La sicurezza sul lavoro, si sa, è una tematica da non sottovalutare. In gioco, infatti, non ci sono solo il perfetto funzionamento degli impianti e la conformità degli ambienti, ma i beni più preziosi dei lavoratori: la salute e il benessere. Diversi sono i manuali che affrontano questo fondamentale aspetto dell’etica lavorativa, ma non sempre sono sufficienti a veicolare il messaggio. Spesso, infatti, per la formazione del lavoratore si punta su uno stile asciutto e impersonale che ricalca la normativa vigente. Avviene così che responsabili e preposti alla sicurezza conoscano a menadito il decreto legislativo 81/2008 ma, nel momento della sua applicazione pratica, collezionino un buco nell’acqua dietro l’altro. Il più delle volte la colpa è da ricercare nelle défaillances comunicative: il messaggio non arriva a chi di dovere perché, pur lodevole negli intenti, viene espresso in maniera sbagliata. Il punto è: come farsi comprendere da chi non ne può più di sterile nozionismo e non parla “burocratese”? Una risposta a questo interrogativo ci viene dal libro di Italo Ghirigato Comunicazione efficace. Per chi si occupa di salute e sicurezza sul lavoro (Edizioni lavoro, pp. 110, € 10,00).
Un approccio easy per il bisogno più “umano”
A metà strada fra un saggio specialistico e un manuale di self-help, il libro si contraddistingue per il suo approccio inusuale. Il tema della comunicazione sulla sicurezza lavorativa, che può risultare ostico e pesante, viene qui affrontato con uno stile informale e discorsivo, basato su esperienze condivise, aneddoti e citazioni celebri. Il lettore si libera così dal fardello del mero tecnicismo e si immerge in un manuale scorrevole come un romanzo. Pieno di utili e sorprendenti consigli ‒ da applicare, naturalmente, anche fuori dall’ambito lavorativo – per migliorare il proprio modo di esprimersi.
Centro del discorso è l’essere umano con il suo primario bisogno di instaurare dei contatti con gli altri. Ghirigato, sociologo e docente freelance, conosce i segreti di una comunicazione diretta ed efficace e li rivela in questa piacevole e vivace chiacchierata cartacea. Perché la regola numero uno consiste nella disposizione all’ascolto, il che non vuol dire assecondare l’altro quando è in torto o piegarsi alla remissività. Si tratta, invece, di affinare due importantissime doti: l’empatia, che permette di immedesimarci nel pensiero e nei sentimenti altrui e l’assertività, che consiste nell’affermare le proprie ragioni senza imporsi. Senza queste preziose alleate, la comunicazione diventa solo un dispiego di parole al vento. Possono, infatti, nascere dei problemi dettati da un modo di fare autoritario, egocentrico e negativo che tende a mettere la propria individualità in primo piano, trascurando tutto ciò che di buono gli altri possono offrirci.
Dimmi come pensi e ti dirò che impressione fai
Attenzione anche al linguaggio del corpo: una stretta di mano poco accattivante o un’espressione tesa e preoccupata possono segnare negativamente il nostro destino lavorativo. Perché è ormai assodato che il 93% dei feedbacks comunicativi avvengono tramite il linguaggio non verbale. Gli stessi selezionatori del personale impiegano in media cinque secondi per farsi un’idea di chi hanno di fronte: inutile girarci intorno, la prima impressione conta, e molto. Quindi, via libera a un “sorriso volontario”, a uno sguardo franco e diretto, a una gestualità attiva e a una voce chiara e impostata, a seconda degli interlocutori.
La tesi sposata da Ghirigato è semplice: sono i nostri pensieri a condizionare il nostro umore. Quindi, anche il vocabolario subirà una netta virata in positivo: bando a negazioni, avvertimenti e minacce, sì invece a parole ed espressioni che evocano sensazioni piacevoli. Il segreto è considerare l’inconscio come una spugna che assorbe ogni minima percezione, gradevole o meno che sia. Bisogna quindi giocare d’astuzia anche con noi stessi, imparando il pensiero positivo ed esternandolo agli altri. Come un novello Indiana Jones, il vero comunicatore deve sapersi destreggiare tra le insidie verbali in maniera intraprendente e scaltra, evitando qualche “non” di troppo: l’avverbio di negazione può essere fatale e disarcionare chi è armato delle migliori intenzioni. Un incoraggiamento è più efficace di mille rimproveri, un “per favore” suona molto meglio di un imperativo categorico. È importante, infatti, salvaguardare l’autostima del nostro interlocutore, evitando le generalizzazioni, i giudizi affrettati e le critiche rivolte direttamente alla persona. Al contrario, è utile abituarsi a valorizzare l’altro e a rispettare le sue opinioni, per quanto non sempre condivisibili. Perché la leadership si impara sul campo con il confronto di idee, con la gestione e con la coesione del gruppo.
Sono questi, in sostanza, i trucchi del mestiere per una Comunicazione efficace. Spunti sorprendenti, storielle divertenti e utili consigli per vivere meglio: il libro di Ghirigato scorre come un fiume in piena dalla prima all’ultima pagina. L’autore ha pensato bene di condire il discorso qua e là con una manciata di citazioni tratte dai film, dalla pubblicità o dai libri. Così George Clooney, Clint Eastwood e Oscar Wilde diventano modelli comunicativi più o meno ammirevoli. Insomma, un valido strumento formativo ma anche un manuale da leggere e rileggere, in quanto trasmette lo stesso spirito che ha animato l’autore: entusiasmo e positività.
Angela Patrono
(direfarescrivere, anno VIII, n. 76, aprile 2012)
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