Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
La cultura, probabilmente
L’emigrazione dalla penisola ieri e oggi:
dati e spunti per conoscere, qui in Italia,
le sorti dei nostri connazionali all’estero
I modi e i tempi della diffusione della lingua e cultura italiane
esaminata nei suoi aspetti sociali ed economici. Edito da Idos
di Clementina Gatto
La migrazione italiana è un fenomeno complesso, sia per via della sua estensione spaziale e temporale – vastissima – sia perché, non essendo un fenomeno concluso, ha legato e lega le vicende storiche italiane a quelle dei luoghi di insediamento, lasciando tracce in essi e ricevendo da essi notevoli influenze.
Il Rapporto Italiani nel Mondo 2007 (edizioni Idos, pp. 464, € 18,00), non si limita a riportare storie di collettività lontane con lo scopo di interpretare meglio il passato di cui siamo eredi; al contrario, esso si propone come uno strumento per far conoscere e far ricordare il legame tra queste due Italie, unendo alle pagine di storia le situazioni attuali.
Il volume, che ha periodicità annuale, è giunto nel 2007 alla sua seconda edizione.
Il progetto che sta alle spalle di esso è sostenuto, come ente titolare, dalla Fondazione “Migrantes”, in collaborazione con il comitato promotore costituito da: Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli); Istituto nazionale assistenza sociale-Confederazione italiana sindacati dei lavoratori (Inas-Cisl); Movimento cristiano lavoratori (Mcl); e i Missionari “Scalabriniani”.
Nella Presentazione, Piergiorgio Saviola, direttore generale della Fondazione “Migrantes”, informa che uno degli obiettivi di questa pubblicazione è far superare in Italia l’atteggiamento di superficialità che porta tanti a pensare che l’emigrazione sia una realtà del passato, irrilevante nel contesto attuale. Nello stesso tempo, quest’ampia raccolta di dati e di informazioni può essere un incentivo, per gli stessi emigrati, a individuare i punti di contatto tra le realtà italiane fuori d’Italia e quelle all’interno dei confini, con la speranza di poterle in qualche modo saldare.

Struttura del testo e tematiche affrontate
Ai trentasette capitoli che compongono questo secondo Rapporto Italiani nel Mondo, hanno contribuito quarantasette autori, non solo della redazione centrale della Fondazione “Migrantes” e degli organismi del comitato promotore, ma appartenenti ad altre espressioni del mondo associativo e alle strutture pubbliche.
Il volume è diviso in cinque macroaree, ognuna volta ad approfondire aspetti particolari e ad affrontare questioni diverse.
Nella Parte prima. Flussi e presenze tra storia e attualità, articolata in dieci capitoli, viene disegnata una mappa dei diversi paesi di insediamento degli italiani nel mondo con, in dettaglio, i numeri e i paesi che sono stati teatro dei maggiori insediamenti, le regioni di provenienza degli italiani e le loro caratteristiche sociodemografiche. Viene inoltre posto l’accento sulle ragioni e sui fatti legati all’emigrazione italiana dal Dopoguerra al 1959, sui (tanti) casi di ritorno e, per finire, sulle migrazioni interne alla penisola dal Dopoguerra alla metà degli Anni ’60.
Nella Parte seconda. Aspetti socioculturali e religiosi, divisa in nove capitoli, vengono delineate alcune categorie – se così si può dire – degli italiani migranti, che aiutano a spiegare le diverse ragioni dell’emigrazione, al di là di quelle puramente economiche, e a capirne le diverse storie e le ricadute umane. Le prime in ordine di citazione sono le donne, non perché “categoria”, ma piuttosto perché lungamente dimenticate nelle precedenti pubblicazioni sul tema; a seguire i giovani che, insieme alle prime, sono stati a volte testimoni passivi del profondo sradicamento causato dall’emigrazione sulle loro vite, mentre altre volte ne sono stati (e ne sono ancora) protagonisti essi stessi, ad esempio in veste di studenti o giovani professionisti.
Trovano inoltre menzione in quest’area – e nella maggior parte dei casi accurata descrizione – gli organi di stampa e le testate degli italiani fuori dai nostri confini politici e geografici.
Un capitolo a parte è dedicato anche alla nostra lingua, alla sua diffusione all’estero e agli strumenti di promozione di cui si avvale il Ministero degli affari esteri, il principale tra gli organi istituzionali predisposto a tal fine. Tra le strade intraprese per una diffusione incisiva e ampia, citiamo le scuole italiane, gli Istituti italiani di cultura disseminati in 60 paesi diversi e i lettori di lingua italiana, insegnanti di ruolo nelle scuole secondarie inviati all’estero dallo stesso ministero per collaborare temporaneamente con i docenti di italiano nelle università straniere. Tra parentesi, si può affermare che l’italiano è attualmente una tra le lingue più studiate all’estero, perché non è più considerato una lingua da insegnare ai soli discendenti degli emigrati, ma una lingua portatrice di cultura e di stile.
La terza parte, relativa agli Aspetti socioeconomici e composta da nove capitoli, si presenta a nostro avviso molto interessante per i tanti italiani che ignorano tutto l’insieme delle attività dei connazionali fuori d’Italia, la loro condizione relativamente alla tutela dei diritti, la questione delle rimesse degli italiani (la cosiddetta “fantastica pioggia d’oro” degli anni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento) e, infine, i vari fenomeni di associazionismo.
La Parte quarta. Approfondimenti tematici descrive, in nove capitoli, alcuni tra i principali paesi di insediamento degli italiani nel mondo e le ricadute che la presenza italiana ha avuto in questi paesi, focalizzandosi in particolare sulla Gran Bretagna, l’Argentina, l’Australia e l’America Latina.
Un capitolo di questa macroarea, poi, è dedicato ai musei dell’emigrazione nel mondo, che ricordano la grande e sofferta epopea dei tanti costretti a cercare “fortuna” altrove. In alcuni di questi musei sparsi per il mondo sono anche registrati i comportamenti antitaliani riscontratisi in occasione della Seconda guerra mondiale, come casi di arresto o internamento e di violenze causate dal sentimento di ostilità nei paesi avversari dopo l’entrata in guerra della nazione.
Il capitolo conclusivo di questa macroarea tratta delle iniziative dei missionari italiani nel mondo, in cui religiosi e laici lavorano per diffondere e testimoniare la fede cristiana, a volte col rischio della loro vita.
Infine, la Parte quinta raccoglie allegati sociostatistici – a nostro avviso preziosi – che costituiscono un valido strumento per conoscere e interpretare il fenomeno migratorio in maniera oggettiva.
Da menzionare, all’interno del testo, quattro schede di approfondimento tematico, che corrispondono ai capitoli che concludono le prime tre macroaree (Romania: l’emigrazione italiana da fine Ottocento ad oggi; In giro per il mondo. Spunti sulla lingua e la cultura italiana; Lingua italiana e politica scolastica: riforma della legge 153/71; L’andamento dell’economia italiana).

