Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
Questioni di editoria
Carriere editoriali:
gestire una libreria
Intervista a Emanuela Catania,
libraia di “Unicorni di carta”
di Gabriella Zullo
La nostalgia di Bottega editoriale si fa sentire ancora. La ricerca di ex corsisti e stagisti che hanno iniziato il loro viaggio nel mondo editoriale proprio partendo dalla Scuola di Redattore arriva dunque alla “terza puntata”, se così vogliamo definirla.
Dopo un primo assaggio con le interviste a Cecilia Rutigliano dell’agenzia letteraria Edilia, Maristella Occhionero de La Ruota edizioni e Annarita Calaudi di Genesis Publishing, vi proponiamo di seguito l’esperienza di Emanuela Catania.
Una storia diversa, un percorso che con gli altri condivide la curiosità e la passione verso questo mondo meraviglioso dove ognuno trova il suo spazio e sceglie la sua parola d’ordine: per Annarita era il digitale, occupandosi specificatamente di pubblicazioni on line, per Emanuela invece è la libreria che ha rappresentato la chiave per aprire il suo futuro.
Bottega editoriale si presenta ancora una volta come trampolino di lancio, come il punto di inizio per schiarirsi le idee e capire di che “pasta si è fatti” e, soprattutto, nel capire che sapore e sfumature dare all’aspetto professionale della vita.
In una sorta di botta e risposta, con uno stile secco, chiaro e conciso, Emanuela Catania ci racconta la sua esperienza.
Un’ulteriore prova che “quelli di Bottega” danno un’opportunità che non si riduce soltanto a nuove conoscenze che finiscono relegate nel cassetto della “cultura personale”; ma cerca di dare strumenti concreti per realizzare progetti futuri in cui cultura personale ed esperienza collaborano.

Tra pochi mesi inizierà una nuova e attesissima edizione della Scuola di Redattore di Bottega editoriale. Da ex corsista raccontaci perché hai deciso di iscriverti e come hai scoperto della scuola.
Sono venuta a sapere del corso leggendo una semplice locandina e dal momento che da sempre quello editoriale è un mondo che mi affascina, non ci ho pensato due volte e mi sono iscritta.

Quanto ha inciso l’attività proposta da Bottega sulla tua formazione e sulle tue scelte professionali successive all’esperienza fatta?
Con Bottega editoriale ho avuto modo di capire i meccanismi che si celano dietro il prodotto libro e di vivere splendide esperienze altamente formative a quell’età, come la partecipazione in qualità di redattrice al Salone del libro di Torino, vetrina d’eccellenza dell’universo editoriale. Allora avevo 25 anni e due anni prima mi ero laureata in Filosofia completando il mio curriculum universitario con un master in Web design. Ero decisamente lontana rispetto alla materia editoriale in fatto di studi e formazione!

Si sono rivelate utili le conoscenze e i metodi appresi al corso? Quali vantaggi ti ha dato questa esperienza in quella talvolta “matta e disperatissima” ricerca lavorativa?
Prima di tutto è stata un’esperienza, nel senso più ampio del termine. Mi ha messo in condizione di scrivere, recensire, promuovere, raccontare e viaggiare. Mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco, superando limiti e paure.

Raccontaci del tuo lavoro attuale: di che cosa ti occupi di preciso?
Gestisco una libreria indipendente specializzata in narrativa per ragazzi a Taverna di Montalto Uffugo (Cs). Si chiama “Unicorni di carta”, nome nato da un’idea di mia figlia. Abbiamo titoli da 0 a 15 anni. Prediligiamo i piccoli editori indipendenti che, fuori dalle logiche prettamente commerciali, fanno una letteratura per ragazzi di altissima qualità.
Ma non ci limitiamo a proporre libri in vendita. Il nostro obiettivo è quello di fare promozione alla lettura. Far capire ai bambini che un libro diverte, prima di insegnare. E che partendo da un libro e da una storia possono nascere un sacco di giochi bellissimi.

Quali sono le qualità che bisogna avere secondo te per lavorare in questo settore?
Passione, ovviamente. Bisogna crederci e divertirsi insieme ai bambini e ai ragazzi. E loro, essendo per antonomasia anime sincere e non ancora corrotte, non li si può imbrogliare: se non leggono la passione nei tuoi occhi, non si innamorano, né della libreria, né delle storie.

Sveleresti ai lettori di Direfarescrivere qualche piccolo segreto per aumentare il lavoro di una libreria al giorno d’oggi?
Una libreria indipendente deve lavorare sul territorio e fare squadra con il pubblico di riferimento. Bisogna coinvolgerlo con contenuti di qualità, grazie ai quali il suo bagaglio culturale può arricchirsi. Insomma, non deve essere percepita come realtà commerciale, ma come punto di riferimento attivo sul territorio.

Risulta più difficile incrementare le vendite del cartaceo ora che il formato digitale si sta diffondendo sempre di più?
No, non direi. Soprattutto quando parliamo di bambini. Fortunatamente il bisogno dei più piccoli di toccare e sperimentare è più forte delle logiche di mercato!

Secondo te tra qualche anno, volendo abbozzare una previsione, l’ebook prenderà il sopravvento?
Credo, ottimisticamente, che questo non potrà mai accadere. Il fascino suscitato da un libro è senza tempo e senza età!

Adesso che guardi il mondo editoriale dall’altra parte della scrivania, sapresti darci qualche dato sull’andamento del mercato editoriale italiano e/o estero?
Esiste una fetta di mercato editoriale in crisi, ma in crisi è soprattutto il vecchio modo di gestirlo e promuoverlo. Il vecchio modello di libreria non funziona più. Questo è innegabile. Come non funziona più la logica della libreria di catena dove si comprano libri come al supermercato. È invece in crescita un settore ragazzi di qualità e contestualizzato in librerie nelle quali predomina la figura del libraio competente che accoglie e consiglia.

Per quanto riguarda l’aspetto dell’occupazione giovanile, in particolare, credi ci siano sincere e reali possibilità per un giovane di trovare posto nell’editoria qui in Italia?
Superata la fase di disfattismo atavico a causa del quale noi giovani meridionali siamo spesso rassegnati, rispondo con convinzione di sì. Bisogna solo avere un progetto chiaro. Poi tutto è possibile.

C’è qualche consiglio che vorresti dare ai giovani che si avvicinano a questo mondo? Qualche suggerimento per i futuri corsisti?
Credeteci e sfruttate le occasioni. Niente di ciò che si fa è sprecato. Potrebbe tornare utile un domani, in modi che oggi neppure immaginiamo.

Gabriella Zullo

(direfarescrivere, anno XII, n. 130, novembre 2016)
 
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