Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
In primo piano
Una poetica che nasce dal dubbio
e dall’analisi attenta del presente
Pubblicata da La Gru, la silloge di Peguiron racconta
le molteplici sfumature della società contemporanea
di Costanza Parisi
Non chiedermi il perché (Edizioni La Gru, pp. 60, € 12,00) è una raccolta di poesie di un giovane scrittore e poeta, Emiliano Peguiron, il cui filo conduttore è la domanda “perché”. La silloge, divisa in tre parti, analizza il mondo che ci circonda e cerca di trovare un senso alla stessa esistenza umana, attraverso la lettura di delicate poesie che arrivano a scavare nel profondo dell’animo dello stesso scrittore, ma anche, in maniera incisiva, del lettore.

I sentimenti umani: fulcro centrale della raccolta
Il centro focale di gran parte delle poesie di Peguiron è l’analisi introspettiva dei sentimenti, in particolare dell’affetto, dell’amore e della malinconia. In alcune composizioni, infatti, sembra rivolgersi direttamente a un “tu” misterioso, che ci dà l’impressione di pervadere e possedere l’anima del poeta e delle sue pagine.
L’amore rappresentato, però, non è il classico amore sentimentale, che fa battere il cuore e avvertire le farfalle nello stomaco. È un amore diverso, combattuto, maturo, percepito con una profondità d’animo coinvolgente e unica. È un filo conduttore che serpeggia tra le pagine del testo, che lascia spazio anche ad altre immagini, ad altre impressioni, ad altri sentimenti, come la disillusione per la realtà che circonda il poeta, e di conseguenza anche il lettore. Sembrerebbe essere un viaggio tra i sentimenti, le emozioni, le esperienze dello scrittore che, in qualche modo, rispecchiano anche quelle del lettore. Non è comune, infatti, che una lettura così “semplice”, se possiamo definirla tale, sia allo stesso tempo profonda e incredibilmente immersiva, tanto da chiedersi se i pensieri scritti dell’autore siano in realtà i propri.

La disillusione di una vita
Un altro elemento interessante della raccolta è notare come Peguiron si inoltri facilmente tra le anime dei giovani, di quella generazione a cui lui stesso appartiene, mostrando una ormai diffusa disillusione per la vita, la difficoltà nel portare avanti il proprio sogno generazionale e personale. Per esempio, nel componimento Caffè, tra le “lacrime” della stessa macchinetta del caffè, si possono quasi riconoscere quelle di una generazione di giovani che si ritrova ancorata a una realtà, la quale non ne riconosce il valore. O ancora, nella poesia Paranoie e nuvole si legge una sensazione di irrequietezza, di disagio nei confronti della vita stessa, come se tutto ciò che si è vissuto negli anni precedenti abbia creato difficoltà, disillusione, stanchezza e “paranoie”, appunto, che non lasciano serenità al giovane essere umano.
Le righe sono invase da una ricerca costante di tranquillità, di serenità, da parte di chi scrive, ma anche, e questo è un forte pregio della raccolta, di chi legge. Il lettore viene pervaso, lentamente, dall’idea che si vada costantemente alla ricerca della serenità, dell’essere in pace con la propria coscienza. A colui che legge, alla fine, sarà affidato il compito di proseguire o abbandonare questa investigazione assolutamente personale.

La potenza della penna: il “perché” della vita
Lo scrittore ci trascina tra le pagine grazie alla potenza della sua scrittura. Non è mai facile per una raccolta di poesie, di pensieri così intimi, creare una connessione profonda con il lettore, tale da rendere il lettore stesso scrittore. Non ci abbandona, durante la lettura, la sensazione che l’autore scriva gli stessi pensieri concepiti dal lettore. Per cui, come detto precedentemente, il lettore si immedesima perfettamente nella scrittura di Peguiron. Un elemento però ancora da sottolineare è la capacità dello scrittore di trasmettere emozioni. Non si nasconde, effettivamente, il fatto che il lettore si possa realmente emozionare leggendo le rime dell’autore. Qualche lacrima – come quella del caffè – potrebbe effettivamente scendere durante la lettura delle poesie.
Ci si vuole soffermare, per un ultimo momento, sulla domanda che sembra aleggiare per tutto il testo: “Perché?”. Perché una determinata azione, perché un determinato pensiero, perché una determinata emozione? L’autore si pone, in maniera sottile, per tutta la raccolta questa domanda, cercando di dare una spiegazione ai sentimenti che prova e che ci mostra in tutti i suoi componimenti, ma l’intento finale del suo testo è quello di lasciare la risposta al lettore. Sarà lui o lei, infatti, a cercare di rispondere agli interrogativi che, naturalmente nel corso della lettura, gli o le si affacceranno nella mente. I perché dell’autore sono sicuramente personali, noi non possiamo che immaginarli, ma il lettore può, attraverso la lettura, provare a rispondere ai propri dubbi e alle proprie domande.
È opinione di chi recensisce, in conclusione, che si tratti di un’opera poetica alla portata di tutti. In effetti, si parla spesso della difficoltà di avvicinare le persone alla lettura di testi poetici. Con questo tipo di raccolte – è augurio di chi scrive che l’autore possa pubblicarne anche altre –, il lettore “medio” potrebbe riavvicinarsi alla bellezza della poesia, e questo è un merito che non si può negare al giovane Peguiron.

Costanza Parisi

(direfarescrivere, anno XIX, n. 206, marzo 2023)
 
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