Anno XXI, n. 235
ottobre 2025
 
In primo piano
Nasce Aculei Edizioni: il libro
come gesto etico e civile
La mission e il catalogo di una casa editrice
che vuole indagare “gli spazi acuminati del sapere”
di Ivana Ferraro
Il presente contributo analizza il progetto di Aculei Edizioni, giovane casa editrice, che assume gli aculei dell’istrice come simbolo di difesa e resistenza, interpretando i libri come strumenti capaci di proteggere e stimolare.
Il catalogo, articolato in cinque collane dai nomi ispirati a piante spinose, traduce in metafora la vocazione a un sapere critico e pungente.
Nato da un blog attivo dal 2022, il progetto mantiene una forte impronta distintiva comunitaria e dialogica. I fondatori sono i giornalisti Rosita Mazzei e Mario Saccomanno, che ne incarnano la dimensione civile e culturale. Inoltre, va riferito che entrambi collaborano con la nostra Agenzia letteraria Bottega editoriale. Saccomanno è anche il direttore editoriale delle due riviste Direfarescrivere e Bottega Scriptamanent. Di questo, ci scusiamo per il conflitto d’interessi. Sta di fatto che, proprio entrambi i fondatori, rivendicano e mettono in risalto l’importanza che ha rivestito e che riveste Bottega editoriale per la loro formazione professionale. Un rapporto che prosegue e continuerà anche in futuro, magari tramite la pubblicazione di autori facenti parte della “Scuderia letteraria” di Bottega.
L’articolo propone Aculei Edizioni come esempio di editoria resistente, dove la lettura è concepita come atto etico e il libro come compagno di cammino.

La mission
In un panorama editoriale attraversato da trasformazioni radicali e spesso dominato da logiche di consumo rapido, la nascita di una nuova casa editrice può apparire come un gesto di autentico coraggio, quasi fuori dal tempo. Eppure, proprio in tempi di omologazione e accelerazione, emergono realtà che scelgono di porsi come presidi di resistenza culturale, capaci di custodire e insieme provocare. Aculei Edizioni appartiene a questa categoria di esperienze rare, caratterizzate da un orizzonte simbolico preciso e da una riflessione profonda sul senso del libro oggi.
L’immagine guida è quella dell’istrice, un animale che si difende erigendo i propri aculei e che, in questa allegoria editoriale, diventa simbolo del libro come compagno fedele: non un oggetto neutro o decorativo, ma un alleato che si solleva nei momenti di necessità, che protegge e stimola, che può ferire per insegnare. La scelta di questo simbolo non è casuale: richiama l’idea che la conoscenza autentica non sia mai inoffensiva.
Leggere significa esporsi a un rischio, lasciarsi toccare da spigoli che scuotono le nostre certezze. È questa la dimensione che Aculei Edizioni rivendica come propria: fare dei testi non strumenti di intrattenimento superficiale, ma veri e propri “spazi acuminati del sapere”, come recita il motto della casa editrice, luoghi critici in cui la parola scritta acquisti incisività.

Le radici: i fondatori come custodi del progetto
Ogni iniziativa editoriale è anche una biografia collettiva che si intreccia con le storie personali di chi la fonda. Nel caso di Aculei Edizioni, i nomi di Rosita Mazzei e Mario Saccomanno, entrambi giornalisti, non sono soltanto firme istituzionali, ma incarnano la vocazione stessa del progetto.
La loro esperienza giornalistica diventa linfa per l’impresa editoriale: la scrittura come responsabilità civile, la notizia come seme di riflessione, l’articolo come primo gesto di resistenza alla dimenticanza. La scelta di dar vita a una casa editrice non nasce dunque dal desiderio di ritagliarsi uno spazio di mercato, ma dall’urgenza di trasformare l’esperienza del raccontare in un progetto culturale stabile e collettivo.
In Mazzei e Saccomanno si incarna un’idea di editoria che non separi mai il libro dalla vita, l’autore dal lettore, la cultura dalla quotidianità. La loro direzione appare come un gesto insieme personale e comunitario: dare voce a chi scrive significa ampliare la possibilità di pensiero critico in una società che rischia spesso di dimenticare la lentezza della riflessione. In questo senso, i fondatori di Aculei Edizioni possono essere letti come custodi di un’eredità e, allo stesso tempo, come seminatori di nuove forme di sapere.

