Anno XX, n. 220
maggio 2024
 
La recensione libraria
La morte, il prezzo più alto da pagare
per chi aspira a una seconda chance:
è possibile o è soltanto un miraggio?
Da Elliot edizioni, il thriller di un giovane autore
che non mancherà di emozionare e sorprendere
di Maria Assunta Carlucci
Al suo primo approccio con la scrittura, Luca Di Persio ci presenta un piacevole testo in cui si diletta con la fantasia a percorrere la strada insieme ai protagonisti, condividendo con loro paure, dolori, forti emozioni e lasciando il lettore, alla fine del romanzo, con un interrogativo senza risposta: Momento zero (Elliot edizioni, pp. 256, € 16,50).
Tutto inizia quando l’omicidio di Frank Altobelli, testimone di un processo contro la criminalità organizzata, sembra seguire lo stesso iter dell’incidente che sette anni prima aveva coinvolto la sorella e il cognato di Paolo Assi, poliziotto di giorno e killer professionista di notte. Con l’aiuto di un giovane ricercatore universitario che lavora per i servizi segreti, Francesco Gualtieri,che lo stesso Assi avrebbe dovuto in origine uccidere su commissione, Paolo Assi riesce a scovare una società segreta che esercita da duecento anni interessi in campo politico, economico e militare. La società opera con lo scopo di provocare la morte apparente dei propri clienti per dar loro una nuova vita e una nuova identità. Ma il tornaconto economico che deriva da questa messa in scena non è tutto: la vera intenzione dell’organizzazione, infatti, si trova in un caveau a novanta metri al di sotto del livello del mare.

La società segreta
Momento zero, oltre a essere il titolo del romanzo, è anche il nome della straordinaria operazione che prevede, come si è detto, di «simulare la morte dei propri facoltosi clienti e dare loro una nuova identità, un nuovo volto, una seconda vita». La società fu fondata nel 1820 da Napoleone Bonaparte con lo scopo di simulare la propria morte e porre fine all’esilio a Sant’Elena. I membri, selezionati di volta in volta tra le famiglie discendenti dai «Padri fondatori» – che erano anche i fedeli a Bonaparte –, dopo essere stati ingaggiati attraverso tre contatti, sono posti di fronte a una scelta: accettare la morte apparente e seguire le regole dell’organizzazione, oppure continuare a essere se stessi. Nel primo caso vengono sottoposti a diversi interventi chirurgici per abbandonare del tutto la precedente identità e avere così la possibilità di diventare qualcun altro, non solo attraverso il cambiamento dei propri tratti somatici, ma soprattutto mediante lo stravolgimento della propria quotidianità. Nel secondo caso devono dimenticare tutto ciò di cui hanno avuto esperienza, specie dell’esistenza della società segreta, pena la morte. L’intera organizzazione ruota intorno a un programma definito «sequenza inversa», procedimento che dovrebbe celare la formula dell’immortalità e che costituisce il fine ultimo della fondazione della società segreta stessa.

Personaggi e particolarità del romanzo
Uno dei protagonisti del romanzo è Paolo Assi, insieme poliziotto e killer. Egli ha una personalità violenta, dal grilletto facile e dedita alla droga e all’alcool. Coinvolto nelle indagini per la morte di Frank Altobelli – in quanto al servizio della polizia – e ingaggiato per uccidere – in quanto killer professionista –, è anche parte lesa nell’incidente in cui persero la vita la sorella e il cognato, evento chiave da cui origina tutta la vicenda.
Accanto alla sua figura, vi è quella, non meno importante e preziosa, di Francesco Gualtieri,ex ricercatore universitario che lavora presso i servizi segreti. Dopo aver scoperto la verità sul falso incidente stradale di Frank Altobelli, insieme ad Assi arriverà a svelare la verità sia sull’organizzazione che macchina le finte morti, sia sull’incidente che coinvolse i familiari del poliziotto-killer.
Il romanzo presenta delle particolarità a cominciare dalla struttura dei capitoli: ognuno di essi è contrassegnato da data, ora e luogo dell’avvenimento e rappresenta una finestra aperta sullo sfondo della vicenda generale in cui ogni personalità che compare nel capitolo stesso diventa personaggio principale degli avvenimenti narrati.
Altra particolarità è l’ultimo capitolo del romanzo, che dovrebbe essere l’epilogo (così titolato anche dall’autore), ma che appare a prima vista privo di significato. Si narra, in sostanza, di una semplice baruffa notturna tra coniugi; la peculiarità sta nel fatto che il protagonista è Harold Caine, ex poliziotto ora investigatore privato, il quale sta indagando sulla morte di Marilyn Monroe, ancora oggi piena di interrogativi e lati oscuri e che nel romanzo viene ricondotta alla società segreta di cui l’autore narra.
Il capitolo che si trova circa a metà del romanzo è una finestra particolare: non ha un nesso logico con tutto ciò che l’autore ha descritto fino al capitolo precedente, poiché riporta la partita di quattro giocatori di poker, i quali discutono di un omicidio andato diversamente dai piani del capo. La partita di poker resta una finestra aperta fino alla fine del romanzo, momento in cui ci si rende conto della sua importanza per il segreto nascosto nel caveau.

Impressioni e conclusioni
Il romanzo è ben curato nel linguaggio, semplice nella narrazione e scorrevole alla lettura. Dà al lettore l’impressione di non stare a leggere un libro, ma di essere davanti a una scenografia cinematografica, in virtù del fatto che il susseguirsi dei capitoli narra vicende ogni volta diverse. Il susseguirsi di vicende sempre diverse, così come la scelta di precisare luogo, data e ora all’inizio di ciascun capitolo, richiamano alla mente le pellicole cinematografiche.
L’epilogo lascia il lettore lievemente incerto e disorientato, in quanto fa nascere un interrogativo senza una possibile risposta. L’ultimo capitolo, intitolato Epilogo. Harold Caine, non corrisponde alla fine della storia, ma riconduce indietro nel tempo a una vicenda che, collocata alla fine di tutti gli avvenimenti del romanzo, appare senza senso, quasi un errore, o meglio, una negligenza da parte dell’autore e sembra piuttosto un capitolo iniziale, che precede lo svolgimento della vera e propria anima del libro. Forse un espediente narrativo, che può essere inteso come la “pietra miliare” di tutto il diramarsi delle vicende narrate, proprio per il suo raccontare l’episodio iconico della probabile prima apparizione – e quindi della prima missione – della società segreta, menzionata, inoltre, anche dai personaggi della storia. O, forse, l’autore ha voluto lasciare un’ulteriore spiegazione proprio alla fine delle vicende, anche se spiegazione propriamente detta non è, non rispondendo alle molteplici domande del lettore. Ma lasciamo al pubblico l’interpretazione definiva.
In conclusione, nonostante il riuscito velo di suspense che si coglie in alcuni passi e la felice descrizione delle sensazioni provate dal protagonista in molti punti, che spesso sembrano quasi attaccarsi alla pelle, il romanzo può lasciare nel lettore appassionato del genere thriller un vago senso di insoddisfazione, come se mancasse qualcosa, una scintilla, un quid indispensabile. Certamente la scarsa esperienza letteraria dell’autore gioca un ruolo importante nella valutazione dell’opera e ci auguriamo, quindi, che il tempo e l’esercizio possano produrre in futuro risultati sempre migliori.

Maria Assunta Carlucci

(direfarescrivere, anno VIII, n. 76, aprile 2012)
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