Anno XX, n. 220
maggio 2024
 
Questioni di editoria
Regole di calligrafia:
scrivere bene si può
Tutti i perché della bella grafia,
da Stampa alternativa & graffiti
di Manuela Mancuso
Scrittura a mano e calligrafia, un binomio che potrebbe suonare antico e non attuale nell’era moderna degli avanzati mezzi di comunicazione, eppure, sono entrambi argomenti ancora di profondo interesse e di continua esplorazione. Non più obbligatorio, già dal 1970, l’insegnamento della calligrafia, della “bella scrittura”, viene abbandonato e probabilmente sarebbe finito nel dimenticatoio, o sarebbe rimasto sconosciuto per molti, se non fosse stato per quegli appassionati e quegli studiosi che hanno sempre creduto che il saper scrivere bene a mano fosse di fondamentale importanza e che andasse (e vada tutt’ora) ben oltre una semplice formalità estetica.
Francesco Ascoli (presidente dell’Associazione calligrafica italiana e storico della scrittura) e Giovanni de Faccio (calligrafo e disegnatore di caratteri nonché socio fondatore dell’Associazione calligrafica italiana) appartengono alla schiera di quanti, dello studio e soprattutto della diffusione di un corretto handwriting, hanno fatto un mestiere, quasi una vocazione, tanto che hanno ritenuto necessario realizzare insieme un volume che, garantiscono, «è dedicato a molti, quasi a tutti». Di pubblicazione non recentissima (1998) ma molto attuale nei contenuti, Scrivere Meglio. Piccolo trattato di metodica per il miglioramento della propria scrittura (Stampa alternativa & graffiti, pp. 168, € 12,00) è un libro che «con l’aiuto di esempi storici in combinazione con esercizi sperimentali e l’utilizzo di diversi materiali scrittori, aiuta a trovare una propria scrittura quotidiana soddisfacente da tutti i punti di vista: chiarezza, leggibilità e personale soddisfazione».

L’evoluzione della scrittura a mano: perché oggi scriviamo così?
Nella prima parte del testo – curata da Francesco Ascoli ‒ viene spiegato come la scrittura, per come la usiamo e conosciamo oggi, sia il risultato di una lunga evoluzione e di una mirabile opera di sintesi e di adattamenti. La storia che viene ripercorsa non è quella della nostra scrittura intesa come evoluzione del sistema dei segni originario dall’alfabeto fenicio, bensì quella dell’evoluzione graduale che ha seguìto nella pratica quotidiana. Fanno da riferimento alcune tavole esplicative: i più importanti modelli che hanno fatto da esempio e attraverso i quali diverse generazioni hanno imparato a scrivere a partire dal XVI secolo fino ai giorni nostri. «L’avvento della stampa e l’evoluzione della scrittura umanistica ebbero per effetto quello di standardizzare le scritture allora in uso. […] Dal Cinquecento in poi infatti, scendono in campo per la prima volta i calligrafi, per fornire il primi modelli da seguire e adottare. Il modello fornito dai maestri cinquecenteschi è un’umanistica rimaneggiata, denominata cancelleresca. […] Leggermente inclinata, ma sobria nei tratti eseguita con taglio della penna a becco di flauto».
Fonte e base di ispirazione per tutte le scritture europee, la cancelleresca nasce per essere dedicata ai professionisti dello scrivere, a quanti lavoravano nelle cancellerie o nelle segreterie e non per i giovani e per le scuole. Bisogna aspettare la fine del Settecento affinché la parola calligrafia e i suoi metodi divengano meno inusitati e applicati alla quotidianità della realtà scolastica: si fa strada la necessità e la convinzione che «tutti dovevano possedere una bella mano di scritto».
È da questo momento storico in poi, quindi, che nelle scuole italiane viene insegnata l’arte della calligrafia; il suo destino e la sua evoluzione si legano e dipendono inevitabilmente anche da operatori scolastici, ispettori, maestri e pedagogisti. L’insegnamento della scrittura e dei suoi metodi nel tempo diviene, infatti, sempre più spesso argomento di discussione, di continui dibattiti e subisce diversi cambiamenti.

Disgrafia e scritture disturbate: riprendiamoci la nostra scrittura!
L’azione dello scrivere a mano ai giorni nostri deriverebbe e risulterebbe influenzata da una pedagogia e da una didattica affermatesi intorno alla prima metà del Novecento: la scuola a favore di un’attività grafica più libera e spontanea.
I bambini non vengono costretti più a eseguire faticosi esercizi di copiatura perché si ritiene che questi porterebbero solo ad una scrittura standardizzata e poco personalizzata. L’insegnamento della scrittura dunque cambia: aboliti non solo fatiche ritenute inutili ma anche modelli e metodi di riferimento univoci e rigidi. Per gli autori del libro, però, frequenti scritture disturbate e disgrafie sarebbero frutto di questa didattica eccessivamente “liberalizzata” nel tempo e di inadeguati metodi di insegnamento. Oggi, questo spiegherebbe anche il fatto che molti, quando scrivono, si accorgono spesso di essere poco chiari, poco “intellegibili”, di essere disordinati e di fare anche una fatica eccessiva. «Riprendiamoci dunque la nostra scrittura»! Scrivere bene a mano non è quindi solo un’attività da calligrafi e l’opera di Ascoli e di de Faccio è chiara in questo senso.

Scrivere bene: come e perché
Leggiamo nella Premessa: «Se comprendiamo che lo scrivere è un’azione che combina una parte razionale e una irrazionale di una persona, capiamo anche che l’acquisizione della capacità di scrivere ha una notevole importanza sullo sviluppo dell’essere, non solo perché rappresenta un grande mezzo di comunicazione che completa quello gestuale e verbale, ma perché, in fase di apprendimento, incide sull’equilibrio della personalità. L’addestramento alla scrittura è quindi un evento molto importante e se ben condotto favorisce un’armonica evoluzione della persona».
La seconda ed ultima parte del libro – curata da Giovanni de Faccio ‒ è arricchita da una sezione metodologica di grande interesse dedicata all’insegnamento della scrittura italica. Dall’uso del più adatto materiale scrittorio alla postura corretta da assumere mentre si scrive, dallo studio delle proporzioni e degli spazi delle lettere agli esempi possibili di impaginazione e di disposizione delle lettere nello spazio: c’è materiale davvero sufficiente per chi è realmente intenzionato a Scrivere meglio!

Manuela Mancuso

(direfarescrivere, anno IX, n. 86, febbraio 2013)
 
Invia commenti Leggi commenti  
Segnala questo link ad un amico!
Inserisci l'indirizzo e-mail:
 


Direzione
Fulvio Mazza (Responsabile) e Mario Saccomanno

Collaboratori di redazione
Ilenia Marrapodi ed Elisa Guglielmi

Direfarescrivere è on line nei primi giorni di ogni mese.

Iscrizione al Roc n. 21969
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza n. 771 del 9/1/2006.
Codice Cnr-Ispri: Issn 1827-8124.

Privacy Policy - Cookie Policy