Il catalogo come erbario delle spine
Una delle caratteristiche più originali di questa nuova realtà è la struttura del suo catalogo, articolato in collane che prendono nome da piante spinose e ricche di significati simbolici. Non si tratta di un vezzo estetico, ma di una scelta progettuale che traduce in immagini naturali la filosofia editoriale. Ogni collana, infatti, porta con sé una metafora che ne orienta i contenuti e ne rivela l’ispirazione profonda.
Trigona è la sezione dedicata alla narrativa. Come la pianta da cui prende nome, capace di crescere in condizioni difficili, le opere ospitate in questa collana intendono attraversare le sfumature della realtà con tenacia, senza indulgere a facili semplificazioni. La narrativa qui è pensata come lente d’ingrandimento, come strumento per cogliere il dettaglio nascosto e portare alla luce le zone d’ombra della vita quotidiana.
Stramonio identifica il territorio del fantasy. È emblematico come il riferimento vada a una pianta dal duplice volto, utilizzata in antiche tradizioni rituali ma anche portatrice di rischi. Così il fantasy, troppo spesso relegato al genere di evasione, viene interpretato come spazio visionario, come laboratorio critico per ripensare il nostro mondo attraverso universi alternativi. L’immaginazione non è una fuga, ma un esercizio di possibilità, la tensione verso ciò che non è ancora.
Cardo è il nome scelto per la collana romance. L’accostamento non è casuale: il cardo, pianta coriacea e resistente, diventa immagine di un amore che non è fragile ornamento, bensì forza appassionata e capace di durare. Le storie d’amore proposte non si limitano alla dolcezza, ma custodiscono la durezza delle passioni autentiche, con le loro contraddizioni e i loro conflitti.
Ippocastano designa la sezione della saggistica. L’albero, con i suoi frutti ruvidi e difficili da maneggiare, è simbolo perfetto di un genere che richiede impegno. Filosofia, storia, sociologia e manualistica trovano posto qui, in testi che non offrono risposte immediate ma invitano a un lavoro di apertura e di scavo, simile al rompere il guscio duro di una castagna per accedere alla sostanza interna.
Rose raccoglie la poesia. La rosa, pianta che unisce bellezza e spina, è l’immagine di un’arte che incanta e ferisce, che consola e mette alla prova. In questa collana, i versi diventano gli strumenti per interpretare il presente, restituendone la complessità attraverso il linguaggio evocativo della poesia. Insieme, queste cinque collane formano un vero e proprio erbario editoriale, in cui la spina è sempre segno di forza, protezione e resistenza. Non c’è qui l’idea di un sapere addomesticato: ogni libro conserva la capacità di pungere, di lasciare un segno, di richiedere cura.

Un’origine comunitaria: dal blog alla casa editrice
La storia di Aculei Edizioni non inizia direttamente con la pubblicazione dei libri, ma affonda le sue radici in un’esperienza precedente: un blog nato nel 2022 e dedicato a recensioni, interviste, note di lettura. È interessante osservare come questa scelta riveli una modalità di lavoro dialogica: prima di costituirsi come casa editrice, Aculei si è configurata come uno spazio aperto di confronto, un laboratorio discorsivo in cui lettori e autori potevano già incontrarsi.
Con la nascita della casa editrice, questo terreno non è stato abbandonato ma rilanciato, a dimostrazione che il libro non è visto come prodotto isolato, bensì come parte di una rete di conversazioni e riflessioni. Il blog rimane dunque il vivaio da cui germogliano i progetti editoriali, garantendo un radicamento comunitario che distingue questa realtà da molte altre, spesso concentrate soltanto sulla dimensione commerciale.

Un’etica della lettura come resistenza
Il progetto di Aculei Edizioni può essere letto anche in chiave etica. In un’epoca in cui il libro rischia di ridursi a merce intercambiabile, questa casa editrice insiste sulla sua funzione di scudo e compagno di cammino. Non si tratta di un linguaggio retorico: il libro è concepito come uno strumento di difesa interiore, come l’oggetto capace di sostenere nei momenti difficili e di fornire parole nei tempi di disorientamento.
Questa visione restituisce al lettore un ruolo attivo. Leggere non è un atto passivo di consumo, ma un incontro con un testo che può ferire e trasformare. Il lettore è invitato a maneggiare spine, a lasciarsi interrogare, a portare con sé il libro come si porta un amuleto, un oggetto da custodire e da usare. È una prospettiva che recupera la funzione profonda della letteratura e della saggistica come atti di resistenza culturale.

Un cammino di aculei e fiori: cinque domande a Rosita Mazzei
Analizzando nel suo insieme il progetto di Aculei Edizioni, emerge un’immagine potente: quella di un percorso che unisce spine e bellezza, difesa e apertura, urgenza critica e delicatezza poetica. Il logo dell’istrice e i nomi delle collane non sono semplici abbellimenti, ma componenti di una visione organica che restituisce al libro la sua capacità di essere insieme arma e rifugio, stimolo e protezione. Questa è la nostra visione partigiana.
Rivolgiamo, ora cinque domande a Rosita Mazzei, cofondatrice della casa editrice, giovane intellettuale con una formazione filosofica solida e un percorso professionale che intreccia giornalismo, attività editoriale e scrittura narrativa, atte a esplorare la filosofia e le prospettive di questa giovane realtà editoriale.

