Anno XX, n. 220
maggio 2024
 
La recensione libraria
La passione vissuta con leggerezza:
il classico triangolo erotico in bilico
tra l’appagamento e l’inettitudine
Da Edizioni Eracle, un romanzo dolceamaro
che indaga fin dove può osare la fame d’amore
di Alessandra Stabile
Fino a che punto può arrivare un uomo pur di avere la possibilità di amare? E fino a che punto la più forte delle passioni può annullare la sua dignità? Il più delle volte si semplifica la questione attribuendo la responsabilità alla “naturale” capacità seduttrice femminile, anche se nella realtà molto spesso i rapporti tra uomo e donna sono complessi e inestricabili. In Ostaggio del sesso (Edizioni Eracle, pp. 104, € 13,00) l’ostaggio è Luca, e non solo del sesso quanto soprattutto della sua stessa debolezza e inettitudine. Andrea Mucciolo, già autore dei manuali Come diventare scrittori oggi e Come pubblicare un libro e del romanzo Divieto d’uscita, tutti pubblicati da Eremon edizioni, delinea in questo suo nuovo lavoro un personaggio talmente mediocre e incapace di vivere che il lettore ne resta quasi infastidito.
Per quanto assurda e grottesca appaia, però, la storia può avere diversi riscontri con la realtà, anche se nessuno forse avrebbe mai il coraggio di raccontarla. La decadenza umana del protagonista emerge chiara: «Forse stavo assistendo a una sorta di compromesso storico, un modo per le persone non molto belle come me di avere comunque donne bellissime, purché disposti, è ovvio, a barattare la propria dignità e, di questo, ero diventato un vero esperto. Un campione». Il cerchio, in questo modo, sembra chiudersi: la donna è donna e a volte gioca col proprio fascino, ma l’uomo spesso si annulla e volutamente diventa schiavo…

