La multiculturalità è un fenomeno che investe sempre più le maggiori nazioni europee, non ultima l’Italia. Si tratta di un processo di trasformazioni culturali, sociali, etniche e religiose che non possiamo arrestare né controllare del tutto.
Storicamente la figura dello “straniero” è percepita in due modi opposti: come una presenza minacciosa o come un elemento nuovo e affascinante.Tutti siamo inconsciamente attratti e, al tempo stesso, spaventati dal diverso. L’alterità implica un processo di comprensione, integrazione e accettazione.
Aprirsi all’“altro”
Molti temono che lo straniero porti malattie, violenza e criminalità o che sottragga posti di studio e di lavoro ai cittadini del paese che lo accoglie.
L’arrivo massiccio di profughi sulle nostre coste genera il timore di invasioni. Non solo: i fatti accaduti di recente in Europa hanno contribuito ad accrescere la paura di nuovi attentati terroristici. I pericoli sono spesso concreti, tuttavia sarebbe profondamente ingiusto condannare tanti esseri umani in maniera indiscriminata.
Le ragioni di una scelta e il bene che nasce dal dolore
I migranti sono spinti da condizioni estreme: carestie, povertà, persecuzioni. E sono disposti a tutto, pur di fuggire situazioni disumane. Qualsiasi luogo è migliore di quello da cui provengono.
Se consideriamo i nostri comportamenti riproduttivi, da diversi lustri insufficienti ad accrescere la popolazione, capiamo che gli immigrati costituiscono un’importante opportunità di incremento demografico e una preziosa risorsa umana.
La presenza di alunni nati da genitori stranieri ha raggiunto le 830 mila unità, come certifica il Ministero dell’Istruzione. Metà degli alunni stranieri sono bambini e ragazzi nati nel nostro paese, che parlano con inflessioni di tutte le regioni italiane.
Questi dati reclamano l’urgente necessità di risolvere la questione dello jus soli, il riconoscimento di cittadinanza italiana a quanti nascono nel nostro paese.
La sfida per il futuro sarà trasformare la nostra società multietnica in una comunità consapevole, espressione del mistero che racchiude in sé l’albero della vita: radice delle radici, segreto dei segreti.
Cristiana Gagliardi
(direfarescrivere, anno XII, n. 128, agosto 2016)
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