare l’interesse per collane e libri fuori dal circuito mainstream.
L’edizione 2025 tra programma culturale e prospettive professionali
Il programma 2025 si distingue per la varietà degli incontri, che spaziano dalle riflessioni sul ruolo del romanzo nel mondo contemporaneo ai dibattiti sulla crisi e sulla rinascita dei luoghi della lettura, dalle discussioni sulle identità culturali alle esplorazioni delle nuove forme di narrazione digitale. Un’attenzione particolare viene riservata anche ai temi della cittadinanza culturale, delle politiche del libro, del valore educativo della lettura nelle giovani generazioni, sempre più disaffezionate a questa pratica, canalizzando il loro interesse verso serbatoi fatiscenti della conoscenza.
Gli appuntamenti previsti non servono soltanto a presentare singoli volumi, ma diventano momenti di analisi collettiva, occasioni per mettere a confronto prospettive diverse e ricostruire il senso profondo dell’editoria indipendente. In tal senso, la fiera si configura come una sorta di agorà culturale, dove ciascun partecipante contribuisce a delineare una visione condivisa, e dove le differenze non vengono cancellate ma valorizzate.
Questa pluralità si riflette anche nella composizione del pubblico professionale: editori, autori, traduttori, redattori, giornalisti, librai e agenti letterari attraversano gli spazi della “Nuvola” riconoscendosi parte di un orizzonte comune. Le conversazioni che avvengono negli stand o nei corridoi, talvolta in modo informale, possono rappresentare il punto di partenza di progetti editoriali futuri, di collaborazioni impreviste o di nuove linee di ricerca culturale.
La presenza di Bottega editoriale: un ruolo di mediazione e di ascolto
All’interno di questo articolato scenario editoriale, la presenza di Bottega editoriale assume un rilievo particolare. La nostra Agenzia letteraria, da anni attiva nel campo della consulenza editoriale e della rappresentanza degli autori, partecipa anche nell’edizione 2025 con una rinnovata cura alle nuove tendenze del mercato indipendente e con un lavoro di mediazione che si sviluppa su più livelli.
Bottega editoriale, fra le altre attività, farà un’azione di promozione legata al libro Il Rapporto Segreto di Kruscev al XX Congresso del Pcus (Armando editore), a cura di Fulvio Mazza, alla trilogia Nella Tempesta (Armando editore) di Franca Mannu, al romanzo il Ponte (Balzano editore) di Alessandra Pinton, al testo I pettegoli di Moplen (Nep edizioni) di Rossella Filippetti, al saggio Il Golpe Borghese quarto grado di giudizio. La leadership di Gelli, il «golpista». Andreotti, i depistaggi della «Dottrina Maletti» di Fulvio Mazza e al Nuovo Manuale pratico di Scrittura (Rubbettino editore) di Bottega editoriale e Rino Tripodi.
La fiera rappresenta un’occasione preziosa per presentare agli editori i testi della propria “Scuderia letteraria”, un insieme diversificato di opere narrative e saggistiche esaminate nei mesi precedenti. Ma è soprattutto il contatto diretto a definire la qualità della presenza dell’agenzia. Le conversazioni che si sviluppano negli stand, i colloqui spontanei con gli editori, l’analisi condivisa dei progetti, permettono a Bottega editoriale di valutare in modo più immediato le esigenze dei cataloghi e di proporre le opere più affini.
La mediazione svolta dall’agenzia non riguarda soltanto la presentazione dei testi, ma comprende l’ascolto delle trasformazioni culturali in atto. La partecipazione ai dibattiti, l’osservazione delle linee emergenti dell’editoria indipendente, la conoscenza dei criteri editoriali delle varie case editrici, contribuiscono a definire un quadro più ampio e complesso, utile per orientare il lavoro dei mesi successivi. In tal senso, la presenza alla fiera assume il valore di un’esperienza di formazione e aggiornamento, indispensabile in un settore in costante mutamento.
Per gli autori rappresentati dall’agenzia, la partecipazione di Bottega editoriale alla fiera ha anche un significato simbolico: testimonia un impegno concreto nella promozione dei loro testi e nella ricerca di collaborazioni serie che può essere svolto anche durante queste ricorrenze di tale portata.
La fiera come laboratorio di pensiero e futuro dell’editoria indipendente
Guardare all’edizione 2025 di Più libri più liberi significa riconoscere come l’evento continui a svolgere una funzione insostituibile nel panorama culturale italiano. Esso non è soltanto un luogo di presentazione, ma un laboratorio in cui la filiera del libro si interroga sulle proprie fragilità e sulle proprie potenzialità, affrontando il tema cruciale della sostenibilità culturale in un’epoca segnata da profonde trasformazioni tecnologiche e sociali.
Il confronto diretto tra operatori, editori, autori e agenzie come Bottega editoriale permette di costruire una visione condivisa e di individuare strategie comuni per affrontare le sfide che attendono l’editoria indipendente. L’esperienza della fiera dimostra che, nonostante la crescente digitalizzazione del settore, la dimensione fisica dell’incontro conserva una forza generativa imprescindibile: da un dialogo, da uno sguardo, da una conversazione in un corridoio può nascere un libro, un progetto, un’idea.
Cultura, memoria e prospettive future
La fiera si chiuderà l’8 dicembre con un momento di memoria e riflessione dedicato a figure significative della cultura italiana, come Michela Murgia, attraverso interventi di scrittori, giornalisti e studiosi. L’edizione 2025 pone l’accento sulla fiera come luogo di comunità, dove tradizione editoriale e innovazione digitale dialogano, generando scambi culturali, relazioni professionali e nuove opportunità di crescita per tutti gli operatori del settore.
Più libri più liberi conferma vuole confermare, dunque, il ruolo di laboratorio aperto, in cui lettori, autori, professionisti e istituzioni culturali possono incontrarsi, discutere e creare connessioni significative. In questo panorama, la presenza attiva dei “Bottegai” rappresenterà un valore aggiunto: un punto di riferimento per chi desidera comprendere i meccanismi della piccola e media editoria, approfondire le dinamiche editoriali, scoprire nuovi talenti e consolidare relazioni professionali, contribuendo a rafforzare la vitalità e la qualità dell’intero settore.
di Ivana Ferraro
(direfarescrivere, anno XXI, n. 237, dicembre 2025)
|