Anno XX, n. 220
maggio 2024
 
La cultura, probabilmente
Una raccolta di brani sulle piccole cose:
tante curiosità e stimolanti divagazioni
su dettagli da conoscere ed apprezzare
La società moderna attraverso particolari della vita quotidiana,
in cento brillanti racconti minimi riuniti e pubblicati da Guanda
di Agata Garofalo
Nessuno pensa mai all’origine, al simbolismo e alle implicazioni del tramezzino nella cultura moderna. C’è una quantità enorme di oggetti e nomi strani che sono entrati sommessamente a far parte della nostra vita nonostante in molti ne disconoscano il motivo e le conseguenze implicite. Sono particolari minimi, che ci sembrano ovvi ma che invece hanno una motivazione ed un fine specifici, sui quali però non ci interroghiamo più, li accettiamo inconsciamente, per convenzione.
Lo scrittore e critico letterario Marco Belpoliti, docente di Sociologia della letteratura e Letteratura italiana presso l'Università di Bergamo, si è cimentato in un esercizio intellettuale sulle cose minime, sui dettagli quotidiani, analizzati sia nella loro contingenza che per le loro implicazioni simboliche. Si tratta di una raccolta di cento brani apparsi su La Stampa nell’arco di una decina d’anni e poi riuniti e pubblicati da Guanda con il titolo di Il tramezzino del dinosauro. 100 oggetti, comportamenti e manie della vita quotidiana (pp. 224, € 13,00).

Gli oggetti al centro del libro e del nostro mondo
Protagonisti del libro sono animali, utensili tecnologici e tradizionali, elementi, dettagli ed oggetti tra i più svariati: oltre al tramezzino e al dinosauro del titolo, ci sono il cacciavite, la chiave, le cuffie, i deodoranti per ambienti, i dissuasori di sosta, gli evidenziatori, i gonfiabili, i numeri civici, i pidocchi, gli scarabocchi, gli shopper, il taxi, i tatuaggi, la tuta, ecc.
Ogni brano è inteso come un’analisi delle usanze e dell’oggettistica del nostro paese, ma l’autore opera continui confronti con le tradizioni delle altre nazioni europee e non solo.
Egli osserva e descrive, con dovizia di particolari e molta fantasia, oggetti, strumenti, abitudini e parole che sono al centro della vita quotidiana contemporanea, la quale ci appare da una prospettiva nuova ed inusuale. Il suo sguardo si rivolge alle cose minime, con una predilezione per quelle che di solito non si notano, di cui nessuno si cura, ma che modificano il nostro rapportarci alla realtà e definiscono molti aspetti della nostra vita. Da un particolare insignificante scaturiscono racconti profondi ed a volte preziosi suggerimenti e piccole accortezze che possono rendere più allegra e facile l’esistenza di ogni giorno.
L’autore racconta inoltre di come, nel mondo contemporaneo tanto informatizzato quanto ingenuo e credulone, abitudini e disabitudini si diffondano in fretta, solo col passaparola, e si sofferma spesso sul valore di visibile ed invisibile, rappresentati rispettivamente dall’importanza di apparire e dall’ingegneria elettronica. Nel suo racconto dell’avanzamento della società attraverso le piccole cose a volte disapprova certi ritrovati tecnologici, ma in alcuni casi ne ammette alla fine l’utilità, come fa col braccialetto elettronico per bimbi, cani e criminali.

