Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
La cultura, probabilmente
In viaggio in treno con la lingua italiana:
per apprendere in maniera sperimentale
usando metodo e strumenti appropriati
L’importanza della scelta di un manuale per i corsi di lingua L2
per immigrati e immigrate. Questa la proposta Bonacci editore
di Elisa Calabrò
L’offerta della nostra editoria per quanto riguarda i manuali di lingua italiana come lingua seconda (L2) è molto ampia, numerosi sono i libri pubblicati e numerose sono anche le novità che le case editrici specializzate propongono ogni anno. Vorremmo qui segnalare un manuale, Un giorno in Italia 1. Corso di italiano per stranieri (libro per lo studente con cd-rom, Bonacci editore, pp. 344, € 22,00), creato da Nuccia de Filippo e Loredana Chiappini – insegnanti di italiano L2 da moltissimi anni che hanno maturato gran parte della loro esperienza all’estero per poi gestire una delle scuole di italiano per stranieri più conosciute di Roma, “La torre di Babele” – e presentarne le caratteristiche attraverso una lente particolare: il suo possibile impiego nei corsi di italiano per immigrati e immigrate.

Insegnare la lingua a chi vive in Italia. Peculiarità dei corsi per immigrati
Tenere un corso di italiano a studenti residenti in Italia significa, prima di tutto, imparare a insegnare in un contesto che ha specifiche caratteristiche. Bisogna infatti scegliere una metodologia e un percorso didattico che siano adeguati alla situazione peculiare di chi giornalmente vive in contesti in cui si comunica – quasi esclusivamente – in italiano, ma che, per diverse ragioni, non ha ancora raggiunto una sufficiente conoscenza della lingua. Vanno inoltre tenute in conto le varie competenze pregresse che gli studenti e le studentesse (a volte in Italia da molto tempo) hanno acquisito grazie alla loro esperienza personale. Insomma, ci si trova davanti a gruppi classe il cui punto di partenza spesso non è di principianti assoluti, ma è un insieme complesso di conoscenze già sedimentate che vanno rinforzate o totalmente “ricostruite” in maniera corretta.
La ricerca di un metodo didattico per chi non ha ricevuto una formazione specifica per l’insegnamento dell’italiano L2, si lega strettamente a quella di un buon manuale. Quello che qui presentiamo, nasce da una lunga esperienza “sul campo” e propone un percorso di apprendimento efficace e ampiamente riproducibile in corsi di italiano per stranieri di diversa tipologia.
Un giorno in Italia 1 non è stato pensato appositamente per l’insegnamento a immigrati e immigrate ma, grazie all’approccio didattico che lo caratterizza e alla sua stessa struttura, può essere utilizzato anche con gruppi classe “particolari” e in contesti “non convenzionali” come quello di cui chi scrive ha diretta esperienza.
Tale esperienza è maturata all’interno di un centro sociale occupato e autogestito di Roma che ha deciso, circa dieci anni fa, di investire competenze ed energie nella realizzazione di un corso di italiano per studenti immigrati senza permesso di soggiorno: nella capitale sono moltissimi i “clandestini” che, pur lavorando e vivendo nel nostro paese da anni, non possono accedere ai vari corsi di italiano come lingua seconda attivi in città, proprio perché non hanno un permesso regolare. Va da sé che la spirale di isolamento e mancanza di conoscenze si stringe intorno a queste persone: con una scarsa padronanza della lingua non si riesce a fare “il salto” professionale mettendo in luce le proprie capacità e, soprattutto, non si ha possibilità di far valere i propri diritti.
Il manuale edito da Bonacci ha rappresentato, nell’esperienza appena raccontata, un utile strumento didattico, insieme ad altri testi e all’elaborazione di materiali fai-da-te creati ad hoc dagli insegnanti nel corso degli anni.
Un giorno in Italia 1 organizza il percorso di apprendimento sulla base di un approccio comunicativo, usando nelle trenta unità didattiche materiale autentico per l’introduzione dei diversi contenuti grammaticali e lessicali.
L’importanza dell’uso di materiale che non sia decontestualizzato dalla quotidianità è connessa con l’obiettivo che un corso di italiano L2 deve raggiungere: permettere agli studenti di poter riutilizzare tutto ciò che viene affrontato e imparato in classe anche all’esterno, nella vita di tutti i giorni. Per far sì che gli studenti raggiungano una certa autonomia nel reimpiego dei materiali linguistici, è necessario affrontare nel contesto di apprendimento le situazioni reali con un lessico appropriato al livello di difficoltà gradualmente crescente, in modo tale da inserire i contenuti grammaticali all’interno della vita quotidiana e stimolare così la capacità di comprendere la funzionalità delle strutture linguistiche che saranno poi utili anche in ambiti differenti da quello di apprendimento.

