Franca Mannu, autrice della trilogia erotico-noir Nella tempesta (Armando editore), ha da poco pubblicato il terzo e ultimo volume: E non liberarci dal male (pp. 302, € 14,00), presentato al Salone internazionale del libro di Torino lo scorso 18 maggio.
In occasione del completamento dell’opera, è stata realizzata la presente intervista, il cui obiettivo è sviscerare piccole curiosità sia sulle macrotematiche affrontate nei romanzi dell’autrice – con particolare accento posto sulla loro componente erotica – sia sul processo creativo che ha portato alla composizione di un’opera certamente ambiziosa.
La trilogia Nella tempesta è composta dai seguenti volumi, tutti e tre contenenti la Prefazione del critico letterario Guglielmo Colombero:
· Legami (Armando editore, 2023);
· Desiderio e paura (Armando editore, 2024);
· E non liberarci dal male (Armando editore, 2025).
Al tempo dell’uscita del primo libro, Franca Mannu era solo un’esordiente. Appena due anni dopo, il percorso editoriale dell’autrice è maturato con plurime partecipazioni alle prestigiose fiere editoriali di Roma e Torino, presentazioni e firmacopie.
Dalle difficoltà nel raccordare finali autonomi di un’opera inizialmente scritta per un unico volume, dai ritagli di tempo nel quotidiano dedicati alla scrittura, Mannu chiude la travagliata storia d’amore tra Susanna, giovanissima ballerina di un night club in lotta col suo travagliato passato, e Mikhail, un feroce esponente della mafia russa. L’autrice plasma questa storia con una sensibilità in grado di accordare sregolatezza della passione e ossessività a tratti violenta con la tenerezza a cui i due amanti sono costretti a cedere, e che li porta a cercarsi con ostinazione, a trovare pace solo nell’intreccio dei loro corpi.
Dove e in quali momenti della giornata si trova più a suo agio nello scrivere? Scrive su carta, sul computer oppure sul telefono?
Il mio momento preferito è la sera tardi, quando ho archiviato la giornata lavorativa e gli impegni familiari e mi rifugio nel silenzio, dove il resto del mondo sparisce e io m’immergo nello spazio personale che ho creato. In quel momento posso essere chiunque e fare qualsiasi cosa, usando semplicemente delle parole.
In questo caso la tecnologia mi viene in aiuto perché scrivere su tablet o Pc mi rende semplice assecondare i miei ripensamenti e le modifiche, oppure la correzione del testo, inoltre sono più veloce a digitare sulla tastiera rispetto a quanto lo sarei scrivendo a mano.
Quanto tempo ha dovuto dedicare alla prima stesura del romanzo? Com’è stato conciliare i suoi impegni quotidiani con la scrittura di un’opera così ambiziosa?
La prima stesura ha richiesto circa un anno e mezzo. La cosa strana è che non mi sono mai posta la questione del tempo durante la scrittura, forse perché consideravo il testo alla stregua di un passatempo del tutto personale, dentro il quale nessuno era ammesso.
Proprio questa mia visione privata della scrittura mi ha fatto affezionare ai miei personaggi e, di conseguenza, mi ha incentivata a ritagliarmi del tempo dove non credevo ci fosse. In questo campo, però, sono avvantaggiata perché avere figli e lavorare a tempo pieno insegna a organizzare la giornata in modo matematico e a occupare ogni singolo minuto, a parte quelli che servono per respirare.
Ha individuato delle tipologie di lettori? Se sì, quali? Ha avuto la possibilità di confrontarsi con alcuni di loro? Quali sono gli apprezzamenti che ricorda con più piacere?
Anche se le persone che hanno letto la trilogia sono un numero non proprio elevato, per me sono tantissimi e li ringrazio per la fiducia che hanno riposto in una sconosciuta, autrice quasi per caso. L’inizio è stato difficile, le prime persone a esprimere apprezzamenti entusiasti sono state alcune amiche e i pochi parenti stretti. Lo so quello che si dice, cioè che i pareri di chi ti conosce non contano, ma non è così. Per me il loro giudizio è il più importante perché mi ha spinto a uscire dal mio guscio e intraprendere iniziative promozionali come i firmacopie nelle librerie oppure la partecipazione alle fiere, anche quelle locali, dove ho la possibilità di vedere il sorriso delle persone, ed è rincuorante scorgere la loro iniziale diffidenza trasformarsi in un interesse tale da spingerli ad acquistare. Non ci sono apprezzamenti che mi fanno più piacere di altri, dal semplice complimento ricevuto tramite i social, al sorriso di chi acquista il libro, alla curiosità della mia amica che vorrebbe capire come ho fatto a inventare una storia così coinvolgente, fino alla signora in apparenza burbera di fronte alle mie parole, che invece torna al mio tavolo, dopo aver fatto un giro nella fiera, e acquista il libro. Ogni segnale di apprezzamento, anche piccolo, per me è un tesoro.
Dall’uscita del primo volume ad oggi, quante copie è riuscita a vendere?
Ben più di quelle che immaginavo. I tre volumi hanno venduto assieme quasi mille copie, anche se ancora non risultano tutte.
