Anno XX, n. 220
maggio 2024
 
La cultura, probabilmente
Tra rimbalzi di avventure e imprevisti,
alla ricerca di un campione di biliardo
sparito dopo una formidabile vittoria
Una vicenda originale, raccontata in questo amabile romanzo
edito da Città del Sole, tra intrighi e malavita nel Mediterraneo
di Luigi Fedele
Durante il campionato del mondo di biliardo di Tangeri del 1976 un colpo impossibile da realizzare consente a uno sconosciuto di vincere il titolo. Paolo Saturno, il nuovo campione del mondo, scompare misteriosamente dopo la vittoria e tutti lo credono morto. Trent’anni dopo due aspiranti scrittori, Bico e Poker, decidono di scrivere la sua storia. Il romanzo L’ottavina di Dio (Città del Sole, pp. 327, € 15,00), scritto a quattro mani da Marco Di Grazia e Francesco Villari, è il racconto del viaggio alla ricerca del campione scomparso.
Di Grazia, classe ’69, è già autore del racconto Un facile caso, inserito nell’antologia Giallo Wave (BigSquare edizioni) e del romanzo Li chiamavano Bartali e Coppi (Ibiskos editrice).
Villari, classe ’71, è, invece, alla sua prima esperienza, essendo un dirigente aziendale, comunque avvezzo alla scrittura in quanto giornalista musicale.
Dei due è solo il secondo ad aver giocato a biliardo nel corso della sua vita. A dare il via alla spedizione narrata nel romanzo è la notizia che un anziano uomo ha effettuato il colpo irrealizzabile, quello ribattezzato «ottavina di Dio». Basta questo per convincere Bico a partire per la Spagna, trascinando con sé Poker, per trovare quella storia “nuova” da raccontare che cercano da tempo. È proprio dall’arrivo nella città di Almería, in Spagna, che inizia la narrazione del loro viaggio che, attraverso una serie di disavventure, li porterà poi in Tunisia e in Grecia.
Un intreccio molto fitto di eventi che viene raccontato alternativamente dai due protagonisti, fornendo quindi due punti di vista differenti della narrazione. Attraverso numerosi flashback, che si inseriscono perfettamente nella trama, gli autori raccontano dell’incontro, avvenuto due anni prima, tra Bico e Poker nell’anticamera di un editore e di come sia nata la loro amicizia. Con lo stesso espediente narrano come il primo sia venuto a conoscenza, in una sala da biliardo, della possibile ricomparsa del campione.

In giro per il Mediterraneo
Ad Almería i due si troveranno in una difficile situazione a causa di Poker e di una donna. I protagonisti riusciranno, però, a farla franca grazie a una partita di biliardo giocata da Bico contro il campione del mondo in carica, El Brujo, per poi fuggire, insieme alla donna, a Granada, Valencia e in seguito a Barcellona. Qui un fortunato incontro gli consentirà di proseguire nella loro ricerca, senza la donna, scomparsa misteriosamente. La nuova traccia li spingerà verso un negozio di tappeti di Tangeri. Anche nella città tunisina i protagonisti avranno dei problemi e saranno sul punto di abbandonare la loro spedizione. Stavolta però sarà il timido Poker a tirare fuori l’asso dalla manica, rappresentato dalla figlia del mercante di tappeti, che darà loro le notizie di cui hanno bisogno, consentendogli così di riprendere la missione. La nuova meta sarà la città di Parga, in Grecia, dove da anni risiede ’U Vecchiu, l’anziano maestro di Saturno. Ed è proprio qui che avrà luogo l’emozionante epilogo di una storia lunga trent’anni, che era iniziata con una partita a biliardo e un colpo impossibile e si concluderà con un’altra partita e un finale che in pochi si sarebbero aspettati.

Appassionante e coinvolgente
Un romanzo ben scritto, scorrevole e bello da leggere, che sebbene tratti la storia di un campione di biliardo, appassionerà anche chi di palle, stecche e birilli ne capisce ben poco, perché gli autori non si soffermano sugli aspetti tecnici del gioco, ma danno più importanza alle emozioni e alle sensazioni dei protagonisti.
Un racconto avvincente, che coinvolge il lettore e gli consente di immedesimarsi in uno o nell’altro dei due personaggi principali, molto diversi tra loro, ma complementari l’uno all’altro. Bico è energico e pieno di iniziativa, un uomo del Sud, che vive a Roma tra mille espedienti. Molto astuto e pragmatico, trova sempre il modo di tirarsi fuori dai guai. Poker è più romantico e sognatore, un eterno “cuore infranto”, caratteristica che gli causerà non pochi guai durante il viaggio. I due si odiano e si amano proprio per questa loro grande diversità, per questo loro essere le due facce di una stessa medaglia.
I personaggi sono descritti con particolare attenzione ai particolari fisici e psicologici e ciò permette di avere la giusta misura dei toni e degli atteggiamenti tenuti nei dialoghi. Questi, a loro volta, non risultano mai scontati, pur nella loro semplicità, caratteristica che li rende gradevoli alla lettura e molto aderenti a un linguaggio colloquiale, che consente l’inserimento di espressioni idiomatiche.
I luoghi sono dipinti sempre con molta cura, facilitando l’opera di fantasia del lettore nel ricostruire mentalmente gli spazi in cui si svolgono gli eventi.
L’ottavina di Dio è un romanzo che appassiona grazie anche alle avventure/disavventure dei protagonisti, che sono immersi nello spaccato di una nicchia di società dove il gioco d’azzardo, gli intrighi e i sotterfugi sembrano essere all’ordine del giorno. Un testo che tocca, seppur marginalmente, il problema delle scommesse clandestine e delle partite truccate dalla malavita. Resta da dire solo una cosa: leggetelo e non ve ne pentirete.

Luigi Fedele

(direfarescrivere, anno VI, n. 49, gennaio 2010)
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