Anno XX, n. 220
maggio 2024
 
In primo piano
Scoprire una Roma orientaleggiante,
mistica, quasi anticipatrice del presente
Per Città del sole, Salvatore Spoto racconta l’altra faccia dell’Urbe
riscoprendone per i lettori i miti, gli uomini, i costumi, le tradizioni
di Veronica Di Gregorio Zitella
Rivivere un passato ormai lontanissimo sembra un’impresa ardua per noi abitanti di un’epoca ormai catapultata verso un avvenire velocissimo attraverso gli innumerevoli strumenti di comunicazione, dove l’oggi diventa ieri in un click. Uomini e donne dell’era digitale pensano, spesso, di conoscere praticamente tutto dell’antichità o almeno lo stretto indispensabile che ci viene insegnato durante gli anni scolastici. Per chi si dedica assiduamente allo studio del passato, dell’archeologia classica e della storia, le cose stanno in modo assai diverso. Gli specialisti del settore, infatti, sanno bene che la conoscenza della classicità è molto lontana dall’essere completa e vi sono ancora argomenti che meriterebbero di essere approfonditi, anche accantonando pregiudizi tramandati da una storiografia satura e ufficiale. Tra lo specialista e il comune cittadino può frapporsi uno scrittore che, documentandosi e aggiungendo un pizzico di fantasia, è in grado di rendere molto allettante la storia millenaria del passato, e in questo caso della nostra Capitale. Una città, centro dell’universo antico, ancora tutta da scoprire e che non smette di esercitare un fascino indiscutibile.

Da Ostia a Roma. L’uomo del futuro nell’itinerario del passato
Eccoci, dunque, insieme allo scrittore a ripercorrere le strade frequentate da uomini e donne dell’antica Roma, di ogni età ed estrazione sociale.
L’altra Roma. Racconto di un viaggio tra i misteri del passato alla scoperta dell’alba del presente (Città del sole, pp. 304, € 16,00) di Salvatore Spoto, giornalista e scrittore. Spoto è noto ai suoi lettori soprattutto per i racconti e le inchieste sui misteri del passato; molti infatti sono i suoi libri che trattano dell’antichità rivisitandola con curiosità e perizia, specialmente i testi riguardanti la sua terra, la Sicilia, come: Sicilia antica e Misteri risolti e irrisolti della Sicilia (editi entrambi da Newton compton).
Il saggio è diviso in quattro parti. La prima ci aiuta a scoprire Gli originari mezzi di comunicazione; la seconda, attraverso L’antico vento dell’Est, ci mostra le origini orientali di Roma; nella terza si scopre come il Campidoglio sia colle/culla di antichi culti, per poi concludere il nostro viaggio (IV parte) attraverso I sacri misteri d’Oriente tra sport e lussuria.
Nel libro, l’autore (e noi lettori con lui) si catapulta nella Roma antica direttamente dal futuro. L’epoca descritta è quella che va dalla fine del II secolo all’inizio del III secolo d.C., tempo dell’imperatore Settimio Severo e della sua influente moglie: Giulia Domna. Il viaggio alla scoperta dell’altra faccia di Roma, culla di culture e riti che vengono da molto lontano, ha inizio da Ostia, suo porto naturale, descritta come città di commerci e scambi, pullulante di marinai e poliglotti.
La prima guida che incontriamo è un vigile: ci troviamo, infatti, in una sontuosa caserma che può ospitare circa quattrocento uomini. L’autore descrive la caserma con dovizia di particolari e ci fornisce molte informazioni circa l’importanza e l’autorevolezza che i vigili avevano in una città caotica come Ostia antica: «Gli incendi, da queste parti, sono molto ricorrenti a causa del sovraffollamento della cittadina e, soprattutto, delle abitazioni dove le strutture lignee sono facile preda alle fiammelle ballerine delle lucerne».
Poi, cede direttamente la parola al nostro prezioso testimone, il vigile. Con grande efficacia lo scrittore riesce a descrivere una vera scena di colloquio, riusciamo ad immaginarci seduti in una bettola davanti ad un’anfora di vino appena arrivata da Falerno. Continuando a bere e con tono sempre più confidenziale il vigile inizia a spiegare come funziona il suo lavoro e, soprattutto, ci rivela la fedeltà che essi ripongono nella dea Fortuna spiegandone l’importanza religiosa: «Lo sai che è quella che riesce a mettere d’accordo maschi e femmine, nel senso che se vogliamo tenerci buone queste ultime dobbiamo affidarci alla protezione di questa dea?». Lo spunto dato dal vigile permette all’autore di dedicare un intero capitolo alla descrizione dei miracoli (primi fra tutti, quelli legati al culto di Venere) spiegandoci come le divinità e i culti a esse dedicati derivino non solo dalla Grecia, come è semplice supporre, ma anche dall’antichissima India.
Continuando la nostra passeggiata ad Ostia l’autore descrive piazze, mercati, terme e ci sembra di sentire un continuo vociare, provare sulla pelle la brezza marina, vedere bettole colme di gente assetata e vigili che corrono per domare un nuovo e pericoloso incendio. Arriviamo, infine, di fronte ad un lussuoso albergo divenuto, poi, sede conviviale della corporazione dei costruttori navali, ma vi sono anche alberghi più economici, un po’ come i nostri motel dove, spiega l’autore, è spesso consentito l’esercizio della prostituzione per soddisfare le esigenze dei clienti, con assoluta discrezione da parte dell’albergatore.