Stile e modalità narrative
Senza alcuna presunzione di ricerca linguistica o semiologica, Belpoliti ci propone le sue attente, critiche e curiose riflessioni sull’evoluzione del costume e sul mondo delle piccole cose. Partendo dai dettagli del quotidiano riesce ad intessere brevi ma fulminanti trame fatte di ragionamenti tanto semplici e godibili quanto astrusi e profondi.
Spesso racconta aneddoti sulla creazione di un oggetto o sulle conseguenze della sua diffusione, talvolta analizza con tono critico e personale il nostro modo di relazionarci ad esso, altre volte ancora coglie l'occasione per divagare un po' sul tema. Fornisce informazioni erudite ma con tono sempre ironico ed in prima persona, giudicando spesso con commenti sinceri e diretti, positivi o negativi. Ne risulta un diario minimo e molto personale già fin dalla scelta dei cento oggetti e degli aspetti da analizzare, oltre che per la presenza, ad ogni fine capitolo, di un disegno illustrativo di ciò che si è descritto, probabilmente opera dello stesso autore (si deduce dalla firma: MB).
Quella di Belpoliti è una scrittura d’impatto, quasi poetica, che lascia molto all’intuito, senza soffermarsi troppo in spiegazioni logiche e concettuali. Scrive in maniera sagace per lettori intuitivi e curiosi, facendo quasi economia di parole (condizione sicuramente dettata dalla ristrettezza degli spazi giornalistici). Su ogni oggetto costruisce un mini poema in prosa, utilizzando spesso le tecniche della similitudine e della comparazione per relazionare concetti tra loro apparentemente distanti. Raggiunge momenti di alta riflessione con interessanti ed inaspettati discorsi sulla simbologia e la linguistica, e sfoggia talvolta lampi di pura e tenera poeticità come quando racconta delle paure dei bambini nel buio della sala cinematografica: «poi si accendono le luci e loro si fanno docilmente prendere la mano da noi, i dinosauri di ogni giorno».
La lettura è rapida e poco impegnativa poiché non vi è alcuna trama da seguire. Si può saltare a piacimento da un capitolo all’altro senza un ordine preciso, perché ogni storia è una storia a sé. È una lettura spensierata, divertente e stimolante, che ci svela tanti piccoli retroscena sulle cose che abitualmente usiamo nella nostra giornata e di cui diamo per scontata l'esistenza.

Esempi di rimandi e divagazioni
I brani che compongono il volume cominciano col fornire spiegazioni pratiche, prettamente tecniche, sull’oggetto di volta in volta in questione. In seguito esso, da semplice oggetto, si converte in simbolo. Attraverso un processo di trascendentalizzazione, quindi, si aprono discussioni più profonde e ricche di suggestioni, confronti, collegamenti, richiami ed approfondimenti che non ti aspetti.
È il caso del capitolo dedicato alle “crocette”, in cui, in brevi ma acute battute, Belpoliti traccia la storia e rivela i collegamenti tra i vari significati assunti da questo simbolo: da antico strumento di tortura a segnatura dei membri delle crociate, da firma degli analfabeti a simbolo di alfabetizzazione: è infatti il segno da utilizzare nei compiti di scuola, test, domande e documenti vari. Queste diverse accezioni rimandano l’una all’altra e creano un’interessante rete di significati e significanti. Lo stesso accade con lo spazzolino da denti, che garantisce l'igiene orale ma anche un bel sorriso, cioè simpatia, fiducia, sicurezza, successo, e con i guanti «che si usano per toccare, ma soprattutto per non toccare». Allo stesso modo ci troviamo coinvolti in interessanti ed originali disquisizioni sulla società postindustriale coi suoi falsi traguardi, sulla sessualità repressa, sull’errare in entrambi i significati del termine, sull'abitare, sul consumo, sulla natura, sugli spazi pubblici, sulla trasgressione, sulle manie private e le grandi paure che ci accomunano.
L’autore rimanda spesso a famosi saggi di linguistica e semiologia quanto a meno conosciuti ed interessanti testi dedicati alle “piccole cose”: Le leggende metropolitane di Jan Harold Brunvand (Pan libri); La rivoluzione dei dettagli di Marinella Correggia (Feltrinelli); La formazione del terriccio vegetale per azione dei lombrichi di Charles Darwin (di cui ricordiamo l’edizione Utet: La formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrici [sic!] con osservazioni intorno ai loro costumi); Babbo Natale giustiziato di Claude Lévi-Strauss (Sellerio editore); Smell. Vizi e virtù del mondo degli odori di Vittorio Marchis (Utet); Storia delle cose banali di Daniel Roche (Editori riuniti), ecc.
Tramite queste divagazioni e rimandi si crea un labirinto di significati nel quale perdersi risulta piacevole e stimolante.

I pro ed i contro di una scrittura essenziale ed evocativa
Ne risulta una raccolta raffinata e curiosa di esercizi retorici che possono sembrare incompleti e fine a se stessi, poiché limitati dai confini imposti dalla colonna settimanale de La Stampa su cui vennero originariamente pubblicati, ma che hanno piuttosto la funzione di stimolare il lettore: non portano da nessuna parte ma aprono infinite strade. Sapere cosa c’è dietro ogni singolo oggetto della nostra vita quotidiana ci consente di apprezzarla meglio e di scoprire un mondo affascinante fatto di storie, luoghi, culture, creatività ed abilità. Questi dettagli, se osservati con occhio attento, possono raccontarci cose di noi che non immaginavamo e fungere da antidoto contro la superficialità dilagante nella società contemporanea. Poiché dalla conoscenza non può che nascere il rispetto per le cose.

Agata Garofalo

(direfarescrivere, anno VI, n. 53, maggio 2010)
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