Durante la presentazione del terzo volume al Salone internazionale del libro di Torino di quest’anno, ha affermato di aver inizialmente scritto il romanzo in un unico blocco e poi, vista la lunghezza, di aver concordato la suddivisione in tre volumi con l’editore. Ha incontrato difficoltà nel creare dei finali autonomi e al tempo stesso coerenti a conclusione di ogni libro?
Più che una vera e propria difficoltà, il dover spezzare il racconto mi ha creato qualche preoccupazione, temevo di non riuscire a trovare i punti giusti dove interrompere la storia perché nella mia mente tutto era concatenato. Ho dovuto guardare il testo da un punto di vista diverso, quasi matematico, valutando quali eventi potevano essere considerati una svolta e, quindi, adatti a fungere da conclusione. Adattare le chiusure e le riaperture dei tre volumi sembrava la parte più semplice, invece dare al lettore un finale che gli lasciasse la scelta se proseguire con il successivo volume oppure fermarsi, mi ha impegnata non poco.
Come la fa sentire aver concluso la pubblicazione della trilogia? Tra entusiasmo per il completamento e nostalgia per la fine di un percorso, sta già immaginando o scrivendo una nuova storia?
Devo dire che tra tutto, prevale la contentezza. Anche se mi rattrista sapere che i miei personaggi sono ormai cristallizzati dentro le pagine, ho capito che essi sono una parte di me e li posso far rivivere quando voglio, anche solamente parlandone con una potenziale lettrice, o un lettore, in libreria, oppure discutendone con un’amica che ha letto i libri.
In un certo senso l’aver sfrattato dalla mia immaginazione la storia di Susy e Mikhail ha liberato spazio per altre idee, che erano rimaste relegate in un angolo seminascosto del mio cervello. Da quando, all’inizio di quest’anno insieme al team di Bottega editoriale, abbiamo concluso l’editing e trovato la copertina perfetta in collaborazione con l’editore, Armando, ho potuto riprendere la stesura del nuovo romanzo, che avevo iniziato e interrotto a causa dei troppi impegni. Nei ritagli di tempo ho anche scritto alcuni racconti di poche pagine, che sono più che altro delle bozze, per il momento senza futuro. In ogni caso, non credo che smetterò di scrivere storie perché mi piace troppo.
Si ritiene un’appassionata del genere erotico? Quali sono i generi letterari che preferisce e che l’hanno ispirata nella scrittura della trilogia?
Non sono sicura di potermi definire appassionata di un solo genere letterario. Il primo libro che ho letto da ragazzina, oltre ai testi scolastici, è stato Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, poi sono passata a Edgar Allan Poe, in seguito sono stata attratta dai libri di avventura oppure polizieschi o noir, comunque con trame adrenaliniche capaci di farmi rabbrividire e sognare al tempo stesso. In realtà ho letto soprattutto dei romance che, più che altro, strizzavano l’occhio al genere erotico. In ogni caso, credo che mi abbiano aiutata a comprendere che tipo di impostazione avrei dato ai personaggi. Il carattere che ho dato a Susy e Mikhail è stata la mia linea guida per determinare il tono e la direzione delle loro azioni e reazioni in tutti gli aspetti emotivi, non solo in quello erotico.
Cosa direbbe a un lettore che non ha mai approcciato la letteratura erotica per esortarlo a scoprire e superare i pregiudizi su questo genere?
Quello erotico è un genere che suscita emozioni forti e tocca quella parte di noi che in genere rimane privata, per non dire segreta, ma sono emozioni positive che fanno bene all’anima. Chiederei al potenziale lettore cosa vuole ottenere dal libro che intende acquistare perché, di certo, se deciderà di leggerlo riceverà degli scossoni emotivi. In una società come quella in cui siamo caduti, dove viene accettata e sbandierata la violenza come fosse un lato necessario e incontrovertibile dell’essere umano, dovremmo avere il coraggio di rivolgerci al nostro lato empatico e usarlo per ritrovare emozioni positive. Solo per cominciare...
Il rapporto tra Mikhail e Susy sembra oscillare tra amore e ossessione: quanto è sano e quanto è malato il loro intreccio di corpi e anime? Crede sia un desiderio latente di molti quello di vivere una relazione tanto sbagliata quanto travolgente?
Il rapporto tra Susy e Mikhail è distorto nella misura in cui il loro approccio verso il mondo esterno lo è. Quando s’incontrano, entrambi sono assuefatti alle dosi di violenza in cui vivono, ognuno a modo proprio, di conseguenza applicano al presente ciò che il passato ha imposto loro. Nel momento in cui si avvicinano l’un l’altra e capiscono che esiste un altro modo, il loro rapporto si trasforma, quella che sembrava ossessione diventa premura e quella che sembrava dipendenza diventa appartenenza.
Probabilmente la maggior parte delle persone non sarebbe in grado di gestire una relazione così travolgente e possessiva. Purtroppo la povertà intellettuale ed emotiva di molti fa credere loro di poter possedere il proprio partner contro la sua volontà. Direi a quella persona che deve essere attenta a ciò che desidera, perché realizzare i propri sogni è molto pericoloso.
