Anno XX, n. 222
luglio 2024
 
Questioni di editoria
Scrivere per ragazzi:
avventura creativa
Autori a lezione di fantasia
in un manuale da Dino Audino
di Alessandra Prospero
Dedicato a chi si accinge a scrivere per i ragazzi, lettori appartenenti a una fascia anagrafica molto delicata, in cui la dimensione del sogno e i primi accenni di maturità devono convivere serenamente. Un libro adatto a chi ha sempre sognato di tradurre in parole una storia fantastica, pur non possedendo le nozioni tecniche dello scrittore avvezzo alla costruzione di un simile tema. Indipendentemente dal fatto che vi sentiate maggiormente un novello Collodi o un’aspirante erede dell’ormai famosissima autrice di Harry Potter, i passi da seguire per cominciare quest’avventura sono i medesimi. Ce li elenca e descrive Manuela Salvi nel suo libro Scrivendo s’impara. Esercizi di scrittura creativa per aspiranti autori di libri per ragazzi (Dino Audino editore, pp. 112, € 12,00).

«Esercizi antiadultità»
Il nostro obiettivo è scrivere un libro per ragazzi? La prima cosa da fare è consultare il manuale, leggere l’elenco degli steps e seguirli fedelmente. Il primo passo è fondamentale e consiste negli «esercizi antiadultità», affinché ci tolgano di dosso tutte le pesanti zavorre che abbiamo acquisito da adulti e che non ci permettono più di sognare a occhi aperti. Questi esercizi sono utili e anche molto interessanti: alcuni somigliano più a giochi conoscitivi che a semplici “prove” preparatorie. Il loro scopo principale è permetterci di recuperare la nostra identità di adolescenti e cercare di vedere la realtà circostante con gli occhi di allora, per meglio predisporci alla fascia anagrafica a cui ci rivolgiamo e per arrivare al concetto fondamentale di immedesimazione. Quest’ultima è una vera e propria conditio sine qua non: «Provate a informarvi su cosa succede alla Pixar quando devono mettere in piedi una nuova sceneggiatura o devono cominciare a immaginare le scene. Per Alla ricerca di Nemo, l’intero staff è stato portato a fare immersioni subacquee. Per Cars hanno guidato delle macchine da corsa su una vera pista».

Il variegato mondo dei personaggi
Avreste mai immaginato che inventare i personaggi di una storia fosse così complesso? Essi sono connotati da molti elementi (per esempio: nome, età, sesso, carattere, perfino la voce) ma dobbiamo fare in modo che ognuno di questi si incastri alla perfezione con l’altro e regga alla complessità della vicenda come un buon tessuto resistente (non a caso, la parola “trama” è riferibile sia alla narrazione sia al tessuto, appunto). Manuela Salvi ci induce a riflettere e a cercare di trovare i dettagli giusti per ogni carattere, una volta delineata «l’ossatura dell’anima e della psicologia del personaggio»; ci spinge addirittura a cercare di trovare la battuta giusta attribuibile a un soggetto, stabilendo una tabella di personaggi con determinati caratteri e la possibilità di scegliere tra più risposte. Interessante è la citazione da parte dell’autrice delle tecniche di descrizione dei personaggi proprie di Jerry Spinelli, famoso autore americano di romanzi per ragazzi.

Il corpus della storia
Il libro prosegue con i passi da seguire nella costruzione della storia e nella modulazione del linguaggio. Fondamentale dunque il tema, sul quale è arroccato il nostro lavoro certosino di autori coscienziosi, ma anche il ritmo con il quale esso viene dipanato. E siccome secondo Ezra Pound «Il linguaggio non è una cintura di castità, ma un mezzo per comunicare» (citazione che ritroveremo nel libro), dobbiamo cercare di essere efficaci e non leziosi, concreti ma non riduttivi. Come giustamente scrive l’autrice, «Complicare è complicato», e se non riusciamo a rendere interessante e immediata la nostra storia, abbiamo sprecato solo tempo e lavoro. Inoltre, in quest’ottica, dobbiamo rendere personaggi e storia il meno stereotipati possibile e i dialoghi sempre nuovi e mai scontati, con battute trite e ritrite.

Show, don’t tell!
Regola fondamentale per non rovinare una bella storia e per non cadere in fallo (ed essere così relegati alla schiera degli autori noiosi dimenticati da Dio e dagli uomini) è la regola anglosassone dello Show, don’t tell, che tradotto significa “Mostra, non dire!”. In effetti è un precetto imprescindibile: proviamo a immaginare di acquistare un libro che desideravamo da tanto e di trovarci, già dalle prime pagine, alle prese con una trama propinata in maniera monocorde e meccanica… Certo, lo scrittore deve essere chiaro, ma mai noioso. Spesso nei libri per ragazzi, invece, questa regola non viene rispettata perché si parte dal presupposto che ai bambini vada spiegato tutto per filo e per segno, ma non è così! Anzi, quanto più il racconto sarà appassionante, fantasioso e pieno di suspense, tanto più il lettore in erba si abbandonerà alla storia senza remore e con entusiasmo.
Emblematiche, in questo caso, le parole di Anton Čechov: «Non dirmi che la luna brilla, mostrami il suo luccichio su un vetro rotto».

Alessandra Prospero

(direfarescrivere, anno IX, n. 95, novembre 2013)
 
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