Provare oggi a immaginare un modello etico di finanza cooperativa che si basi su un progetto volto al benessere comune può risultare difficile. Eppure esistono storie che non sarebbero mai state scritte senza l’aiuto e il supporto di chi garantisce l’accesso al credito ai più poveri. Il Buen vivir è «una storia che rispolvera il mandato originale dell’economia, quello di “raggiungere la felicità dell’essere umano”, mentre ricorda che la finanza, “come arte della mediazione tra risorse e progetti capaci di generare altre risorse”, ha un preciso fine verso cui tendere: il bene comune». Si apre con la Prefazione di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, il libro di Roberta Ferrari e di Chiara Piva, Il credito per il Buen vivir. Storia e storie di finanza cooperativa in Ecuador (Ecra, pp. 156, € 19,00). Il testo continua con la Presentazione scritta da Alessandro Azzi, presidente Federcasse (Federazione italiana delle banche di credito cooperativo, casse rurali e artigiane) che introduce il Progetto “Microfinanza campesina”: un interessante esperimento di microcredito promosso dal Credito cooperativo italiano in Ecuador, con lo scopo di migliorare lo stile di vita dei propri abitanti. Le pagine del libro proseguono con l’Introduzione di Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse, che offre una riflessione sulla moderna scienza economica che, nei secoli, ha puntato ad affinare le tecniche di produzione e di distribuzione, speculando in Borsa e puntando su un modello economico che avrebbe dovuto sconfiggere la povertà: «E invece, proprio quando il sogno appariva a portata di mano, qualcosa non ha funzionato […] per colpa di un’onda anomala – una crisi economica senza precedenti – ci è improvvisamente apparsa lontana e continua ad allontanarsi col trascorrere dei mesi». Il Progetto “Microfinanza campesina” va controcorrente: il libro, attraverso testimonianze e interviste, mette in evidenza come il progetto oggi costituisca un’iniziativa riconosciuta a livello internazionale, in grado di promuovere un nuovo modello di cooperazione per combattere la povertà nei paesi in via di sviluppo, e di incoraggiare una finanza sana e che non abbia fini di lucro.
«Il nostro governo è di tutti, questa Patria è per tutti»
Nel testo risalta in maniera molto chiara come lo sviluppo e il successo del Progetto “Microfinanza campesina” sia anche dovuto all’approccio che ha scelto Rafael Correa, attuale presidente dell’Ecuador, già volontario per il movimento “Operazione Mato Grosso” (attivo non solo in Brasile, ma in tutta l’America Latina). Riportando un suo interessante intervento, le autrici del libro evidenziano come non sia un caso, infatti, che il presidente abbia scelto di far prevalere all’interno della Costituzione «un’economia sociale e solidale» che miri al bene comune. Nel contributo che viene riproposto nel testo, il presidente Correa sottolinea in particolare come il sistema privato capitalista moderno si debba basare sulla «stretta applicazione delle “quattro etiche”; la prima etica è quella nei confronti dei lavoratori, con il rispetto di tutti gli obblighi e le responsabilità, nella convinzione che l’essere umano non è un mero fattore di produzione ma il fine stesso di tutto il processo produttivo. La seconda riguarda la responsabilità nei confronti dell’ambiente, facendo attenzione che il processo produttivo non incida negativamente su di esso. La terza etica è quella verso lo Stato, con il rispetto di tutti gli obblighi stabiliti, principalmente attraverso il pagamento delle tasse. La quarta etica, infine, è verso i consumatori». Dall’intervento di Correa si evince come per raggiungere lo sviluppo economico in Ecuador si auspichi un cambiamento delle relazioni di forza all’interno della società per poter trasferire il potere dalle élites alla maggior parte del popolo e poter quindi garantire ai più deboli maggiori diritti e un benessere crescente, arginando sempre più la povertà.
Piccoli aiuti in grado di realizzare grandi sogni
Come si legge dalle pagine del testo, l’iniziativa “Microfinanza campesina” è attiva da più di dieci anni e si basa squisitamente sulla collaborazione diretta tra Federcasse e Codesarrollo (Cooperativa desarrollo de los pueblos, fondata dal Fondo ecuatoriano populorum progressio, Fepp). Il merito della nascita di Codesarrollo è da attribuire all’italiano Giuseppe (Bepi) Tonello che già nel 1971, con il suo arrivo a Salinas, attraverso “Operazione Mato Grosso” aveva iniziato a lavorare per lo sviluppo dell’economia locale. Tonello, infatti, con alcuni volontari salesiani e i campesinos (gli indigeni che popolano le foreste amazzoniche dell’Ecuador) aveva fondato la prima cooperativa di credito e risparmio.
