Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
Questioni di editoria
Le nuove copertine:
dalla carta al digitale
La grafica libraria all’epoca
degli ereaders. Da Apogeo
di Selene Miriam Corapi
La copertina di un libro, veste “estetica” oltre che elemento di protezione di un volume, con il tempo è divenuta un importante strumento di marketing, capace di catturare l’attenzione del possibile acquirente, con colori e immagini scelti meticolosamente per colpire l’occhio del lettore e farlo indugiare qualche secondo in più.
Con l’avanzare dell’editoria digitale rappresentata dagli ebook, però, le copertine dei testi tendono a scomparire. Di questo argomento si è occupato Craig Mod, scrittore indipendente, editore e designer che lavora in California nella Bay Area; nel 2012 è stato vincitore, insieme ad altri quattro partecipanti, del Premio “Tech Fellow Awards” per la categoria “Product design e marketing”; i suoi scritti sono stati pubblicati sul New Scientist, sul The New York Times e sul Codex Journal of Typography. Nel manuale Reinventare la copertina. Dal libro all’ebook (Apogeo, pp. 43) – scaricabile gratuitamente dal sito della casa editrice (collana Sushi) nei formati epub e mobi (per soddisfare le esigenze di qualsiasi dispositivo) – l’autore focalizza l’attenzione sulla funzione che la copertina ha acquisito per i libri digitali, diversa rispetto ai testi cartacei, e offre alcuni esempi reali che mostrano come “rimpiazzare” il ruolo della copertina tradizionalmente inteso.

Le copertine digitali
Con il progredire delle tecnologie e l’avvento di Internet si sono diffusi nuovi formati librari: gli ebook in formato digitale, leggibili su computer, tablet o ereaders. Lo schermo a disposizione spesso non è molto grande e, soprattutto nel caso dei lettori digitali (Kindle, Kobo, ecc.), non è a colori ma dispone di una tecnologia eink, che, cioè, riproduce l’effetto dell’inchiostro stampato su un testo cartaceo. La copertina non viene quasi mai visualizzata: sui siti di vendita on line, ad esempio Amazon o le varie librerie digitali, le copertine si limitano a piccole anteprime sulla schermata dei risultati a seguito di una ricerca, e sono minuscole sulla pagina anagrafica di un libro; questo accade perché «le copertine delle edizioni digitali non hanno bisogno di urlare. Non hanno bisogno di vendere. Diamine, potrebbero non essere mai viste. La questione è che l’intero libro deve essere trattato come la copertina».
Cosa spinge allora all’acquisto di un libro? «Dati. L’immagine della copertina ci può aiutare a orientarci rapidamente, ma i nostri occhi sono guidati dall’abitudine a valutare numeri e qualità delle recensioni. Siamo alla ricerca di altre metriche rispetto alle immagini». Gli ebook privano gli utenti del primo approccio intimo che si ha con il libro, poiché nel mondo frenetico in cui si vive si cerca di non far perdere tempo al lettore e dargli subito ciò che vuole, portandolo al testo il più velocemente possibile: a farne le spese è proprio la copertina.

Copertine alternative
Di fronte a questa situazione, scoraggiante per l’editoria digitale, l’autore offre l’esempio di alcuni modelli che hanno cercato di sopperire a tale disagio. Il marchio editoriale Domino di Seth Godin ha eliminato le titolazioni per dare ampio spazio al disegno, una sorta di icona immediatamente riconoscibile: un esempio ne è il libro Poke the Box, la cui copertina presenta un uomo entusiasta. Un’altra idea è quella portata avanti da Jason Santa-Maria per le copertine del marchio editoriale A Book Apart, che presentano una grafica caratterizzata da colori accesi, titoli grandi su uno sfondo brillante. Altra variante è quella proposta da Cardon Webb su una serie di libri del neurologo Oliver Sacks: le copertine sono stupefacenti se si decide di stamparle, mentre sullo schermo, se ridotte a icona, tutte insieme formano un quadro straordinario; citiamo infine l’originale progetto dei direttori artistici della O’Reilly, la cui veste grafica presenta immagini di animali, caratteri a dimensioni notevoli e l’uso del bold, elementi che insieme danno vita a risultati originali. L’autore afferma: «Se avete intenzione di creare copertine dedicate ai libri digitali, queste sono qualità che vale la pena considerare. Inoltre, esse sono applicabili anche ai libri fisici, e questo le rende la pietra angolare per un design olistico delle copertine all’epoca di iPad».
In alternativa l’autore propone un’altra idea: trasformare le copertine in strumento di notifica. Quando un autore pubblica un nuovo saggio, questa informazione viene diffusa attraverso le copertine di tutti i saggi pubblicati in precedenza. Il sistema però presenta due limiti: il primo è che la notifica non può essere visibile a tutti, ma solo a chi ha acquistato uno dei titoli dell’autore, il secondo riguarda lo strumento di lettura, se si utilizza un ereader con tecnologia eink la notifica non si vedrà.

Riconsiderare il ruolo delle copertine
In chiusura del manuale l’autore afferma che l’estinguersi della copertina e il digitale ci offrono la possibilità di «riconsiderare il modo in cui pensiamo le copertine. Di rompere con la nostalgia. O, ancora meglio: di porre le basi per un qualcosa che potremo rimpiangere un domani. Ma, forse più importante, legato a tutto questo c’è la possibilità di appagare i lettori». L’intento dell’autore è quello di raggiungere l’attenzione di tutti gli amanti dei libri e di poterli soddisfare secondo le loro esigenze, cartacee o digitali.
Un manuale significativo sull’evoluzione libraria e l’editoria digitale.

Selene Miriam Corapi

(www.direfarescrivere.it, anno XI, n. 114, giugno 2015)
 
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