Anno XX, n. 218
marzo 2024
 
Questioni di editoria
“Tempo di libri”
e di bilanci a Milano
Si è svolta, tra molte difficoltà,
la nuova rassegna editoriale
di Federica Aceti
A Milano dal 19 al 23 aprile 2017 è stato “Tempo di Libri”: i padiglioni di Fiera Milano (Rho) hanno infatti ospitato la prima edizione del nuovo evento editoriale italiano, nato dalla volontà delle grandi compagnie locali, Mondadori e Mauri Spagnol in testa, di porre fine alla collaborazione con il Lingotto Fiere, che ormai da trent’anni ospita il Salone internazionale del libro di Torino. Dal punto di vista qualitativo il riscontro è stato positivo, tuttavia da quello quantitativo l’evento è stato un insuccesso.
La manifestazione è stata organizzata dalla società La Fabbrica del libro (ente costituito da Fiera Milano e da Ediser), coinvolgendo, in 35.000 mq di spazi moderni e attrezzati, 552 espositori – tra case editrici, riviste, associazioni, biblioteche, librerie, enti pubblici e start up – in un grande evento in cui si sono fuse tradizione e innovazione, rispecchiando quella dote che il libro ha dimostrato di possedere in secoli di storia: la capacità di rimanere sempre al passo con lo spirito dei tempi, accompagnando il progresso culturale e tecnologico.

Abbattere le barriere: il dialogo tra presente e passato
Lo scopo della fiera è stato quello di rivolgersi davvero a tutti: dall’appassionato che acquista decine di libri all’anno al lettore occasionale, da chi è rimasto fedele alla carta a chi si è innamorato degli ebook, a chi preferisce servirsi di entrambi i formati. La diatriba tra cartaceo e digitale si è rivelata superata grazie a un programma che ha dato spazio a letture al buio e ad alta voce, audiolibri e fumetti, uniti al cinema e alla musica, al web e ai videogiochi.
Visivamente la fiera ha, invece, cercato di riassumere al meglio la propria identità, fondandola sul concetto di viaggio: quel viaggio statico che tutti i lettori intraprendono ogni volta che aprono un libro. Le illustrazioni, dai tratti morbidi e minimalisti, sono state affidate all’estro dell’artista Magoz, originario di Barcellona ma moderno cittadino del mondo: sono tanti i paesi nei quali l’illustratore ha potuto accrescere la propria arte, traendo ispirazione da luoghi diversi gli uni dagli altri. Il suo tratto, spesso poetico nell’evocare un’idea, si è concentrato sul libro come oggetto, riuscendo a delineare ciò che il romanzo può diventare: una vera e propria finestra sul mondo, un portale magico capace di trasportare ovunque il lettore.
L’alfabeto ha inoltre consentito di orientarsi al meglio fra le molteplici iniziative promosse durante la manifestazione: tutti gli appuntamenti sono stati infatti opportunamente raggruppati in base alle lettere iniziali (più la @ per il digitale), in modo che ogni avventore avesse la possibilità di costruire e scoprire il proprio personale “Tempo di Libri”, rispondendo alla seduzione del nome di un autore, di una storia, di un grande tema, di un’atmosfera o, semplicemente, scegliendo la sua lettera preferita.

Oltrepassare i confini: lo sguardo al futuro
Uno degli stand più imponenti è stato, senza ombra di dubbio, dedicato alla biblioteca: i consorzi bibliotecari si sono infatti impegnati nel mostrare agli avventori interessanti prospettive per il futuro. Si è voluta così delineare una realtà composita, non finalizzata esclusivamente alla consultazione dei testi, ma volta sempre più a diventare uno luogo di condivisione, spaziando dai libri ai videogame alle stampanti dotate della tecnologia 3D.
L’innovazione ha infine superato l’immaginario con la presentazione di Arianna, un piccolo robot dotato di ruote con il compito di accompagnare i lettori tra i vari ripiani della biblioteca, per mostrare loro l’ubicazione dei testi.
“Tempo di Libri” non si è limitato alle mura dei padiglioni di Fiera Milano: come il Salone off di Torino, anche il nuovo evento editoriale ha colonizzato tutta la città con manifestazioni e spettacoli. In collaborazione con l’Associazione “Bookcity Milano”, sono state organizzate tra le strade milanesi cocktail a tema letterario, giochi, eventi musicali e aperture straordinarie di librerie e biblioteche. Coinvolti nell’iniziativa anche gli aeroporti di Linate e Malpensa, che sono diventati per l’occasione teatro di un bookcrossing, svoltosi, per la prima volta in Italia, all’interno di una così insolita location: presso delle apposite librerie di cartone riciclato, i lettori hanno avuto infatti la possibilità di depositare i propri libri e prenderne altri in cambio, dando vita a un vero e proprio baratto libresco.
“Tempo di Libri” ha voluto essere una fiera a immagine e somiglianza del libro: si è confrontata con entusiasmo e con le sfide della contemporaneità, omaggiando le esperienze di ciò che è stato con lo sguardo sempre rivolto a ciò che verrà. Ha voluto essere passato, presente e futuro: storia e racconto, prospettiva e visione.

Superare le avversità: aspettative e risultati
La nuova fiera si è conclusa con quasi 70 mila presenze, numero al di sotto delle cifre auspicate. I motivi di questo flop sono molteplici: la manifestazione è stata organizzata in poco più di duecento giorni, un tempo che – a detta degli organizzatori – non ha permesso di pianificare una campagna pubblicitaria più incisiva. Anche la scelta delle date – subito dopo le feste pasquali e poco prima della festa della Liberazione – non si è rivelata ottimale.
Infine, sul bilancio è pesato molto il “fattore scuole”, tanto che nei primi giorni alcuni eventi dedicati ai ragazzi sono stati annullati: dalle decine di migliaia di studenti che avrebbero dovuto partecipare, se ne sono contati circa 5 mila. Ma forse, più di tutte le motivazioni appena elencate, ad aver inciso sulla scarsa affluenza ai tornelli di “Tempo di Libri” è stata la grande fetta di lettori che non ha reagito bene alla nascita di questa nuova fiera milanese, percependola alla stregua di un tradimento nei riguardi dell’ormai storico evento di Torino. I fedeli al Salone, infatti, si sono astenuti dal curiosare tra gli stand di “Tempo di Libri”, preferendo rispettare e difendere le tradizioni. Una presa di posizione forte, che sicuramente ha lasciato il segno.
In ogni caso, tutto ciò non ha scoraggiato gli organizzatori, che già a maggio comunicheranno le date della seconda edizione della fiera, prevista nel 2018, e lavoreranno per colmare le lacune e migliorare le falle di questa prima edizione.

Federica Aceti

(direfarescrivere, anno XIII, n. 137, giugno 2017)
 
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