Prendo un treno per imparare l’italiano
Come detto, il metodo utilizzato dalle due autrici si può definire comunicativo.
I contenuti grammaticali non vengono presentati a priori allo studente ma sono “scoperti” in maniera attiva, la stessa disposizione dei testi che introducono gli argomenti e degli esercizi proposti (insieme alle utili indicazioni fornite agli insegnanti nel libro apposito Un giorno in Italia 1. Corso di italiano per stranieri. Guida per l’insegnante. Con test di verifica, Bonacci editore, pp. 144, € 10,00) che fa da pendant a quello indirizzato agli studenti, suggeriscono di approcciarsi alla lingua in modo induttivo, sviluppando, con la guida dell’insegnante, competenze linguistiche attive facilmente riproducibili.
Il senso di un’impostazione di questo tipo, che pone, per esempio, alla fine dell’unità e non all’inizio il momento della presentazione delle regole, è proprio quello di non fornire una conoscenza “libresca” della lingua, simile a quella che, spesso, si ottiene con i tradizionali metodi frontali: quanti di noi hanno seguito un corso di inglese imparando alla perfezione a indicare le posizioni degli oggetti (con la famosa frase: «The pen is on the table...») e non riuscendo poi a chiedere informazioni a un passante londinese?
L’impianto base delle unità prevede una presentazione generale del contesto e del lessico utile alla comprensione globale; un testo da leggere o ascoltare, una serie di esercizi e infine delle schede grammaticali che riassumono i contenuti presentati nel capitolo e sono utili per ripassare.
Il tutto è integrato con testi autentici: brani di romanzi, poesie, articoli di giornale, canzoni, registrazioni di conversazioni da ascoltare con il cd allegato, che permettono allo studente di confrontarsi con una lingua viva e vera.
L’intero percorso di insegnamento della lingua è inserito all’interno di una cornice significativa, un viaggio in treno dal Nord al Sud dell’Italia, che permette di avere un filo conduttore che guida insegnante e studenti durante tutto il corso. Tale cornice ha una rilevanza metodologica interessante perché consente di dare ai contenuti grammaticali e lessicali che via via si presentano una coesione testuale che attira l’attenzione degli studenti e favorisce i progressi nell’apprendimento. Ogni elemento nuovo, infatti, viene inserito all’interno di un ambito più generale già conosciuto che “rassicura” lo studente.
Già dall’indice si può avere un’idea di come siano strutturate le varie unità didattiche; gli episodi che le costituiscono sono suddivisi in tre parti: grammatica, lessico e aree tematiche, funzioni. Dimostrazione del fatto che lo strumento principale per l’apprendimento della lingua e delle regole grammaticali che ne costituiscono l’ossatura, non possa prescindere dal contesto linguistico in cui tali strutture si inseriscono.
Occorre sottolineare che Un giorno in Italia 1 è un manuale che non è concepito per l’autoapprendimento, ma che prevede sempre la presenza di un insegnante che guida e adatta contenuti ed esercizi al gruppo classe. La necessità di rielaborare il materiale presente nel libro è ancora più evidente in un corso destinato a studenti immigrati. Infatti, un difetto che si può forse individuare, è la presenza di luoghi comuni che possono dare una visione dell’Italia un po’ riduttiva e che a volte possono essere difficili da comprendere per studenti di culture molto diverse da quella italiana o che, in altri casi, ne possono offendere la sensibilità.
Infine, altre caratteristiche positive del manuale sono la presenza di molti esercizi da svolgere in coppia, elemento che contribuisce a creare un interessante scambio tra persone di provenienza diversa e con competenze a volte diverse. L’elenco alfabetico degli elementi grammaticali trattati, inserito alla fine del libro, permette, comunque, di avere un punto di riferimento prettamente grammaticale utile nel caso in cui insorgano dubbi o perplessità.

Elisa Calabrò

(direfarescrivere, anno V, n. 37, gennaio 2009)
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