Anno XX, n. 219
aprile 2024
 
La cultura, probabilmente
Un delitto e un mistero da risolvere,
da New York a Torino: un caso
in cui si mescolano buoni e cattivi
Il ritorno di Romano Ferrari, questa volta con un giallo
dalla forte carica emotiva, per Sovera edizioni
di Gilda Pucci
Un giallo, con una trama ambientata a Torino: novembre 1990, una sala operatoria, un chirurgo, un’industria biomedica… Un morto? Una villa, i clandestini albanesi, una ex moglie, un vicino curioso, un bottino… Un furto? Che tipo di documenti saranno quelli raccolti in un sacco nero? New York cinque anni prima… E poi Natale 1990 e gennaio 1991... Una passione amorosa… Un commissario bello tosto… Non provateci, la soluzione è ancora lontana!
Un mistero raccontato in chiave del tutto originale secondo un format diaristico, carico di attese, suspence, colpi di scena, davvero ben articolato. Tutto questo è Camici Bianchi. Intrigo all’ombra della Mole di Romano Ferrari, libro della scuderia letteraria di Bottega editoriale di prossima uscita per Sovera edizioni.
La recensione di questo romanzo sarà volutamente insolita. Come si può sintetizzare un giallo? Significherebbe togliere qualcosa alla narrazione, levare la tensione emotiva. Perciò come in un luogo buio dove filtra da alcune grate la luce, sarà svelato solo ciò che è necessario per incentivare il lettore e fare in modo che possa gettarsi a capofitto nella storia, una storia che potrebbe essere tranquillamente vera: curata minuziosamente, costruita con indizi abilmente distribuiti, da sembrare un fatto di cronaca vera e reale senza l’elemento fiction.
Camici Bianchi, il cui titolo è già un fantastico biglietto da visita e una scelta perfetta perché sintetizza bene il contenuto del romanzo attraendo i curiosi, è veramente il caso dell’anno, suddiviso in tre parti, che verrà svelato da un brillante detective napoletano: l’intrigo coinvolge il “notoˮ professor De Angelis. Sarà un complotto scoperto e smontato o una colpevolezza reale alla fine dei giochi?
Chi sono Roberto De Angelis, Patricia, Renzo Brunetti, il professor Alessandria, Carla del Campo, Wladimir Plank? Che ruolo hanno? Quali di loro i buoni e quali i cattivi? Ognuno è un micromondo, ciascuno contribuisce a dare valore alla storia, a portarla avanti in modo squisito. Tutti hanno quel particolare che li rende “esistenti”: si pensi al napoletano del commissario, lingua viva che prende forma, balzando fuori dalle pagine.

Il delitto è compiuto: via alle indagini
Il racconto si apre già con un misfatto, il lettore ovviamente non conosce il colpevole e aspetta che la giustizia faccia il suo corso nel modo migliore, chi legge è all’oscuro di tutto, non ha assistito all’evento nel suo svolgimento, ma trova solo degli elementi che potrebbero essere prove di colpevolezza o che scagionano l’imputato; negli ultimi capitoli assistiamo alle varie ricostruzioni degli inquirenti e siamo sempre più vicini alla verità come se stessimo giocando con le matriosche.
Gli episodi si intersecano benissimo, le location sono ben ricreate, i personaggi sono studiati e messi in relazione eccezionalmente, ben collegati con astuzia, minuziosamente descritti in base alle loro azioni.
A vincere in questo romanzo è sicuramente l’originalità, non si è dinnanzi ad aspettative scontate e gli archetipi del giallo seguiti sono rielaborati con destrezza, in un modo completamente nuovo.
Il libro è una miscela di stupore, un rompicapo che si protrae fino agli ultimi capitoli dove la situazione si distende, la matassa si scioglie, seguendo gli interrogatori e i processi descritti, ma le pene assegnate dalla giustizia saranno soddisfacenti?
Il finale si può definire concreto e dà quel senso di realtà alla vicenda e di qualità al lettore. È la costruzione dell’autenticità e quindi della credibilità che fa di questo romanzo un mistero da voler a tutti i costi risolvere, svelare: l’impossibile diventa possibile.

Un giallo tutto italiano
Il lessico è semplice e la narrazione è scorrevole, il punto di vista del narratore si determina ancor di più quando cede la parola ai suoi personaggi.
Un romanzo che vive col suo stesso lettore, si alimenta dai ragionamenti, dalla curiosità, dalle ansie, dalle associazioni, dall’attenzione di chi abita il testo sfogliandolo e proiettandosi all’interno della vicenda per un po’.
Un giallo piacevolmente italiano, scritto con stile ed eleganza.

Gilda Pucci

(direfarescrivere, anno XIV, n. 149, giugno 2018)
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