Origine orientale di Roma
Lasciandoci alle spalle Ostia arriviamo a Roma. Nella seconda parte del libro, infatti, si ripercorre l’origine della città attingendo a fonti poco utilizzate e conosciute. Inizialmente, è ricordata la figura di Evandro, re immigrato. Ci aiuta nella ricostruzione di eventi tanto lontani un liberto, Rodius, che racconta del greco Evandro molto vicino al mondo della magia e degli dei. I lontani ascendenti di Romolo avevano portato con sé le loro tradizioni, cui erano rimasti legati e che, col tempo, si fusero con quelle indigene. Lo scrittore insiste, in questa parte del libro, su questo punto, per far luce sulle origini delle usanze, dei riti e dei costumi, che sono ritenute genuinamente romane mentre, in realtà, hanno radici orientali ed in particolare indiane. Roma antica, ora, si delinea sempre più sotto i nostri occhi col suo volto caratterizzato dal sincretismo religioso, con le moltissime divinità venute da lontano, anche dall’Egitto, che popolano l’immaginario dell’uomo romano.
A tal proposito, l’autore ci ricorda che gli stranieri, all’inizio del III secolo d.C., a Roma erano ovunque e che l’imperatore, come abbiamo ricordato, Settimio Severo, era orientale e sposato alla siriana Giulia, applaudita dal popolo non solo come imperatrice ma anche come maga e astrologa. Lo straordinario multiculturalismo romano è, dunque, indagato anche nella terza parte del libro, dedicato alla religione e alla ricerca di elementi di contatto con i “riti” del presente. Ad esempio è esaminata la figura di Saturno: «È lui, dio giunto dall’Oriente, che ha portato non solo civiltà ma anche una tradizione destinata a perpetuarsi nei millenni, quella del Carnevale, per la verità talvolta confusa con i festeggiamenti del Capodanno». Vi sono, in effetti, molte similitudini tra i Saturnali e i nostri Carnevale e Capodanno, come il gioco con amici e parenti o la proclamazione di un fittizio re (di solito un liberto) con conseguente rovesciamento dei ruoli tipici del Carnevale. Inoltre l’autore non manca di ricordare che una festa molto simile ai Saturnali era sempre esistita anche nella lontana India.

Divertimenti, sfrenate passioni, lotte e rapimenti nella Roma imperiale
Nell’ultima parte del libro ci troviamo tra gli spettatori delle corse di bighe, al Circo Massimo, fatto costruire da re Tarquinio Prisco e veniamo coinvolti nel mondo del divertimento e dello spirito agonistico tutto romano. Ma questo è anche il luogo in cui ragazzi e ragazze possono liberamente incontrarsi, così come accade in molte città orientali nello stesso periodo storico. «Diciamolo chiaramente: questo è uno dei pochi luoghi in città dove la tradizione antica dei Quiriti, almeno per quanto riguarda la religione, sembra essere stata preservata almeno nella forma, anche se poco distante c’è la spettacolare facciata “astrologica” del Septizonium, il palazzo voluto da Giulia Domna». La descrizione dei grandi giochi sportivi romani porta l’autore a raccontarci del famoso ratto delle donne Sabine che sembra ricalcare, in realtà, una sorta di matrimonio orientale: «C’è di mezzo, infatti, la tradizione spartana e, in ogni caso, orientale, per la quale il matrimonio doveva somigliare ad un ratto simulato; serviva a giustificare il passaggio della donna, sotto la tutela paterna, dalla potestà del padre a quella del marito».
Altro luogo adibito per il divertimento romano era, naturalmente, il Colosseo. Maestoso e inebriante ancor oggi, non ci resta che far volare la fantasia e immaginarlo vivo, maestoso e gremito di persone, tutti muniti di lupini poiché la fila per entrare iniziava all’alba e gli spettacoli si concludevano solo al tramonto. L’Anfiteatro Flavio era luogo della socialità e dell’incontro per eccellenza, però qui donne e uomini erano separati. Nonostante la separazione netta tra i due sessi, non si freddava di certo l’animo degli spettatori romani: grazie all’autore possiamo immaginarli come moderni ultras. Infatti, vi erano delle vere e proprie tifoserie che parteggiavano per un gladiatore o un altro e le donne andavano letteralmente matte per questi uomini venuti da lontano.
Il testo si conclude con la descrizione delle due facce di Roma: ad onor del vero l’autore ci ricorda che dietro ai monumenti, gli sfarzi, i marmi, le invenzioni, l’ingegnosità e i grandiosi obelischi si nasconde lo sfruttamento degli schiavi, la povertà, il degrado sociale, il sovraffollamento e l’emarginazione. Contraddizione ancora viva in una città che, ora come allora, deve fronteggiare molteplici problemi, anche di “ordine pubblico”. Anche oggi, giungono nell’Urbe uomini e donne provenienti da lontane nazioni, nuovi immigrati il cui destino, purtroppo, somiglia a quello dei loro predecessori. Ma è quello che di buono vi era nella Roma antica, come il sincretismo religioso, che dobbiamo prendere come luminoso esempio per oggi, evitando la nascita di nuove schiavitù e nuovi imperatori.

Veronica Di Gregorio Zitella

(direfarescrivere, anno VIII, n. 77, maggio 2012)
 
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