Anno XX, n. 220
maggio 2024
 
La cultura, probabilmente
Il misterioso caso di tanti libri “perduti”:
una rassegna di titoli più e meno recenti
persi o risucchiati da un limbo editoriale
Con il suo contributo, Simone Berni dà voce a numerosi autori
stranamente rari o in mano alla “censura”. Per Edizioni Simple
di Giuseppe Pulvirenti
Il libro è stato il primo mezzo d’intrattenimento. Pur avendo a disposizione una miriade di mezzi di comunicazione, dalla televisione al computer, da Internet ai videogiochi, per l’uomo la scrittura rappresenta lo svago principale, l’unica capace di trasportarlo in mondi alternativi, di stimolargli la fantasia e la creatività. Saremo sempre affascinati dai libri, perché tra le pagine c’è un qualcosa di non scritto che il lettore ricrea nella propria mente. Quelle immagini, quelle proiezioni mentali, saranno sue e soltanto sue, perché sono scaturite dall’immaginazione sviluppata proprio con la lettura.
Il libro, allora, lascia qualcosa in più rispetto alla visione di un film, perché a differenza di quest’ultimo, per esempio, dove lo spettatore non può far altro che assistere “passivamente” alle sequenze, con la lettura la medesima scena si può svolgere e ripetere in mille modi diversi, tutti vivi nella mente del lettore stesso. Esistono libri e libri, chiaramente.
Ci sono quelli che sopravvivono al corso dei secoli, altri che cavalcano l’onda di una stagione di successo per poi scomparire nell’oblio editoriale, altri semplicemente sono solo sfortunati e non ce la fanno a emergere.

I segreti inconfessabili dei libri pericolosi
Ma c’è anche un’altra categoria, una schiera di testi ribelli, rinnegati, “sporchi”, che al momento della loro uscita hanno magari avuto un fulmineo successo, ma che poi, per ragioni totalmente oscure e misteriose, sono scomparsi nel nulla.
A dare un nome a questi libri ci ha pensato Simone Berni, con Libri scomparsi nel nulla... ed altri che scompariranno presto delle Edizioni Simple (pp. 262, € 16,00).
Le intenzioni dell’opera sono chiare già dalla copertina nera, che sembra quasi voler segnalare un lutto, un’arrabbiatura, una denuncia; sempre nella copertina campeggia il titolo a grandi lettere, quasi urlate, per dare voce a questi libri dispersi per motivi poco chiari. Lo «scomparsi» del titolo infatti è in rosso, quasi a volerci segnalare una situazione di pericolo, e altrettanto “pericoloso” ci risulta essere lo stesso scrittore. Studioso di entomologia, ha riversato il suo modo di studiare al microscopio gli insetti sui libri, vivisezionandoli per poi catalogarli in maniera scrupolosissima quasi fossero degli strani insetti.
È questa l’operazione che Berni svolge in questo libro: dare un nome, un “codice fiscale”, un’anagrafica in poche parole, a tutti quei libri sconvenienti che “pochi” hanno sottratto il più delle volte dal mercato per i propri interessi, per non rivelare ai “molti” scomode verità.
Nel corso dei secoli, ciò è avvenuto innumerevoli volte, e il solo autore non può certo elencare tutti i casi, nessuno potrebbe: si concentra quindi su libri italiani e non, pubblicati tra l’inizio degli Anni ’80 del secolo scorso fino ad arrivare ai primi anni del nuovo millennio.

Come ti “viviseziono” un testo
Particolarità assolutamente geniale, è il dare a ogni libro un indice di rarità.
Ogni volume viene “schedato”: accanto alla foto del libro vengono infatti citati luogo e anno di pubblicazione, codice Isbn (alcuni non ce l’hanno), prezzo di copertina, valutazione 2007 e, come dicevamo sopra, l’indice di rarità, che consiste nel dare al libro, considerandone sempre la prima edizione, un determinato “valore”: si va perciò dai libri «normalmente disponibili in libreria» a quelli «scarsamente reperibili su ogni canale», dai libri «rarissimi» a quelli «ipervalutati e/o di dubbia identità».
Di ognuno Berni si diletta a raccontarci tutto il travagliato excursus editoriale, “vita e morte” quindi. Inoltre, dà al lettore un’infarinatura generale di quella terminologia essenziale che riguarda il mondo editoriale, spiegando cosa siano gli istant books, i books on demand, i ghost writers e così via.
Il libro si apre con una prefazione di Oliviero Diliberto, qui in veste non politica bensì di collezionista di libri antichi, e si chiude con uno scritto di Massimo Gatta, noto studioso di storia del libro e della tipografia.
Berni, dal canto suo, affronta molti temi scottanti in nove capitoli monotematici.

