Anno XX, n. 220
maggio 2024
 
La cultura, probabilmente
Colpo di spugna, di fulmine o di mano?
Guida all’ampia fraseologia dell’italiano
per non ritrovarsi nella fossa dei leoni…
Una selezione ricchissima di frasi idiomatiche di uso corrente
dalla A alla Z per scoprire diversi modi di dire. Bonacci editore
di Clementina Gatto
Durante le prime fasi dell’apprendimento di una lingua straniera, si esamina il significato delle parole e si cerca di ricondurlo alla propria lingua madre, per individuare l’area semantica che viene “coperta” nelle due lingue da significanti diversi. È tuttavia abbastanza intuitivo che nessuna lingua sia interamente traducibile in un’altra: ne sono un esempio i modi di dire, di cui Sandra Radicchi propone un ampio corpus nel suo In Italia. Modi di dire ed espressioni idiomatiche (Bonacci editore, pp. 208, € 13,00). Si tratta di una raccolta di circa duemila frasi largamente in uso nella nostra lingua, da nord a sud della penisola.
Considerando che raramente i manuali per lo studio delle lingue straniere riescono a dedicare abbastanza spazio agli idiomatismi, e che gli stessi vocabolari non ne riportano tanti, questo libro è a nostro avviso estremamente prezioso, sia per chi studia l’italiano che per i parlanti nativi, che hanno così modo di scoprire i diversi modi di dire in uso in aree diverse della penisola.

Struttura del testo e alcune frasi idiomatiche
Il testo è di facile consultazione, dato il criterio alfabetico che raggruppa le espressioni. In particolare, ciò che compare ordinato alfabeticamente non è l’articolo o necessariamente la prima parola dell’idiomatismo; per ogni modo di dire viene scelto un termine chiave: la voce fondamentale dal punto di vista semantico. Ad esempio, l’espressione Lambiccarsi il cervello sarà alla lettera “C”, sotto la voce Cervello.
Al modo di dire così riportato per esteso, segue una spiegazione del significato: si tratta di una “traduzione” in italiano non figurato, ulteriormente chiarita da un esempio, che aiuta a capire con precisione il contesto d’uso della frase.
Inoltre, la stessa voce può essere presentata in relazione a più frasi; nel caso appena preso in esame, troviamo anche il detto Avere un cervello di gallina. Per fare un altro esempio, sotto la voce Musica troviamo sia Essere sempre la stessa musica che Essere musica per le orecchie di qualcuno; sotto la voce Ippica, invece, troveremo soltanto Darsi all’ippica.
Considerate le peculiarità dei patrimoni linguistici regionali, l’autrice non attribuisce alla sua raccolta alcuna pretesa di completezza, scusandosi per le «limitazioni quantitative nella presentazione di detto patrimonio idiomatico della nostra lingua», in base alle quali ha scelto di «esclude[re] forme ed espressioni linguistiche attuali di tutto rispetto, ma di minore frequenza d’uso nell’intera penisola».
Ad ogni modo, troviamo che il corpus sia piuttosto ricco.
Segnaliamo frasi tradizionali, in cui ricorrono parole difficilmente usate in altri contesti, come Fare il volo di Icaro, Rimandare alle calende greche, Rivedersi a Filippi, Fare il figliol prodigo, Essere un Mecenate, Mandare qualcuno da Erode a Pilato ecc.
Ci sono poi tutta una serie di termini o espressioni in latino di uso piuttosto comune, come Ex aequo, Factotum, Essere “in fieri” , Ecce homo.
Ancora, vogliamo segnalare alcune espressioni che suonano assolutamente chiare a un italiano, ma che sarebbero impossibili da ricondurre al loro significato extralinguistico, come Ripagare con la stessa moneta, Fare di una mosca un elefante, Fare orecchi da mercante, Sputare l’osso, Prendere qualcosa con le pinze, Fare un tiro mancino, Andare a gonfie vele, Sputare veleno e Darsi la zappa sui piedi.

Dove il contesto supera il significato linguistico
È intuitivo che le lingue non siano fatte solo di corrispondenze dirette di significante e significato: altri fattori contribuiscono a determinare modi diversi di classificare la realtà. Riflettendo sul largo uso delle espressioni idiomatiche, naturalmente presenti anche in altre lingue, osserviamo che anche se il loro significato linguistico non è ancorabile al contesto d’uso, esse tuttavia producono un senso ampiamente condiviso tra tutti gli interlocutori. Il senso cui rimandano è chiaro, non genera ambiguità. E tuttavia, l’acquisizione di queste forme linguistiche è affidata interamente al parlato.
Chiunque voglia approfondire la conoscenza della lingua italiana, ma anche della propria, troverà nel volume un utile supporto anche dal punto di vista culturale. Soffermarsi sull’uso degli idiomatismi, infatti, può condurre lo studente straniero a un’attenta osservazione della propria lingua madre e alla riflessione sul corrispondente uso in essa di tali espressioni, per scoprire tutta la serie di immagini e metafore diverse di cui certamente essa si avvale per le medesime situazioni comunicative.

Clementina Gatto

(direfarescrivere, anno V, n. 46, ottobre 2009)
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