Una piattaforma che fa leva
su pubblicazioni open access
di Ivana Ferraro
Negli ultimi due decenni, l’editoria ha subito una trasformazione radicale grazie all’avvento delle piattaforme digitali. Tra queste, Academia.edu ha giocato un ruolo cruciale non solo nella diffusione della ricerca accademica, ma anche nel ridefinire il concetto stesso di editoria digitale.
La piattaforma (www.academia.edu), nata nel 2008, è diventata un punto di riferimento per accademici, studiosi indipendenti e istituzioni.
Nel presente articolo vengono messi in evidenza l’opportunità e il contributo diffusivi, divulgativi e democratici per accedere a un sapere che, per certi versi e per lungo tempo, sono rimasti legati a politiche editoriali di nicchia.
Va da sé che ogni attualizzazione necessiti di tempi di miglioramento e di perfezionamento, senza dimenticare che ci siano alla base, quindi, anche degli svantaggi legati, come si vedrà, a delle dinamiche di vario tipo.
La nascita di Academia.edu
Fondata da Richard Price, Academia.edu è stata pensata come una rete sociale per accademici. Essa conta, a oggi, oltre 170 milioni di utenti iscritti e più di 40 milioni di articoli caricati.
L'obiettivo primordiale è stato quello di permettere ai ricercatori dei vari settori della conoscenza, di caricare – ovvero riempire uno spazio digitale, condividere e discutere le proprie pubblicazioni in un contesto che incoraggiasse l’interazione e la revisione tra pari.
Ciò che ha contraddistinto e reso immediatamente Academia.edu diversa dalle altre piattaforme accademiche tradizionali è stata la sua vocazione aperta: un luogo in cui le ricerche, che tradizionalmente erano bloccate dietro paywall di riviste accademiche, possono, finalmente, essere accessibili gratuitamente da chiunque, a prescindere dall’appartenenza a istituzioni accreditate o meno e/o dipendenti dall’abbonamento a riviste costose.
L’editoria digitale e il modello di open access
Uno dei contributi più rilevanti e di tutto rispetto di Academia.edu nell’editoria digitale è la promozione e l’espansione del modello di open access (accesso aperto). Tradizionalmente, l’editoria accademica segue un modello chiuso, con riviste specializzate che richiedono abbonamenti costosi e spesso limitano l’accesso alle ricerche solo a coloro che possono permetterselo. Questo sistema, pur mantenendo alti standard di qualità e revisione tra pari, contribuisce, d’altronde, a creare barriere e ostacoli significativi per i ricercatori di paesi in via di sviluppo e per le istituzioni con risorse economiche limitate.
Academia.edu ha spezzato questa dinamica introducendo un modello in cui i ricercatori possono mettere a disposizione i loro articoli, saggi, tesi e ricerche senza alcun costo, rendendoli fruibili gratuitamente per tutti. Questo ha ampliato enormemente la platea di lettori e ha reso possibile una più ampia disseminazione delle conoscenze scientifiche e accademiche, bypassando i costosi intermediari, rappresentati dalle riviste accademiche tradizionali.
Il risultato è un arricchimento collettivo della ricerca globale e una maggiore equità nell'accesso alle informazioni. A tal punto è bene puntualizzare, secondo quanto affermato dal professore Riccardo Manzotti della Iulm University, che già dal 1950 si è passati dalla società dell’informazione, alla società della conoscenza in virtù del fatto che il progresso delle nuove tecnologie di informazione stanno cedendo il passo agli sviluppi forniti, durante l’ultimo decennio, all’avanzamento dell’Intelligenza artificiale.
Oltre a favorire l’accesso aperto, Academia.edu ha determinato a democratizzare l’editoria stessa. Pubblicare in riviste accademiche tradizionali può essere un processo lungo e complicato, soggetto a lunghe revisioni e con l’aggiunta di barriere economiche che scoraggiano molti studiosi, soprattutto quelli non affiliati a istituzioni rinomate e autorevoli. Essa offre invece una piattaforma immediata e globale, dove i ricercatori possono pubblicare i propri lavori e avere visibilità in pochi click. La piattaforma non impone restrizioni basate sulla disciplina accademica o sul livello di esperienza, permettendo a giovani studiosi di condividere i loro primi lavori accanto a ricercatori affermati.