Aculei Edizioni nasce come iniziativa condivisa da una coppia di fondatori: in quale misura la dimensione personale e affettiva incide sul vostro percorso editoriale e sul modello culturale che intendete proporre?
Nel 2018, a seguito della mia laurea magistrale in Scienze Filosofiche, ho deciso di intraprendere la strada dell’editoria tramite l’Agenzia letteraria Bottega editoriale. Questo percorso è continuato anche col conseguimento del tesserino da giornalista pubblicista. Nel corso degli anni, ho operato poi per diverse case editrici e testate giornalistiche, sempre in ambito culturale, oltre ad aver pubblicato alcuni libri, aspetto che mi ha permesso di comprendere ancora meglio il mondo editoriale.
Un percorso analogo è stato intrapreso da Mario Saccomanno, con cui divido il progetto di Aculei Edizioni. Infatti, anche lui ha conseguito il tesserino da giornalista dopo le lauree e ha pubblicato libri.
Così, abbiamo deciso inizialmente di aprire un blog che si occupasse di recensioni, note di letture, interviste, ecc. Il progetto è confluito, man mano, in modo del tutto naturale, verso la nascita della casa editrice.
Queste nostre esperienze, così simili, sono inevitabilmente il nostro punto di contatto. Chiaramente, ci sono delle particolarità che si notano in diversi aspetti, quali, per esempio, i nostri gusti letterari dominanti. Queste differenze, in ogni caso, per quanto siano fondamentali e debbano restare evidenti, devono convergere verso il medesimo obiettivo: rendere Aculei Edizioni una casa editrice solida, avente specifiche caratteristiche.


La vostra dichiarata mission è quella di “scuotere” i lettori: quali tratti distintivi deve possedere un’opera per poter adempiere a tale funzione critica e stimolante?
La qualità è l’elemento attorno al quale proviamo a far gravitare tutti gli altri aspetti. Abbiamo intenzione di proporre testi che abbiano determinate caratteristiche, magari inusuali, ma comunque con l’idea di essere ben fatti, al punto da poter arrivare al cuore dei lettori e che sappiano anche colpirli. A noi interessano le storie scritte bene, ma che, al medesimo tempo, siano in grado di cogliere a fondo alcune delle mille sfaccettature che compongono il genere umano. Così, anche nei libri più eccentrici, il lettore può riuscire a trovare un messaggio che riesca a parlare al suo intimo, che riesca a far riaffiorare in lui le emozioni che lo caratterizzano. Vogliamo che i nostri libri possano concretizzare il difficile compito di lasciare un segno in chi li legge.

Quale ruolo riveste il legame con Cosenza e, più in generale, con la Calabria, nella definizione dell’identità editoriale della vostra casa editrice?
Il legame con la terra di appartenenza è certamente importante e non lo rinneghiamo affatto, ma il nostro obiettivo è raggiungere e abbracciare il più possibile i lettori sparsi per lo Stivale. Per noi non si devono mai dimenticare le proprie origini, ma le stesse devono essere un trampolino di lancio per riuscire ad arrivare anche a chi è lontano da noi.
Di conseguenza, Aculei Edizioni ha fra i propri propositi quello fondamentale di divenire una casa editrice impossibile da relegare a specifici confini territoriali. Da questo punto di vista, i primi dattiloscritti giunti in redazione dalle parti più disparate d’Italia mostrano come anche il pubblico abbia recepito tale nostra intenzione.


In un contesto editoriale fortemente condizionato dal predominio dei grandi gruppi, quali strategie immaginate di adottare per consentire ad Aculei Edizioni di crescere e consolidarsi?
Le strategie che abbiamo in mente sono molteplici. Di certo, mettiamo in campo la nostra esperienza, il nostro bagaglio culturale e le nostre propensioni lavorative. Vi è da dire, però, che, come casa editrice indipendente, non è tra le nostre intenzioni quella di guardare agli altri per paragonarci a loro e/o superarli. Noi vogliamo operare al meglio delle nostre possibilità e mettere sul piatto un buon numero di libri interessanti e ben strutturati che possano attirare l’attenzione dei lettori.

Se foste chiamati a delineare un orizzonte futuro, come immaginate Aculei Edizioni tra dieci anni e quale eredità culturale desiderereste consegnare al pubblico e al territorio?
L’eredità culturale che auspichiamo per Aculei Edizioni tra dieci anni è quella di essersi meritata un posto all’interno dell’editoria italiana. Non solo, di aver messo in pratica una serie di rapporti proficui e solidi con autori e lettori, di aver dato alle stampe un buon numero di testi degni di nota e di essere stata in grado di aderire a molteplici eventi culturali che ne possano aver fatto risaltare le caratteristiche preminenti.

Le parole di Rosita Mazzei sono state chiare, lungimiranti e coraggiose, non viziate da inficiamenti ideologici, propri di certi sistemi autarchici e ossessivamente dominati da poteri di altro tipo. Risultano autentiche e vere e rimandano a due persone che credono e portano avanti fortemente una visione nuova di società e cultura, fondata sulla libertà di pensiero, sulla dignità del lavoro creativo e sulla possibilità che il futuro possa germogliare senza catene, in cui l’alunno superi il maestro non per tradirlo, ma per onorarne l’eredità con passi ancora più audaci, onesti e consapevoli.

di Ivana Ferraro

(direfarescrivere, anno XXI, n. 235, ottobre 2025)
 
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