Pubblichiamo di seguito alcune testimonianze di nostri corsisti e stagisti, che abbiamo intervistato per avere una valutazione sul percorso compiuto con noi:

 

 

Post n.1

Riporto di seguito il mio parere su Bottega e sullo stage da me svolto a Rende.

La prima cosa che mi sento di dire – e che ribadisco sempre a tutti coloro a cui racconto questa esperienza –  è che ho apprezzato molto che Fulvio [il direttore Mazza, Ndr] abbia mantenuto la parola data: durante il colloquio telefonico, infatti, mi fu proposto uno stage in loco (e non on line come, invece, gli avevo proposto io) e mi fu profilata un’eventuale collaborazione con la società qualora avessi saputo dimostrare le mie capacità, la mia competenza e, soprattutto il mio impegno, durante il tirocinio. E così è stato. Questo è stato il punto di partenza del mio stage: una seria e veritiera premessa da cui partire. Ed è un aspetto da non sottovalutare perché (e posso dirlo per esperienza perché quello svolto a Bottega non era il mio primo stage nel settore editoriale) accade spesso che per avere manodopera a costo zero ti vengano fatte promesse che, già in partenza, si è consapevoli di non voler mantenere. Ecco, io posso dire che questa non è la politica seguita da Bottega: Fulvio dà concretamente una possibilità allo stagista il quale, se la saprà mettere a frutto, concretizzerà quella iniziale promessa di collaborazione lavorativa. Questo è stato ad esempio quello che è accaduto a me o anche a Cecilia [la coordinatrice Rutigliano, Ndr].

Altro grande merito di Bottega è quello di responsabilizzare gli stagisti: non si fanno fotocopie, ma libri! Non si usa il telefono per ordinare caffè, ma per parlare con autori e case editrici. Ricordo bene quando feci la mia prima telefonata ad un autore: ero emozionatissima e contentissima perché dialogare con gli autori e con gli editori è appannaggio dei redattori, dei direttori editoriali, dunque di gente specializzata. Allo stagista, solitamente, non si affidano questi incarichi. Ma a Bottega, invece, sì! E questo gratifica molto perché fa capire che si sta investendo su di te, che non ti si sta facendo fare solo il “lavoro sporco” (cioè quello tecnico come editing, controlli automatici…) ma anche quello “nobile” (e, per esperienza pregressa, posso dire che solitamente agli stagisti questo tipo di incarichi non viene affidato).

Poiché si è trattati come dipendenti si ha la possibilità di partecipare attivamente alle riunioni redazionali (altro grande vantaggio da cui, in genere, lo stagista viene esentato), dunque non come spettatore passivo ma come interlocutore attivo: questo dà la possibilità di confrontarsi con un team di esperti del settore, veterani del mestiere e, pertanto, di comprendere meglio le dinamiche aziendali, le strategie di mercato, le scelte editoriali...

Ancora: Bottega dà la possibilità di partecipare a presentazioni dei libri, fiere, e premi letterari: anche queste esperienze non capitano tutti i giorni e, perciò, vanno vissute appieno perché molto formative.

Sono molto contenta e soddisfatta del mio stage svolto a Bottega perché mi ha dato la possibilità di diventare un’esperta del settore, di conoscere dal di dentro un mondo (quello dei libri), per me, affascinante e stimolante, e soprattutto di formare la mia figura professionale.

Se dovessi dare un consiglio ad uno stagista, direi di impegnarsi ogni giorno, di cercare di fare tesoro degli insegnamenti, di essere disposto a piccoli inevitabili sacrifici, di essere puntuale (negli orari e nelle consegne) e, se possibile, di aggiungere lui qualcosa di nuovo alla società: perché quello che si respira a Bottega è l’americana chance. Qui viene data la possibilità allo stagista di formarsi ma, soprattutto, di trasformarsi in un professionista. È chiaro, però, che sarà cura del tirocinante far vedere il suo talento, cercare di essere una spugna e mettere a frutto l’esperienza vissuta.

Spero che il mio parere possa tornarvi utile. Vi assicuro che è un’opinione sincera e sentita, anche perché (chi mi ha conosciuto lo sa) sono una persona diretta e schietta.

Giulia De Concilio

 

 

 

Post n.2

Rispondo sicuramente con piacere ed interesse.

