Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
In primo piano
La letteratura erotica non è più un tabù:
l’evoluzione di un genere “in crescita”
Da Falco editore, un intrigante saggio alla scoperta di regole e
consigli utili per chi vuole cimentarsi nella scrittura “piccante”
di Elisa Barchetta
Diciamolo pure, quando si parla di letteratura erotica esiste ancora una gran confusione e probabilmente l’uscita della trilogia – seguita dai film – di Cinquanta sfumature di Grigio di E. L. James, edita da Mondadori, non ha aiutato a chiarire molti aspetti che sono invece propri di quella che è la narrativa erotica. Per questo, soprattutto per chi vuole cimentarsi nella scrittura di un testo di questo genere, può essere utile avere un piccolo vademecum che possa fornire alcuni punti fermi evitando di cadere nella banalità o di fare qualche grosso scivolone. Ecco perciò il Manuale di Tecniche e Strategie di Scrittura erotica (Falco editore, pp. 128, € 14,00) di Cristiana Danila Formetta, autrice di libri di letteratura erotica, e dell’agenzia letteraria Bottega editoriale. Questo testo, oltre a fornire una panoramica del mondo dell’Eros e utili consigli su come impostare al meglio la storia che si vuole raccontare, dà anche diverse dritte su come evitare quegli errori che potrebbero rendere il vostro libro insipido o, peggio, relegato all’ambito della pornografia.

Come impostare un romanzo erotico: il “da farsi”
Il Manuale chiarisce anzitutto come, per scrivere un buon testo di letteratura erotica, sia certamente necessaria una buona dose di fantasia, senza però eccedere, perché le vicende narrate non solo devono catturare e tenere alta l’attenzione del lettore, ma devono anche essere credibili, dal momento che, per sedurre quest’ultimo, devono permettergli di immedesimarsi nella narrazione. Tra i vari suggerimenti che il libro fornisce, il principale è quello di non dimenticare che il sesso non può essere separato dalla trama ma ne costituisce parte fondamentale. Pertanto ben vengano situazioni pepate, in cui i personaggi si danno da fare, senza però tralasciare una buona caratterizzazione degli stessi, l’accuratezza nelle descrizioni delle diverse ambientazioni, la scelta del linguaggio appropriato – dosando l’uso di parole “sporche” per concederle ai momenti più hot – e, last but not least, creare una buona dinamica del racconto (e per questo vi stupirà scoprire che potrete fare affidamento sul grande William Shakespeare).

Le cinque M dell’Eros
Esistono, anche se reperibili solo su siti clandestini nel cosiddetto deep web, libri autopubblicati che a torto vengono considerati narrativa erotica ma che in realtà narrano argomenti sostanzialmente volgari. Chi vuole occuparsi di letteratura erotica a buon livello deve, infatti, tenere ben presenti i punti fermi che questo genere non tratta; sono quelle che potremmo definire “le cinque M” dell’Eros: mai minorenni, mai animali, mai stupri, mai incesti, mai omofobia. Si tratta di valori morali riconosciuti dagli stessi autori ed editori del genere e, come ci ricorda Formetta in questo libro, certe fantasie – seppur presenti nella natura umana e nei giochi di ruolo erotici – non dovrebbero essere trasposte in un testo quasi a renderlo un «manifesto letterario dell’abuso».

Riconoscere i diversi generi di letteratura erotica
È facile cadere nell’errore di “fare di tutta l’erba un fascio” e mettere tutto nel “calderone” della categoria, ma per chi vuole scrivere un libro di narrativa erotica è fondamentale saper riconoscere i diversi sottogeneri che rientrano nel suo filone in modo da poter scegliere, consapevolmente, cosa si vuole narrare e, di conseguenza, il tono, le ambientazioni e le diverse caratterizzazioni dei personaggi. Questi elementi infatti differiscono in modo piuttosto netto a seconda che si decida di scrivere – ad esempio – un romance, un fantasy o un urban erotico. Il Manuale diventa perciò un valido aiuto per comprendere le principali differenze di genere e fare un’accurata scelta preliminare prima di cimentarsi nella stesura del vostro testo.

Le questioni ancora aperte
Due sono gli aspetti che ancora non hanno trovato una sorta di definizione anche nel mondo della letteratura erotica. Il primo riguarda un tema delicato come quello della violenza condivisa e delle cosiddette pratiche di bondage, dominazione, sottomissione e masochismo (o Bdsm). Infatti è facile imbattersi in romanzi che narrano relazioni di questo tipo, ma capita spesso che i reali elementi che caratterizzano queste stesse pratiche vengano trattati in modo confuso come se gli stessi autori non fossero pienamente informati sull’argomento. Si tratta di tematiche forti e spesso difficili da comprendere, ma il Manuale di Tecniche e Strategie di Scrittura erotica chiarisce in modo semplice gli aspetti più controversi ricordando che «tutte le pratiche erotiche fondate sulla violenza consensuale o condivisa sono da considerarsi come un gioco sessuale, non come un abuso. […] tali fantasie si basano sul consenso e sulla fiducia, e dove c’è consenso non può esserci abuso». Ancora più controversa è la questione “immagini sì, immagini no”: questo secondo punto tocca il labile confine tra narrativa e pornografia: quando inserire fotografie e disegni in un libro erotico rischia di essere confuso con il porno o, peggio, di diventarlo concretamente? Un buon suggerimento fornito da questo Manuale è quello di considerare sempre, al momento della scelta, che l’immagine è molto più potente delle parole. Pertanto, un autore di narrativa erotica deve ben ponderare la decisione di inserire questi elementi all’interno del proprio testo e, possibilmente, orientarsi su immagini meno esplicite che delineino con gusto quanto poi viene raccontato, piuttosto che ricorrere a fotografie e disegni “sfacciati”. Per i fumetti il discorso è ancora più complesso; un esempio su tutti è quello di Milo Manara, ma leggendo il Manuale scoprirete che esistono altri casi interessanti.

Osare e dosare le parole “zozze”
Parlando di narrativa erotica non si può concludere che con qualcosa di piccante. Ecco, pertanto, un punto cruciale: l’uso delle parole considerate “zozze”. Partendo dal presupposto che nessun libro di questo genere può fare a meno di questi vocaboli, il Manuale non solo fornisce utili indicazioni su quali siano preferibili da usare a seconda del periodo in cui si sceglie di ambientare il proprio testo, ma si diverte anche a offrire al lettore un piccolo dizionario dei “sinonimi e contrari” ad uso del genere. Si tratta di alcune parole che possono essere utilizzate alternativamente per non rischiare di rendere la narrazione piatta o poco stuzzicante o, al contrario, da evitare assolutamente per non risultare troppo scientifici se non addirittura scatenare ilarità o avversione. Il tutto corredato da esempi tratti dalla letteratura classica o contemporanea.

Elisa Barchetta

(direfarescrivere, anno XIII, n. 135, aprile 2017)
 
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