Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
In primo piano
Espandere la coscienza fino a scoprire
dei nuovi orizzonti di vitalità creativa
Il Ciliegio propone la riflessione approfondita di Loris Allemann
per un recupero della propria identità esistenziale più autentica
di Guglielmo Colombero
«Siamo ostaggi, sempre più assuefatti, di un modello sociale che ci impone come supremi traguardi il potere, il denaro, il consumismo. È un sistema di valori che ci imprigiona in una bolla irreale», scrive Martino Beltrani nella Prefazione al libro – da noi già recensito (www.bottegaeditoriale.it/larecensione.asp?id=148) ma sul quale, a seguito della recente presentazione al Salone internazionale del libro di Torino, torniamo a soffermarci – Ricomincia da qui. Una guida all’espansione di coscienza (il Ciliegio, pp. 208, € 15,00).
Il profilo dell’autore, il trentanovenne svizzero Loris Allemann, è polivalente: scrittore e musicista sul versante artistico, ma anche educatore ed esperto in riabilitazione pediatrica in ambito sociologico. Significativo il preambolo di questo suo saggio curioso e affascinante, redatto nella forma di dialogo immaginario fra due interlocutori: «Ogni essere umano possiede una coscienza che nella maggior parte dei casi è assopita, atrofizzata o cristallizzata. La fisiologica tendenza evolutiva, insita nella natura stessa della coscienza umana, viene facilmente ostacolata da diversi fattori anti-evolutivi, generando ogni sorta di malessere e insoddisfazione. Per contro, quando sussistono le condizioni favorevoli, la coscienza umana tende ad espandersi procurando pace e vitalità».
Il sentiero verso la riconquista della propria autoconsapevolezza è incardinato su cinque tappe fondamentali, sintetizzate nei paragrafi successivi: «L’espansione di coscienza è la risposta reale a tutti i problemi dell’uomo e di riflesso dell’umanità. La vera gioia di vivere, il potere creativo, salute e vitalità, fioriscono di pari passo con il progressivo sviluppo della coscienza. Come espandere la propria coscienza?».

La qualità della vita rafforza l’autocoscienza
Nell’ottica di Allemann «non serve un sistema in cui i poveri diventino ricchi per forza, e neppure un sistema in cui le persone siano tutte economicamente uguali. Ciò di cui c’è urgente bisogno è di garantire ad ogni essere umano la sua parte minima delle risorse planetarie comuni (cibo, acqua, dimora, istruzione), quale requisito fondamentale allo sviluppo delle potenzialità umane». Si parte dunque da un rilancio della libertà individuale, intesa come liberazione dal bisogno: intrappolato nella palude delle necessità materiali (in altre parole, condizionato dai cosiddetti bisogni primari), l’uomo rischia di lasciare inattuate le immense potenzialità racchiuse nella propria mente. Come scrollarsi di dosso queste incrostazioni paralizzanti?
Allemann suggerisce una tecnica semplice quanto efficace: «Uno stile di vita equilibrato, senza eccessi né carenze, è fondamentale per fornire alla coscienza le giuste condizioni espansive». Strumento teorico idoneo a riequilibrare la propria esistenza, tramite un monitoraggio costante, è quello che Allemann definisce “piramide dei sette bisogni fondamentali”: attività, comunicazione, conoscenza, creatività, relazione, respirazione, unità. «Vivere una vita equilibrata e vitale significa evolvere consapevolmente nel modo di percepire e assecondare ognuno dei sette bisogni. Alla fine di ogni anno dovresti poter constatare un’evoluzione nel modo di rapportarti ai sette bisogni fondamentali».
Più dettagliatamente: «Alimentarsi in modo sano, senza forzatamente diventare fanatici dell’alimentazione. Dare forma alla propria forza creativa, evitando di disperderla oppure di inibirla. Svolgere attività fisica, senza consumare tutte le energie a disposizione in assidue attività quotidiane. Coltivare amicizie e relazioni sincere, senza rinunciare a momenti di solitudine. Comunicare e ascoltare con la medesima profondità. Praticare meditazione e auto-indagine, evitando di chiudersi eccessivamente in se stessi. Pensare al bene comune senza trascurare il proprio benessere psicofisico».

Disintossicare e purificare la nostra mente
«I veleni mentali sono il principale ostacolo all’espansione di coscienza, saperli riconoscere come tali è il primo passo per liberare la propria coscienza». Distillato di questi veleni mentali è il cosiddetto “falso sé”: un simulacro illusorio, un artefatto che l’essere umano allestisce e trasforma in un paravento per occultare la propria identità ultima (intesa come quello che si è veramente).
Allemann elenca un catalogo di “veleni”, al cui interno il lettore dovrà individuare i tre dai quali ritiene di essere intossicato: la triade potrebbe consistere in narcisismo, invidia e gelosia, oppure in ansia, insicurezza e timore, oppure in sadismo, arroganza e prepotenza, e via dicendo. Una gamma di svariate combinazioni, un labirinto angosciante in cui l’uomo consapevole imparerà gradualmente a orientarsi: «ogni volta che la tua mente reagisce generando un qualsiasi veleno, riconoscilo e osservalo senza assecondarlo, come si osserva una nuvola passeggera».