I nostri connazionali in giro per il mondo: numeri e riflessioni
Ad aprile 2007 i cittadini italiani residenti all’estero sono risultati circa tre milioni e seicentomila, quasi mezzo milione in più rispetto a un anno prima. Il 18% è costituito dai minorenni e un altro 18% dagli ultrasessantacinquenni: nel complesso, una popolazione più giovane di quella rimasta in patria. La maggioranza (52%) è costituita da maschi non sposati, mentre le donne sono il 47% della popolazione emigrata.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica nei cinque continenti, semplificando, si può dire che l’emigrazione italiana è in prevalenza europea (57,3%) e americana (34,3%). Cospicui, in ogni caso, anche i gruppi insediati negli altri continenti, non solo l’Australia (circa centoventimila presenze), che è stata a lungo un importante sbocco dei nostri flussi, ma anche l’Asia (quasi ventisettemila), sbocco di nuovi flussi migratori a carattere imprenditoriale, e l’Africa (poco più di quarantottomila).
All’estero vivono anche i discendenti dei primi protagonisti dell’emigrazione italiana. È iscritto all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero), a seguito del riconoscimento iure sanguinis della cittadinanza italiana, uno ogni trentasette italiani residenti all’estero (circa centomila), un’incidenza tutt’altro che trascurabile e destinata a crescere. I “cittadini per acquisizione” sono concentrati in America (50,5%) e in Europa (43,1%), mentre è residuale la quota dell’Asia, dell’Australia (duemiladuecento soggetti circa in entrambi i casi) e dell’Africa (milleseicento).
Più della metà dei cittadini italiani attualmente residenti all’estero è di origine meridionale, ma anche le regioni del Nord (29,8%) e del Centro (14,5%) non possono considerarsi non coinvolte nel fenomeno, soprattutto a partire dalla fine dell’Ottocento fino al Secondo dopoguerra.
Tutti questi numeri (insieme a tanti altri riportati nel testo) testimoniano l’accuratezza con cui ciascuna delle informazioni contenute in questo volume è stata raccolta, indispensabile, secondo quanto riporta Domenico Locatelli (direttore dell’Ufficio per la pastorale degli emigrati italiani) nell’Introduzione, «per porre alla base delle riflessioni un supporto oggettivo ed evitare di far riferimento unicamente alle proprie percezioni soggettive». Perché è proprio questo il punto nodale della questione: il Rapporto, come abbiamo già detto in apertura, è volto a favorire il dialogo tra le diverse realtà italiane dentro e fuori dal nostro territorio nazionale e, «se viene a mancare il confronto con la realtà, non si favorisce il dialogo, né si è d’aiuto ad una migliore finalizzazione degli interventi sociali e delle decisioni pubbliche».
D’altro canto, come lo stesso Locatelli raccomanda, occorre utilizzare questa banca dati con una certa flessibilità perché, «anche se [essa] fosse perfetta, non si potrebbe dimenticare che la vita dei connazionali all’estero non può essere racchiusa nei soli numeri e che essa va colta nella ricchezza delle sue implicazioni esistenziali, che hanno attinenza con aspetti di natura economica, culturale, sociale, politica e religiosa»; in altre parole, con tutto ciò che contribuisce a disegnare l’identità di un individuo e, come sua naturale estensione, di una nazione.

Clementina Gatto

(direfarescrivere, anno IV, n. 36, dicembre 2008)
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