Da Berlusconi a Twin Peaks il passo è breve
Nel primo capitolo, si discute sulla figura di Berlusconi. Di quest’ultimo si è detto di tutto e di più (e si continua a farlo, in verità), ma molti, per non dire tutti, sconoscono una serie di libri incentrati su di lui. Berni, da buon cacciatore di libri qual è, ne scova di rarissimi pubblicati negli Anni ’80 e ’90: si tratta di lavori che iniziano a parlare del “fenomeno” Berlusconi, che ne parlano come genio della finanza, del mercato immobiliare e della televisione (medium che nel bene e nel male ha modificato per sempre). Ma si tratta anche di testi che iniziano a porsi determinate domande, domande che evidentemente non andavano fatte.
Libri come I maghi del canale (1985) di Pino Farinotti e soprattutto Al paese di Berlusconi (1993) di Aldo Grasso, devono aver senza dubbio infastidito il diretto interessato, al punto che questi e altri libri come per magia si sono in gran parte volatilizzati, divenendo scarsamente reperibili se non rari. Bisogna qui citare una frase del libro di Grasso: «Proviamo a immaginare che Pippo Baudo, Maurizio Costanzo, Michele Santoro, Gianfranco Funari, Fabrizio Frizzi, Toto Cutugno, Vanna Marchi, Aldo Biscardi e altre star domestiche decidano di presentarsi alle prossime elezioni; proviamo a prefigurare il tipo di democrazia cui andremmo incontro».
Sempre in questo capitolo, vengono elencati quei libri che testimoniarono la nascita di Forza Italia; quelli di giornalisti e scrittori stranieri “affascinati” dal caso Berlusconi; quelli del “fatidico” 1994, anno di svolta caratterizzato dalla sua prepotente ascesa nella scena politica, e qui ci fermiamo per citare Berlusconi. Inchiesta sul signor tv (1987) di Giovanni Ruggeri e Mario Guarino, libro che dovette dare più di un semplice fastidio a Berlusconi, altrimenti non si spiegherebbero le numerosissime copie comprate in blocco da misteriosi clienti.
E Berni continua così, citando libri rarissimi come La vita segreta di Lady Berlusconi (1996) del solito Mario Guarino, un’opera che non sarebbe dovuta uscire, in quanto unica testimonianza esistente sulla figura di Veronica Lario e che ci “illumina” sul suo passato poco cristallino; impossibile non citare poi Fratello P2 1816 (2001) di Mario Guarino (sempre lui!); l’ormai celebre L’odore dei soldi (2001) di Elio Veltri e Marco Travaglio, fino ad arrivare ai testi che vedono Berlusconi come autore.
Il secondo capitolo si incentra su temi scabrosi, quali le accuse di molestie sessuali su bambini che videro Michael Jackson al centro di forti polemiche, e testi che affrontano il tema della pedofilia. Ma la parte sicuramente più interessante di questo capitolo è quella che ci svela la figura di Luther Blisset, cioè un caso di pseudonimo collettivo dietro al quale si nascondono autori che non vogliono il loro reale nome in copertina: firmano così scritti underground e borderline che altrimenti gli procurerebbero guai.
Il terzo capitolo si concentra sui misteri americani, dalle cospirazioni di vario tipo all’11 settembre, da John Fitzgerald Kennedy al “presunto” controllo totale dell’Echelon, ipotetico sistema di controllo globale messo in atto dagli Usa e dalla Gran Bretagna; Berni poi passa in rassegna una buona parte di testi sulla saga dei Bush, documenti fortemente scomodi che svelano intrighi massonici e poteri corrotti di questa famiglia.
Dal quarto capitolo in poi, si vanno a trattare argomenti più “leggeri”.
Tanto per cominciare si toccano i “vizi” delle star: Madonna, Lady Diana, Bill Clinton e Monica Lewinsky, Maradona, fino ad arrivare all’ “italianissima” Moana Pozzi, che con il libro Moana. La spia nel letto del potere (2006) di Brunetto Fantauzzi viene dipinta come (improbabile) spia al servizio del Kgb.
E, se il quinto capitolo si sofferma sulle lordure del calcio italiano, con il sesto si va sulla Luna, per poi scoprire che forse l’uomo sulla Luna non c’è mai stato, come suggerisce Bill Kaysing nel suo celebre Non siamo mai andati sulla luna (1976).
Nel settimo fanno da padrone i manuali proibiti, rappresentati al meglio da titoli quali Killer. Manuale tecnico per sicari indipendenti (1983), e la raccolta di saggi Contro la famiglia. Manuale di autodifesa e di lotta per i minorenni (1975); mentre è quasi doveroso citare Cuban Kids (2000) di George Ancona, dove viene illustrato un innocente quadro dei bambini di Cuba e di come vivono felici e spensierati nell’isola di Castro. Certo, come no.
L’ottavo capitolo si concentra invece su vari “culti religiosi”, come per esempio quello di Scientology, setta tanto cara a volti celebri dello star system.
Il viaggio nel mondo dei libri scomparsi si conclude con l’ultimo capitolo, il più “spensierato” del gruppo che ci riporta negli Anni ’80, tra fenomeni trash e paninari italiani. A differenza degli altri libri, quelli elencati in questa sezione sono rari e poco reperibili non per la volontà di un singolo soggetto, ma per una volontà forse più cattiva e inevitabile, quella dello scorrere del tempo. Si tratta di libri cult come Sposerò Simon Le Bon; Guida al paninaro Doc. Lo stile, il linguaggio, l’attrezzatura, il cucco; alcuni libri di Jovanotti scritti tra gli Anni ’80 e ’90.
La carrellata degli ’80s giunge al capolinea con libri, diari segreti e vari manuali creati ad hocper cavalcare l’onda del successo di Twin Peaks di David Lynch, la serie tv che tra la fine degli Anni ’80 e l’inizio dei ’90 cambiò per sempre il linguaggio e i contenuti dei vari serial americani.
Giunti alla fine, si avverte una sensazione da “destino ineluttabile”, che poi è quello dei libri, destinati a scomparire. Il “rogo”, la censura, lo “smantellamento” in massa di determinate opere antipatiche ai potenti, creano una sorta di potere distorto, rendendo quasi “invincibili” certi individui perché hanno semplicemente l’informazione dalla loro.
In Almansor Heinrich Heine diceva: «Là dove si danno alle fiamme i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini».

Giuseppe Pulvirenti

(direfarescrivere, anno V, n. 47, novembre 2009)
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