Sviluppare la coscienza tramite la meditazione
L’espansione spontanea dell’autoconsapevolezza trova stimoli preziosi nella pratica meditativa (bastano pochi minuti di intensa concentrazione quotidiana): «l’uomo consapevole si trova ad un nuovo inizio. Avendo riconosciuto la propria ignoranza esistenziale, egli si muove verso la progressiva conoscenza di sé, così liberandosi per gradi dall’egoismo. Questo processo di conoscenza stravolge la percezione esistenziale dell’individuo, ne rivoluziona la struttura psicologica verso un nuovo ordine di idee e priorità».
Vero e proprio specchio dell’anima, esente dalle distorsioni prodotte dai bombardamenti mediatici dell’era globalizzata, la meditazione proposta da Allemann si rivela un vero e proprio antidoto non solo contro le tossine sprigionate dal contesto sociale consumistico, ma anche contro la diffusione virale di pseudovalori che, invece di far evolvere la condizione umana, la spingono verso una tremenda regressione autodistruttiva.

Percepire e comprendere chi siamo veramente
«Chi sono io? è la domanda più utile che l’essere umano possa porsi, per tutta la vita», premette l’autore, per poi tracciare due passaggi fondamentali: il superamento della “soglia dell’illusione” e il conseguimento dell’“intuizione profonda”. Oltrepassare la “soglia dell’illusione” costituisce «una vera e propria rivoluzione interiore; è il primo passo verso una vita completamente nuova. Sotto l’influsso delle emanazioni provenienti dall’inconscio superiore, l’io personale sperimenta una crescente volontà di conoscenza e libertà. Questa volontà diventa la vera forza propulsiva per la progressiva espansione della sfera cosciente, con tutto il bene che questo comporta, per individuo e collettività».
In atri termini, Allemann propone il rigetto della realtà fittizia e simulacrale costruita dalla civiltà consumistica: il grimaldello in grado di scardinare le sbarre di questa prigione invisibile è, appunto, l’anelito alla conoscenza, vera e propria linfa vitale che alimenta la coscienza individuale e la fa lievitare in direzione del passo successivo, quello dell’“intuizione profonda”. Se paragoniamo l’espansione della coscienza a un sasso scagliato nell’acqua, le onde concentriche generate dall’impatto sono le intuizioni: esse «crescono per intensità e frequenza di pari passo con la progressiva espansione della sfera cosciente. È attraverso l’intuizione profonda che possiamo accedere alla Verità che risiede in noi».

Rendere illimitati gli orizzonti della creatività
Il quinto e ultimo passo, quello che l’autore considera risolutivo nel processo di riappropriazione della propria sfera cosciente, consiste nella pratica di Ecf, Espansione consapevole focalizzata. Allemann ci fornisce la seguente definizione dell’Ecf, collocandola al culmine del percorso ascendente verso l’autoconsapevolezza: essa «consiste nell’espandere consapevolmente la propria coscienza fino a raggiungere gli strati superiori dell’inconscio. A quel punto è possibile rimanere in meditazione, recependo le emanazioni e le intuizioni che spontaneamente raggiungono l’io personale (ECF ricettiva), oppure sottoporre al Sé ogni genere di domanda o richiesta evolutiva (ECF emissiva)». La trasmissione di domande o di richieste all’inconscio superiore (in cui, secondo Allemann, è annidata la nostra vera identità, al netto da qualsiasi condizionamento esterno) è racchiusa fra due fasi meditative: se l’Ecf viene eseguito correttamente «l’individuo in evoluzione, che ricerca consapevolmente il progresso della coscienza, trae vitalità ed energia dall’inconscio superiore».
In questi passaggi, è possibile individuare alcuni aspetti particolarmente significativi del ricco retroterra filosofico e culturale di Allemann: ne fa sicuramente parte la tradizione ermetica rielaborata da Giordano Bruno nel Sigillus sigillorum, in cui le contractiones psicosomatiche descritte dal pensatore nolano presentano non poche analogie con le fasi dell’Ecf. Volendo sintetizzare la sua complessa costruzione teorica, l’autore afferma che «il vero limite è la mente umana, non la realtà. Oltre le possibilità conoscitive della ragione si spalanca un universo di possibilità e dimensioni inaudite. Appellarsi alla sola razionalità significa escludersi dalla conoscenza reale della vita. L’essere umano dispone di possibilità conoscitive ben più evolute e illimitate rispetto al solo intelletto razionale».
Stimolante e provocatorio, scritto con uno stile personalissimo, che risulta nel medesimo tempo sia divulgativo sia iniziatico, il saggio di Allemann è un prisma cangiante di suggestioni filosofiche attinte da fonti molteplici: vi ritroviamo sia il misticismo orientale sia il pragmatismo occidentale, in un amalgama di alta tensione intellettuale, da cui il lettore può liberamente estrapolare quanto gli consente di gettare un fascio di luce nei recessi, spesso inesplorati, della propria interiorità.

Guglielmo Colombero

(direfarescrivere, anno XIII, n. 138, luglio 2017)
 
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