Mikhail incarna perfettamente lo stereotipo del maschio alfa, che non deve chiedere mai e si prende sempre quello che vuole. Susy appare come una vittima per buona parte del romanzo, ma a un certo punto sembra che sia lei a soggiogare il suo uomo: come avviene questo ribaltamento di posizioni?
È vero, Mikhail usa la sua intelligenza unita alla forza fisica per dirigere l’organizzazione criminale ed è convinto di poter attuare lo stesso metodo con Susy, che considera una ragazza gracile e indifesa. Proprio questa convinzione impedisce a Mikhail di dare il giusto peso all’attrazione che prova per Susy, inoltre sottovaluta il potere delle piccole premure che le riserva. Dal canto suo, Susy trova sicurezza e protezione in un uomo dotato di una corazza fatta d’acciaio. Entrambi sottovalutano il potere dell’attrazione fisica. L’alchimia che li unisce è la chiave che apre la porta delle loro anime. Quando Susy arriva a rischiare la sua vita per proteggere Mikhail, tutto cambia.
Le varie tappe del suo percorso editoriale, almeno fino ad oggi, le ha passate in compagnia di Bottega Editoriale: l’agenzia letteraria che ha letto e editato i suoi romanzi fin dalle loro primissime versioni. Com’è stato lavorare fianco a fianco con lo staff di Bottega? In base alla sua esperienza, quanto ritiene importante per un autore emergente essere affiancato da un valido agente letterario nel cammino verso la pubblicazione di un libro?
Mi vengono in mente alcuni aggettivi, come: istruttivo, stimolante, coinvolgente, a volte difficile. Prima di iniziare il lavoro di editing percepivo il mio testo al pari di una “patata bollente”, che non avrei saputo gestire e che probabilmente sarebbe rimasta archiviata del pc, ma la collaborazione con Bottega editoriale mi ha fatto cambiare prospettiva riguardo al suo destino e mi ha permesso di acquisire nuove competenze, per merito delle quali ho potuto comprendere meglio le modifiche che concordavamo. In realtà con lo staff di Bottega si è sviluppata presto una sorta di sintonia nell’interpretazione del testo che ha reso ancora più stimolante il lavoro di editing. Per una esordiente come me, aver ricevuto una valutazione obiettiva e professionale del mio testo è stato pressoché indispensabile, perché mi ha aiutata a decidere se continuare con questa avventura oppure fermarmi. Inoltre io ignoravo quanto lavoro tecnico c’è dietro un libro, quanta attenzione richiedono la copertina e l’impaginazione e tutti gli altri aspetti legati alla promozione, e in questo l’agenzia letteraria è stata molto utile. Tutto sommato, collaborare con dei professionisti mi ha concesso una possibilità concreta di entrare nel mondo editoriale e, forse, rimanerci.
Tra stereotipi ribaltati e connubi tra amore e ossessione, descritti sempre in chiave catartica e senza accondiscendenza alcuna, la trilogia di Mannu rappresenta indubbiamente un’eccellenza nel panorama noir-erotico contemporaneo. Una storia d'amore e passione nata lì dove nessuno ci avrebbe mai creduto: dalla mansuetudine della quotidianità di Susy e l’irruenta vita criminale di Mikhail. Una storia «che tocca quella parte di noi che in genere rimane privata», in grado di scaturire «scossoni emotivi» irrompendo a gamba tesa nell’emotività del lettore. Proprio come è avvenuto, forse, per l’autrice, la cui ispirazione ha dato vita a un’originale trilogia di romanzi in cui il carattere noir-thriller lascia col fiato sospeso, e la componente erotica mette a nudo i personaggi, enfatizzando il transfer emotivo del lettore e aprendo le porte a un genere letterario visto verso il quale esistono ancora pregiudizi.
A conclusione, evidenziamo che abbiamo posto una domanda anche all’editrice Chiara Iacometti, ponendo l’accento sempre sulla trilogia di Mannu, sul notevole successo che i testi stanno riscuotendo e chiedendo se si tratta di un caso eccezionale o di una dinamica che si verifica con una certa frequenza. Ecco la risposta: «Con la trilogia Nella tempesta, Franca Mannu ha portato all’interno del nostro catalogo una voce originale, capace di intrecciare la tensione del noir con la forza emotiva del romanzo erotico. La sua scrittura intensa, diretta e senza compromessi ha conquistato un pubblico crescente e appassionato, confermando come anche i generi spesso considerati “di nicchia” possano raccontare l’animo umano con profondità e autenticità e confermando inoltre come anche i libri di esordienti, quantomeno nella nostra Casa editrice, possano avere successo.
Come Armando editore, siamo orgogliosi di aver accompagnato l’autrice in questo percorso, sostenendo un progetto narrativo che dimostra come il coraggio creativo, unito a una solida visione editoriale, possa aprire nuove prospettive di lettura e stimolare un dialogo fecondo con i lettori».
Guglielmo Bussoletti
(direfarescrivere, anno XXI, n. 234, settembre 2025)
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