Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
In primo piano
Quando la fiaba si muta in un incubo:
adolescenti sospesi tra sogni e pericoli
Angela Barbieri propone un interessante romanzo che fa riflettere
sulla tormentata fase dell’età giovanile. Da Città del sole edizioni
di Angela Patrono
Portatrici di archetipi universali, proiezioni di contenuti inconsci, le fiabe hanno accompagnato l’infanzia di intere generazioni. A ogni “C’era una volta…”, bambini di ieri e di oggi hanno indossato i panni di principi e principesse, si sono smarriti nel bosco della solitudine, hanno lottato contro draghi interiori nel raggiungere il castello della sospirata felicità. Ma che cosa accade quando una fiaba, con tutto il suo contenuto edipico, viene talmente interiorizzata da una ragazzina al punto da guidare – e infine spezzare bruscamente – i suoi sogni infantili? È la triste realtà raccontata da Angela Barbieri nel libro Il lupo è veramente cattivo (Città del sole edizioni, pp. 176, € 12,00).
Sara è il perno attorno al quale gira l’intera vicenda, Sara con i suoi quattordici anni, la sua freschezza e la passione quasi morbosa per la fiaba di Cappuccetto Rosso. Perché Sara è dalla parte del lupo. Non sopporta il colpo netto e spietato che il cacciatore sferra sulla sua pancia, sia pure per una buona causa, cioè il salvataggio della protagonista. No, per Sara il lupo deve essere salvato e guarito, così potrà redimersi e diventare un animale buono e innocuo. E proprio perché guidata dal desiderio della ricerca della felicità, la ragazzina coltiva il sogno di diventare veterinaria. Un sogno che perde di intensità se confrontato col grande desiderio di conoscere suo padre, figura mitica, idealizzata dal vuoto dell’assenza.
E quando questo sembrerà finalmente essersi concretizzato, ecco che Sara dovrà fare i conti con la brutalità dell’esistenza e la tragica, finale consapevolezza che le fiabe nascondono verità ineluttabili.

Famiglie tormentate e segreti pericolosi
Attorno alla vicenda principale vengono passati in rassegna una serie di personaggi in perenne conflitto con le figure genitoriali, che si ritrovano a volte, loro malgrado, a subirne il ruolo.
Federico, ragazzino introverso e sensibile, vittima di bullismo, nasconde ferite insanabili nel suo passato: gli abusi paterni, la morte della madre e la separazione dall’adorata sorellina Nina hanno contribuito ad erigere attorno a sé un muro invalicabile. Ci vorrà l’aiuto della giovane e intelligente insegnante Chiara per riscattarsi e aprirsi verso la realtà del mondo, anche se questa non lo terrà al riparo da incontri pericolosi. Come la conoscenza di Vittorio, solitario uomo di mezza età: attirato dalla sua gentilezza, Federico lo farà diventare un confidente ideale, quasi la perfetta alternativa a un padre alcolizzato e manesco. Ma perché quel signore cerca indirettamente di avere informazioni sulla sua amica Elena? Alla fine, sarà proprio il timido Federico a compiere un grande atto di coraggio: troverà la forza di liberare se stesso e i suoi amici dalle grinfie del lupo, a costo di mettere a repentaglio la sua stessa vita.
Anche gli adulti protagonisti vivono vicende travagliate e conflittuali dagli esiti alterni. Lo strazio lancinante della madre di Sara, la sua abnegazione assoluta verso la figlia, i suoi dubbi rimasti senza risposta, vengono controbilanciati dalla figura del commissario Patrizio, un uomo che, pur conscio della sua fama e dell’abilità nel portare a termine i casi più complessi, mette sempre al primo posto i rapporti familiari, come quello con la sua figlioccia Carola, cercando in ogni modo di ricucire la relazione con la sua compagna Daniela.
Perfino uno dei personaggi apparentemente più positivi e vincenti, la giovane insegnante di sostegno Chiara, attraverserà momenti bui dovuti alla scoperta di essere il frutto di un’avventura clandestina della madre durata una sola notte. Il rapporto con la figura materna, fino ad allora vissuto con gioiosa complicità, subirà così una brusca – anche se temporanea – battuta d’arresto.

Una prosa accattivante e realistica
Il linguaggio usato dall’autrice è quello di tutti i giorni: semplice, diretto e senza fronzoli. I personaggi sono delineati in modo realistico e convincente; ognuno è rappresentato nelle sue molteplici sfaccettature caratteriali, evitando così l’effetto macchietta. Ottima la scelta di far parlare ognuno di essi, a turno, in prima persona: questa tecnica narrativa coinvolge anche i personaggi “negativi”, dando modo all’autrice di esprimere una variegata gamma di stati d’animo e di dimostrare una notevole capacità di introspezione psicologica.
L’autrice finisce per dare anche un’eccellente prova di comprensione dell’universo adolescenziale: lo dimostrano le pagine del diario segreto di Sara, attraverso le quali l’autrice si è calata perfettamente nei panni di una quattordicenne, interpretandone emozioni e pensieri con spontaneità e senza forzature.

Attenti al “lupo”
Coinvolgente e scorrevole senza essere banale, il romanzo di Angela Barbieri cattura e fa riflettere. Il ritmo è serrato, la lettura è appassionante, il suo stile diretto e colloquiale la rende un’esperienza ancora più entusiasmante. C’è, ovviamente, un intento pedagogico di fondo, un chiaro invito a mettere in guardia gli adolescenti dai “lupi” travestiti da “agnelli” perennemente in agguato nella società odierna. Il tutto condito da una salsa al sapore di family drama. Perché in fondo, come recita il celebre incipit dell’Anna Karenina di Lev Tolstoj, «Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo».

Angela Patrono

(direfarescrivere, anno VIII, n. 73, gennaio 2012)
 
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