Che cosa sarebbe la nostra vita senza la misurazione esatta del tempo? Senza la possibilità di scandire ed organizzare per bene tutte le nostre attività, tutti i nostri impegni, le stesse giornate?
Sappiamo benissimo che quello attualmente utilizzato è il calendario gregoriano, che prende il nome dal papa che lo ha promulgato e fatto entrare in vigore (Gregorio XIII), ma chi lo ha organizzato per lui? Chi è l’astronomo che si è dedicato ai calcoli e all’analisi astronomica della volta celeste? Sorprenderà molti apprendere che l’ideatore del calendario, utilizzato ad oggi in tutto il mondo, è un italiano, per la precisione calabrese: Luigi Lilio.
Parliamo di uno studioso molto apprezzato recentemente dai Comitati scientifici internazionali ma pochissimo conosciuto qui da noi, nella sua terra d’origine. La ragione di ciò risiede sicuramente nella scarsità di documenti e fonti che sono pervenuti fino a noi. Il mistero e il fascino che avvolgono la lunga strada che ha condotto la Scienza alla misurazione del tempo come lo conosciamo attualmente sono racchiusi nel testo Luigi Lilio, medico, astronomo e matematico di Cirò di Egidio Mezzi e Francesco Vizza (Laruffa editore, pp. 270, € 21,25). Il testo esamina le origini di Lilio, il contesto storico-culturale e gli studi sul calendario con alcune appendici, le tavole astronomiche originali e la traduzione del suo Compendium.
Aloysius Lilius
Pochissimo si conosce sulla sua vita e sulle sue origini: certo è che nacque nel 1510 a Cirò, da genitori di umilissimi natali, nell’antica Ypsikron. Sappiamo inoltre che si dedicò dapprima agli studi umanistici, filosofici per l’esattezza, insieme a suo fratello Antonio e ad un loro amico fraterno, Gian Teseo Casoppero. All’epoca non esisteva una netta distinzione tra gli studiosi, dato che capitava spesso che anche i matematici si occupassero di Arte o di Letteratura. Lo scienziato era, difatti, un dotto inventore. Successivamente Lilio si trasferì a Napoli sempre con il fidato fratello Antonio per dedicarsi, insieme a lui, allo studio della Medicina e divenne quindi medico e studioso di Astronomia.
Oltre a questo è certo che egli si è dedicato alla misurazione e alla riforma del calendario allora utilizzato: nel 1582 i suoi servigi vennero richiesti proprio da papa Gregorio XIII in persona (come testimonia anche una tavola del Vaticano), ma purtroppo Luigi morì poco prima di consegnare il lavoro, consegna di cui si occupò quindi di persona suo fratello Antonio, la cui figura è scolpita (nella tavola poco sopra citata) nell’atto di regalare il Compendium al papa.
L’anno 1582 fu insolito e molto particolare, perché si verificò un fatto alquanto bizzarro nell’ambito della misurazione del tempo: si decise di saltare la datazione di 10 giorni, sopprimendoli definitivamente, passando dunque dal giorno 4 ottobre al giorno 15 dello stesso mese. Veniva adottato, cioè, il calendario gregoriano, basato su un calcolo di Luigi Lilio, come esposto qui semplicemente da Mezzi e Vizza, che pretendeva così di riparare alle inesattezze generate dal calendario giuliano. Visto che durante il Concilio di Nicea era stato stabilito che la domenica successiva al cosiddetto plenilunio di primavera sarebbe stata identificata con la festività cristiana della Pasqua, Lilio risolse il problema adottando le Tavole alfonsine e misurando l’anno solare così come lo conosciamo noi oggi, ossia suddiviso in 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi.
La genialità di questo studioso si riscontra soprattutto nella sua decisione di posizionare l’equinozio di primavera nel giorno del 21 marzo (questa la ragione per cui i dieci giorni citati prima vennero definitivamente soppressi) e di indicare con il termine di “bisestili” (cioè di 366 giorni) tutti gli anni centenari non multipli del numero 400.