Un apporto vincente che è stato possibile anche e soprattutto grazie all’intensa e proficua collaborazione con altri volontari italiani. Un nome per tutti: Antonio Polo che dell’esperienza di Salinas è stato ed è il protagonista principale.
“Operazione Mato Grosso” rappresenta quindi un vero e proprio successo e può essere riconosciuto come il primo grande passo per lo sviluppo e la crescita di Salinas e dei suoi abitanti. L’organizzazione ha favorito la nascita di varie cooperative che oggi sono in grado di produrre formaggi, maglioni, cioccolata, marmellate, oli essenziali e torrone. Un sistema produttivo di qualità che si è inserito tra l’altro nel sistema internazionale del Commercio equo e solidale.
Il testo, quindi, mette in evidenza come ad oggi, oltre 200 banche di credito cooperativo abbiano messo a disposizione prima di “Operazione Mato Grosso” e poi di Codesarrollo un plafond di oltre 34 milioni di dollari per finanziamenti a condizioni agevolate, a beneficio di oltre 150 mila famiglie di campesinos. Gli obiettivi del progetto sono enunciati con chiarezza anche nel testo e riguardano lo sviluppo dei territori delle zone di confine dell’Ecuador, l’imprenditorialità familiare, giovanile e femminile, l’acquisto delle terre da parte dei campesinos, la costruzione di nuove case, la commercializzazione e l’esportazione di prodotti agroalimentari di qualità. I finanziamenti erogati sviluppano importanti moltiplicatori sociali, ampliando le possibilità di credito per le famiglie assistite dal Fepp e da Codesarrollo.
Nel libro, inoltre, sono riportate alcune testimonianze dirette di uomini, ma soprattutto donne che, grazie all’aiuto di Codesarrollo, hanno potuto realizzare il sogno di avere un’attività lavorativa propria e anche una casa.
È l’esempio di Maria Dolores Morales Chasipanta, 46 anni, cliente di Codesarrollo. Maria vive nella periferia nord di Quito, dove si producono i ladrillos, ossia i mattoni di argilla rossi, e dove fin da piccola ha lavorato in una fabbrica per produrli. Grazie all’aiuto di Codesarrollo, però, la donna è riuscita ad avere un prestito di 500 dollari per aprire la sua fabbrica e realizzare il sogno di un’attività lavorativa propria. Un altro desiderio realizzato è quello di Rafael Tupiza Heredia: un uomo che è riuscito a creare una struttura per l’allevamento dei polli evitando di emigrare, come invece hanno dovuto fare molti suoi amici e conoscenti. Hortencia Tambi Molina è invece socia fondatrice della Cooperativa de ahorro y credito la Magdalena. La Magdalena era un’azienda che apparteneva a ricchi proprietari terrieri ma che, con il sostegno del Fepp e di Codesarrollo, gli ex huasipungueros (ossia i contadini che lavoravano la terra dei padroni in cambio di un piccolo appezzamento) sono riusciti ad acquisire, fondando una società che oggi accoglie più di 150 capi bestiame e produce più di 650 litri di latte al giorno dando lavoro a diverse famiglie e garantendo un futuro anche alle generazioni a venire.
L’esperienza, le storie e gli esempi riportati dalle autrici del libro sono una testimonianza viva e concreta di come, grazie alle banche di credito cooperativo italiane, la gestione di una finanza sana e che si fonda sulle basi della fiducia e del bene comune sia un’opportunità di crescita e sviluppo per uomini e donne che possono sperare in un nuovo futuro, abbandonando la propria condizione di povertà. Codesarrollo è oggi il più grande progetto di sviluppo realizzato in Ecuador con fondi privati, ed è diventato un case study per quanti sono interessati a conoscere la tecnica e le caratteristiche del microcredito.
M. Vitalba Giudice
(direfarescrivere, anno X, n. 105, settembre 2014) |