“Amore e psiche”
Romanzo psicologico, quello di Mucciolo, in cui il protagonista sembrerebbe il sesso, almeno a giudicare dal titolo. La passione di Luca per Laura è, in effetti, il “cuore” del romanzo, ma non lo è in maniera banale. L’assurdo della storia è il groviglio sentimentale e psicologico che si crea, un vero e proprio ménage à trois, ma non secondo il cliché di un uomo con due donne; in questo caso è una donna, Laura, a coinvolgere due uomini, Luca e Alfredo, in un gioco perverso e lacerante, di alienazione mentale e sociale: «Ma tutto ciò non ha nessuna importanza: io vi amo entrambi alla stessa maniera e non ho nessuna intenzione di scegliere, ve lo dico subito. Quindi ho da proporvi unicamente una soluzione: di rimanere assieme a ciascuno di voi e di vivere tutti e tre sotto lo stesso tetto! Pensate che bello, io credo che potreste anche diventare amici, in fin dei conti è come se foste parenti, dico bene?». Certo, in fondo se una donna ha i gusti molto difficili e non riesce a trovare l’uomo giusto, perché non “fonderne” due per ottenere quello ideale?
In realtà Luca non la pensa così: «Una persona normale si sarebbe alzata, l’avrebbe guardata negli occhi e le avrebbe detto: “Tu o sei una troia oppure sei gravemente malata…” Questo è ciò che avrebbe detto il vecchio Luca… Quello che non aveva ancora incontrato Laura. Come parlò invece il nuovo Luca? All’inizio non articolò parole, ma poi iniziò a riflettere. Diede diritto a quest’idea aberrante d’intrufolarsi nella propria mente, senza rispetto alcuno per la sua dignità di essere umano». L’assurdo è solo all’inizio e, non senza ovvie resistenze, comincia il compromesso a tre, scandito da turni per le uscite serali, orari per il sesso e inevitabili gelosie.
La storia assume toni grotteschi e surreali, ma l’autore descrive talmente bene i complessi meccanismi della mente umana da far diventare quasi normali i processi mentali che ne scaturiscono. Le proposte, inizialmente inaccettabili, si trasformano in ovvie pur di non perdere la donna che si desidera. È un crescendo di follia alternata a sottomissione, e i due uomini sono come prigionieri senza catene: «Un grande merito andava comunque ascritto a Laura: quello di aver sempre saputo placare ogni discussione tra me e Alfredo. Ci riusciva sempre. Le bastava minacciarci».
L’ennesima assurda richiesta smuove finalmente le coscienze di Luca e Alfredo che, quasi per errore, scoprono l’amara verità: ciò che stanno vivendo è un vera e propria “analisi di laboratorio”. Laura, in realtà, sta scrivendo un saggio di psicologia sul sentimento della gelosia, ma per farlo, evidentemente, ha bisogno di studiare il caso molto da vicino e sceglie così due uomini completamente diversi tra loro: Luca, brutto e fallito, e Alfredo, bello e prestante. Al centro lei, una donna bellissima. Tutti e tre ovviamente sotto lo stesso tetto. Peccato che l’esperimento non raggiunga l’obiettivo, ovvero quello di dimostrare la possibilità di una convivenza a tre pacifica e armoniosa. La gelosia inevitabilmente prende il sopravvento, e la rabbia dei due uomini si rivela incontrollabile al punto di mandare la donna in ospedale e i due in galera.
Il lettore ora tira un sospiro di sollievo e paradossalmente si rasserena, ma nel romanzo lo scenario cambia. Si susseguono immagini di un mondo che non appartiene ai “normali”, ma ai senzatetto, che si contendono un pezzo di cartone o un angolo della strada in cui dormire. L’itinerario, però, è sempre quello che porta verso la parte più profonda dell’animo umano per mettere in luce elementi di solidarietà che anche, e forse soprattutto, la strada e la solitudine rivelano.
Il finale è un ennesimo colpo di scena: Luca dopo tre anni esce dal carcere, vuole sciogliere solo un ultimo dubbio prima di voltare pagina alla sua vita: sapere se il libro di Laura è stato pubblicato. Lo trova presso una libreria Feltrinelli di Roma, il titolo è Teoria sulla gelosia del rapporto a tre, poco più di cento pagine e al prezzo di nove euro, l’editore quasi sconosciuto. Ne legge solo le conclusioni, volte a dimostrare che il tentativo di una convivenza armoniosa a tre è destinato a fallire, perché la felicità in una relazione non risiede nel fatto di possedere una donna di per sé, ma nel sentirsi unici ed esclusivi per l’altro. Il libro di Laura finisce nel cassonetto dell’immondizia e l’anima di Luca riprende vita.

L’ironia della sorte
Lo scorrere naturale e ironico della narrazione riesce a stemperare il forte senso d’impotenza e quasi di fastidio che il lettore percepisce sin dalle prime pagine. Lo stile è semplice e le immagini si susseguono l’una dietro l’altra con una tale fluidità da indurre a leggere il romanzo tutto d’un fiato. La vita aberrante di Luca, i suoi stati d’animo e il peso della propria coscienza risultano normali, come se l’autore non avesse compiuto il minimo sforzo per “inventare la storia”; una storia piena di tensione che oscilla tra ragione e passione, cinismo e romanticismo, maschilismo perdente e femminismo estremo. Il sesso è la potente arma che crea una forte sudditanza psicologica e un’enorme aridità umana.
Emerge un quadro amaro del modo di vivere oggi i sentimenti e le relazioni. Ma davvero possono accadere delle cose del genere? È davvero così fragile l’uomo oggi? Questo è ciò che a molti lettori verrebbe da chiedersi. Tuttavia, come spiega il poeta libanese Khalil Gibran ne Il Profeta, «La ragione e la passione sono il timone e la vela di quel navigante che è l’anima vostra. Se il timone e la vela si spezzano, non potete fare altro che, sbandati, andare alla deriva, o arrestarvi nel mezzo del mare».

Alessandra Stabile

(direfarescrivere, anno VII, n. 69, settembre 2011)

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