Gli autori: Mezzi e Vizza
Il saggio in oggetto è opera di Francesco Vizza, esperto del Consiglio nazionale delle ricerche. L’autore, nel corso di un’intervista sul suo lavoro, ha spiegato come gli studi di Luigi Lilio, ai quali ha dedicato la propria vita accademica, rappresentino un punto di svolta cruciale per tutta l’Astronomia, riferita alla misurazione del tempo, in un momento storico, il Cinquecento, in cui il pensiero scientifico, culturale e teosofico stava evolvendosi, abbandonando il vecchio e ormai passato Medioevo per arrivare finalmente al secolo della Rivoluzione scientifica e dell’avvento della nuova conoscenza per l’uomo moderno.
Alla stesura del testo ha collaborato Egidio Mezzi, storico originario proprio di Cirò come Vizza e lo stesso Lilio. Mezzi fa parte della Deputazione di Storia patria per la Calabria, oltre a collaborare con la casa editrice Rubbettino per la rivista Calabria Letteraria. Nel testo curato per Laruffa i due studiosi affrontano con buone argomentazioni e rigore scientifico il lavoro del matematico calabrese, presentandolo in maniera semplice e facilmente comprensibile, rivelando particolari poco noti della vita e dell’opera dello studioso, accorpando alla loro trattazione foto di materiali originali dell’epoca, rendendoli così fruibili ad un pubblico vasto di esperti di Scienza e non.
Importanza scientifica
«Sono trascorsi cinquecento anni dalla nascita di Luigi Lilio, straordinaria figura di matematico e astronomo che con mirabile intuizione imprigionò il tempo sul quadrante della storia, ma sulla sua figura permangono ancora molti misteri, poche tracce tutte da scoprire. Questo libro, pertanto, non poteva e non voleva essere esauriente ma solo contribuire ad offrire nuovi elementi di giudizio e di approfondimento basati su precise fonti documentarie. Il suo genio è oggi universalmente riconosciuto, sono pochi gli italiani, meno gli stranieri che conoscono il suo nome, non c’è riscontro di volontà, di riscoperta e di comprensione della sua grandezza di matematico».
Il merito di Lilio è tutto racchiuso nell’aver saputo raccordare e, dunque, coordinare il moto del Sole con quello della Luna, cioè collegare l’anno solare a quello lunare, ma soprattutto di avere destinato un unico giorno fisso, e sempre lo stesso nei secoli, per l’equinozio di primavera determinandone per sempre la data al 21 marzo.
La sua grandezza è stata recentemente riconosciuta da famosi scienziati come lo stesso Antonino Zichichi, che di fatto ha chiesto al Senato italiano di istituire proprio il 21 marzo la festività della Giornata mondiale del calendario, a testimoniare, e così celebrare, l’importanza e il vanto di Luigi Lilio.
Non è un caso, ma solo frutto di accorti avvedimenti matematici e astronomici precisissimi, se questo metodo di calcolo del calendario (gregoriano) è quello che adottiamo ancora: ciò fa di Luigi Lilio un precursore dei tempi e un genio che rende onore alla sua terra, la Calabria, nel mondo.
Ci uniamo quindi ai due autori, Mezzi e Vizza, nell’augurio finale per una nuova attestazione del merito dello studioso calabrese contenuto alla fine del testo: «alla Chiesa e alla Comunità scientifica, il compito di onorarlo per come merita affinché il suo nome sfugga all’oblio e sopravviva nel grande libro della Scienza».
Segnaliamo che negli ultimi anni a Palazzo Zito, a Cirò, è stato inaugurato un museo intitolato alla figura di Lilio, a testimonianza dell’affetto e della stima dei suoi conterranei. La costruzione del Settecento espone tutti i documenti e le tavole che rappresentano il lavoro e gli studi del grande astronomo. Il museo è stato realizzato grazie alla collaborazione tra il Mibac e l’Amministrazione comunale di Cirò.
Pamela Quintieri
(direfarescrivere, anno X, n. 104, agosto 2014)
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