Inoltre, la possibilità di ricevere feedback immediati da colleghi di tutto il mondo rappresenta un enorme vantaggio. Questo scambio costante di idee e critiche costruttive, tipico delle piattaforme digitali, arricchisce il processo di creazione della conoscenza e può anche accelerare l'evoluzione delle ricerche, eliminando i tempi morti tipici del processo editoriale tradizionale.
Strumenti per l’editoria digitale
Academia.edu ha inoltre introdotto una serie di strumenti che facilitano la gestione e la diffusione dei contenuti digitali. Tra questi, la possibilità di tracciare le visualizzazioni e i download dei propri lavori permettendo agli autori di monitorare l’impatto delle proprie pubblicazioni. Questa tipologia di dati è di fondamentale importanza nell’era digitale, in quanto offrirebbe metriche trasparenti sull’effettivo interesse e utilità di un lavoro, dati che spesso mancano nelle riviste tradizionali.
La piattaforma offre anche funzionalità come la possibilità di citare facilmente i lavori, scaricare bibliografie formattate e condividere ricerche su social network o email, ampliando ulteriormente la diffusione dei contenuti e rendendo la condivisione delle idee molto più fluida e rapida. Inoltre, attraverso il sistema di segnalazioni, Academia.edu fornisce una sorta di personalizzazione del flusso di ricerca, suggerendo articoli correlati e profili di ricercatori di interesse per l’utente, favorendo collaborazioni e sinergie tra studiosi.
Sostenibilità economica e sfide future
Nonostante il grande successo, Academia.edu non è esente da critiche e sfide. Una delle principali riguarda il suo modello economico. La piattaforma ha introdotto nel tempo alcune funzionalità a pagamento, come la possibilità di accedere a dati più dettagliati sui lettori e ai report di impatto più avanzati. Questo ha sollevato dubbi tra alcuni accademici riguardo al fatto che, pur promuovendo il libero accesso alla ricerca, la piattaforma possa incoraggiare una sorta di pay-to-play per i servizi più avanzati, avvicinandosi così a una dinamica simile a quella delle riviste accademiche a pagamento e ad altre piattaforme esistenti come Linkedin.
Un’altra sfida riguarda la qualità dei contenuti. Mentre le riviste tradizionali si basano su rigidi processi di revisione tra pari, Academia.edu non impone filtri editoriali. Questo ha portato a un grande accumulo di materiale, con la presenza di lavori di qualità variabile e opinabile. Sebbene la comunità stessa possa funzionare come un sistema di filtro, con i lavori più scaricati e citati che emergono naturalmente, rimane la questione del controllo della qualità che, nel contesto accademico, è sempre cruciale sostenuto dalla presenza di un comitato tecnico-scientifico che ne produce l’assenso o meno della pubblicazione.
Il futuro dell’editoria digitale con Academia.edu
Nonostante queste sfide, il contributo di Academia.edu nel campo dell’editoria digitale è indiscutibile. Ha aperto nuove strade per la diffusione della conoscenza, democratizzando l’accesso alle ricerche e riducendo il monopolio delle riviste accademiche tradizionali.
Il futuro di Academia.edu e dell’editoria digitale in generale dipenderà da come la piattaforma riuscirà a bilanciare l’apertura e la qualità, cercando soluzioni sostenibili senza compromettere i principi di accesso libero e condivisione che l’hanno resa così popolare.
In un mondo sempre più interconnesso e digitale, piattaforme come Academia.edu non solo rappresentano il presente, ma anche il futuro dell’editoria accademica e della diffusione del sapere. Con il giusto approccio e innovazioni continue, essa potrà continuare a essere un punto di riferimento fondamentale per accademici, studenti e ricercatori di tutto il mondo.
Ivana Ferraro
(direfarescrivere, anno XXI, n. 228, febbraio 2025)