Anno XX, n. 218
marzo 2024
 
In primo piano
Maria Maddalena d’Austria: bigotta
o rivoluzionaria? Un saggio indaga
Assunta Petrosillo, per Guida Editori, analizza la vita e la politica
di una sovrana che ha abilmente pure dato lustro all’arte teatrale
di Gilda Pucci
Chi era Maria Maddalena d’Austria?
Una semplice reggente? Una bigotta? Oppure una figura eccezionale e complessa, forse troppo sottovalutata dalla storia?
Le risposte a queste domande si possono trovare nel saggio biografico Maria Maddalena D’Austria: una figlia dell’Impero nella Firenze medicea di Assunta Petrosillo (Guida Editori, pp. 272, € 14,00), opera che fa parte della “scuderia” letteraria di Bottega editoriale; un racconto analitico-descrittivo davvero interessante, intelligente, attraverso il quale si rimette magistralmente in discussione il ritratto storico, e molto stereotipato, di una nobile, prima ancora di una donna etichettata.
Con un metodo storiografico attento e scrupoloso che, per la prima volta, inquadra la vita dell’arciduchessa – considerando sia la famiglia d’origine, gli Asburgo, sia quella matrimoniale, i Medici – si delinea il profilo di una donna tutt’altro che severa e inflessibile, come è stata invece sempre descritta fino ai giorni nostri.
Un grosso valore aggiunto alla biografia è fornito dall’abbondante ricerca e dal lavoro meticoloso condotto sulle fonti. La professionalità della Petrosillo emerge pagina dopo pagina ed è intrigante il suo modus operandi con cui va alla scoperta del “vaso di Pandora” che sta dietro ogni evento e personaggio. Un testo dettagliato ed elaborato che merita di essere letto.

Una reggente fuori dalle righe
Da sempre presentata con «il collo stretto da imponenti gorgiere di pizzo o cinta di veli vedovili», dietro il ruolo austero di reggente, emerge il lato eccentrico, intimo e leggero di una donna amante degli spettacoli e abile organizzatrice di eventi.
Nella prima parte dell’opera si vedrà descritta così la fase giovanile della monarca, con un’indagine approfondita del clima culturale, fervido e stridente, che vi era presso la corte di Graz, al di là delle Alpi; un ambiente influenzato dalla musica, soprattutto italiana, dal teatro e dalla commedia dell’arte.
Di fondamentale importanza per la conferma e la certificazione dell’interesse teatrale della granduchessa è un documento redatto proprio da Maria Maddalena stessa; un’attenta descrizione di tutti gli eventi realizzati per festeggiare la sua festa di fidanzamento presso la corte medicea, in pieno carnevale.
Nella seconda parte, invece, esce fuori la sua abilità strategica di reggente, come dimostra il suo pensiero sul grande significato politico che attribuisce all’evento teatrale in sé (una lezione che aveva impartito anche ai suoi figli).
Su questa scia si vedrà la collaborazione e alleanza con la suocera, in un binomio di governo e promozione delle arti e dello spettacolo, con cui riuscirà a conservare il consenso politico anche dopo la morte del marito e un susseguirsi di lutti familiari. Si può quindi affermare che il teatro risollevò le sorti del regno.
Essendo una biografia, la terza e ultima parte narra degli ultimi anni, dell’ultimo viaggio che la reggente intraprese per tornare nella sua terra natia, l’Austria, e durante il quale troverà la morte. Una menzione particolare la meritano le descrizioni dei funerali della monarca; anche quelli spettacolari, come le rappresentazioni che l’arciduchessa incentivava e promuoveva, e svoltisi in pompa magna come richiesto dalla retorica medicea.

Lo stile
Ci troviamo di fronte a un’analisi curiosa e nuova che ci consente di conoscere in modo più approfondito una figura femminile importante per il nostro patrimonio culturale oltre a tutto un contesto teatrale e artistico, sepolto sotto la polvere di un tappeto di convenzionalità.
La lettura è scorrevole, anche grazie allo stile tipico delle pubblicazioni di stampo storico, asciutto e conciso; tuttavia la forza delle descrizioni – fresche, ragionate e, soprattutto, storicamente autentiche – contiene un fascino senza tempo, che dimostra la bravura dell’autrice, in grado di fornirci la chiave giusta per raccontare a tutto tondo la granduchessa nei suoi scorci più sconosciuti e intriganti.

Gilda Pucci

(direfarescrivere, anno XIV, n. 154, novembre 2018)
 
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