Anno XX, n. 218
marzo 2024
 
La recensione libraria
Dalla sofferenza ad una nuova vita:
la storia d’amore inconsueta e poetica
tra Alda Merini e Michele Pierri
Un forte sodalizio sentimentale e letterario
nel racconto biografico edito da Falco editore
di Eleonora Corrente
L’interesse di Tony di Corcia verso la figura di Alda Merini nasce già nel 2003, quando l’autore ottiene un’intervista esclusiva alla poetessa milanese per conto del Corriere del Mezzogiorno, sezione pugliese del noto quotidiano Corriere della sera, che verrà tuttavia pubblicata soltanto due anni più tardi. A distanza di un decennio vedrà la luce la presente rielaborazione biografica del colloquio tra il giornalista foggiano e l’autrice: Alda Merini e Michele Pierri. Un amore tra poeti (Falco editore, pp. 160, € 14,00).

Tra destino e poesia
Il ritratto della poetessa tracciato da di Corcia prende le sue mosse da un evento cruciale: l’amore tra Alda Merini e Michele Pierri. Il pretesto è molto semplice: il giornalista scrive per una testata pugliese, pertanto le domande sul periodo tarantino della poetessa e sulle nozze con Michele Pierri si fanno intense, tanto da diventare il perno della narrazione. La biografia, con numerosi flashback, pone sullo stesso piano la vita privata e l’evoluzione poetica di Alda Merini che, nel periodo della vicinanza con Pierri, coincidono sotto il segno della stabilità, oltre che della rinascita letteraria.
Il ritorno alla vita di Alda Merini è segnato da numerosi e notevoli vicissitudini: la morte del marito Ettore Carniti, l’internamento presso l’Ospedale psichiatrico “Paolo Pini”, a Milano, e la tangibile indifferenza del mercato editoriale nei suoi confronti. Gli unici che sapranno rimanerle sempre affezionati, colpiti dal suo talento letterario, saranno Maria Corti, Eugenio Montale, Giacinto Spagnoletti e pochi altri.
Per un lungo periodo, Michele e Alda non si incontrano di persona. Entrambi pubblicano per la stessa collana e la poetessa inizia lentamente a innamorarsi di lui attraverso la sua poesia. I due vengono per la prima volta accostati poeticamente da Pier Paolo Pasolini sulla rivista Paragone. Sarà questa la scintilla che darà inizio ad un intenso scambio a distanza tra la milanese Alda e il tarantino Michele: il telefono diventa per loro luogo di incontro e di conoscenza irrinunciabile, senza il quale Alda rischia di perdere la stabilità faticosamente conquistata dopo la parentesi manicomiale. L’enorme differenza d’età tra i due (ben trentadue anni) è completamente azzerata dall’affinità caratteriale e poetica, e viene superata raccontandosi l’uno dell’altra: Michele parla di Aminta, moglie defunta, la cui ombra è una costante delle sue liriche, e Alda parla di Ettore, suo marito che, quasi per contrappasso, svolge invece un mestiere pratico, ovvero il panettiere.
Nasce lentamente un amore telefonico empatico, profondamente intriso di compassione.

Un matrimonio di pietà e tenerezza
La salute mentale di Alda è messa in crisi dal decesso del marito, il quale, prima di morire, chiede espressamente a Michele di prendersi cura di lei dopo la sua dipartita. Pierri manterrà la promessa fino alla fine.
Il poeta tarantino si occuperà in prima persona, insieme all’aiuto di Giuseppe, uno dei suoi dieci figli, della selezione e della revisione di tutto il materiale poetico prodotto fino a quel momento dalla Merini, rendendosi autore del rilancio editoriale e pubblico della poetessa milanese. Nel 1983 viene alla luce la raccolta Le satire di Ripa, premessa indispensabile della successiva pubblicazione per la casa editrice Scheiwiller, La Terra Santa (1984), grande capolavoro della Merini, edizione nuovamente curata da Michele Pierri. Questi tuttavia non resta con le mani in mano: vista la grande fecondità letteraria di Alda, egli, negli stessi anni, dà alle stampe Passare il ponte da sola, con il quale raggiunge l’apice del culto della defunta moglie, presente in ogni oggetto e momento quotidiano.
A questo punto le vite pubbliche e private dei due si intrecciano inestricabilmente: Pierri, preoccupato per l’estrema vulnerabilità psichica della Merini, decide di sposarla. Il matrimonio, pieno di pietà e di empatia, sarà, per la poetessa dei Navigli, una vera e propria resurrezione: il raggiungimento della stabilità, il trasferimento a Taranto, la dedizione costante dell’uno verso l’altra e la quotidianità vissuta sempre all’insegna della poesia. Entrambi si dedicheranno giornalmente alla scrittura, sebbene con modalità totalmente differenti: Alda scriverà come presa da una febbre poetica spontanea e immediata, Michele, invece, preferirà la via della ponderazione e della riflessività, pesando ogni termine con molta cura.

La consapevolezza del distacco e il successo
Pierri, consapevole della sua età avanzata, non vuole che Alda rompa i legami d’amicizia tanto duramente costruiti negli anni a Milano: egli ha sempre saputo che la loro unione non sarebbe stata eterna e Alda ha ancora molti anni di vita davanti a sé. Tuttavia è innegabile che la vicinanza con Michele abbia fatto raggiungere ad Alda un livello di stabilità sconosciuto fino a quel momento, oltre che un’indubbia qualità della sua ispirazione letteraria: infatti durante gli anni Ottanta le pubblicazioni della Merini si infittiranno notevolmente.
Il peggioramento delle condizioni di salute di Michele convinceranno Alda a tornare a Milano prima della sua morte, della quale verrà a conoscenza solo molto tempo dopo: i figli di Michele la terranno all’oscuro di tutto per diverse settimane e ciò la farà sentire tradita. Ancora una volta, però, quasi per uno scherzo del destino, la vita reale troverà espressione nell’ispirazione poetica attraverso la pubblicazione nel 1988 della raccolta Testamento.
Dopo la morte di Michele, l’interesse editoriale e mediatico nei confronti di Alda Merini aumenterà vertiginosamente: numerosi giornalisti, registi e musicisti si interesseranno al suo talento poetico e lei porgerà se stessa in modo estremamente naturale, mostrandosi talvolta nel suo solito aspetto trasandato. Addirittura le arriveranno numerosi inviti di Maurizio Costanzo per partecipare alla sua nota trasmissione, così come testimoniato dall’intervista aggiunta in appendice al testo.
La fama crescente di Alda si tradurrà in un successo editoriale che aprirà felicemente gli anni Novanta con la pubblicazione della raccolta Vuoto d’amore per la rinomata etichetta editoriale torinese Einaudi. In questa selezione di liriche la figura di Pierri non poteva non essere presente: gli vengono infatti dedicate apertamente numerose poesie in essa contenute. Inoltre, grazie alla notorietà sempre maggiore della poetessa milanese, anche il nome di Michele Pierri, a lei collegato, si farà sempre più strada raggiungendo un’inaspettata popolarità post mortem.
Un matrimonio, dunque, non soltanto nella vita reale, ma anche in quella artistica con notevoli ripercussioni sulla fortuna poetica dei due autori, che dalla loro unione reciproca hanno tratto un meritato e diffuso prestigio letterario.

Eleonora Corrente

(direfarescrivere, anno XII, n. 125, maggio 2016)
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