Dei punti forti dello stage pratico-specialistico sottolineo:

- il lavoro quasi immediato sui testi dagenzia, visto che la teoria è sì importante, ma in questo campo si fonda soprattutto sulla preparazione appunto teorica che un aspirante redattore ha accumulato a scuola, nel corso dell'università;

- varietà di genere dei testi stessi;

- la possibilità di confrontarsi periodicamente con i superiori, Cecilia e Fulvio, e la loro disponibilità nel rispondere a qualsiasi tuo dubbio o approfondimento e nel metterti di fronte ai tuoi punti deboli, mancanze e a criticarti se necessario.

La cosa più importante che ho imparato e che è stata apprezzata quando applicata in altri miei lavori editoriali è stato il metodo di editing: lettera, segnalazione dei suggerimenti, modo di rivolgersi all'autore. Tra le altre cose fatte (schede valutazione, questionari, schede critiche per case editrici) ho apprezzato soprattutto la parte contrattualistica degli accordi.

Per quanto riguarda la conoscenza del mondo editoriale Be ti offre sì la possibilità di partecipare a fiere, manifestazioni culturali, di incontrare direttori editoriali e di proporre e collaborare a strategie di marketing rivolte all'esterno, ma inevitabilmente il passaggio da questi incontri ed esperienze allofferta di proposte di lavoro da parte delle case editrici contempla fattori ulteriori quali la capacità del singolo, la fortuna, etc.

Daltro canto Be non esita ad affidare, e faccio riferimento proprio al mio caso, a corsisti meritevoli lavori di editoria con compenso variabile per collaborazioni continuative nel tempo, in proporzione alle capacità e alle attitudini del singolo redattore, chiamato sempre a confermare la sua serietà, il suo impegno e ad arricchire le proprie conoscenze; in questo senso lagenzia letteraria mira a premiare tali doti e la bravura dei collaboratori, da cui dipende in buona parte lesito ottimale dei servizi rivolti alla clientela. 

Gianmarco Tonetti

 

 


Post n.3

Lo stage ha rappresentato per me un’esperienza positiva sia dal punto di vista professionale, che umano. Ma volendo soffermarmi sul primo aspetto, che credo sia quello che a voi interessa di più, dico che è stato un momento importante, in quanto molto “utile”, perché mi ha permesso di capire di cosa si occupa nel concreto il redattore editoriale e di acquisire conoscenze e tecniche fondamentali per chi, appunto, aspira a svolgere tale professione.

Dunque, grado di soddisfazione: 9!   

Maria Chiara Guglielmelli

 

 


Post n.4

Passando alla mia personale valutazione dell'esperienza lavorativa svolta come stagista presso la vostra agenzia letteraria, posso considerarla positiva: mi ha richiesto sicuramente molto impegno ma mi ha dato anche la possibilità di sviluppare e mettere in pratica alcune competenze professionali (non solo tecniche ma anche, per così dire, “umane”, quali la precisione, la puntualità, l'organizzazione, il lavoro di gruppo, ecc.) che avevo precedentemente acquisito in maniera quasi esclusivamente teorica, e che sono fondamentali in questo lavoro.

Nel mio caso specifico, si è rivelata particolarmente utile la partecipazione al Salone del libro di Torino, che ha rappresentato non solo l'occasione per conoscere “dal di dentro” l'evento, ma anche per prendere contatti con altre persone che lavorano nel settore, tra cui lo stesso editore per il quale attualmente lavoro.

Eliana Grande

 

 

 

Post n.5

Grazie al corso ho potuto conoscere più da vicino il mondo dell’editoria (come è organizzata una casa editrice, le professioni dell’editoria, le agenzie letterarie, gli incontri con gli editori, come nasce un libro, le fiere ecc.), ma soprattutto grazie allo stage ho acquisito le competenze pratiche necessarie per svolgere il lavoro di redattore editoriale e non solo. A tal proposito, desidero ringraziare tutti per le conoscenze che mi hanno saputo trasmettere.

È ovvio: il processo di formazione è e deve essere continuo. È indispensabile continuare ad apprendere e mettersi in “gioco” in ogni nuovo piccolo o grande progetto che ti vede coinvolto. Determinazione e costanza premiano sempre e le aspirazioni possono diventare realtà!

Lidia Palmieri

 

 

 

Post n.6

Lo stage presso Bottega editoriale è stato per me un’esperienza molto intensa e di certo utilissima. Ho imparato a gestire e comprendere molti aspetti del mondo editoriale, e ho capito come sfruttare e far risaltare capacità che non sapevo neanche di avere. Ho imparato, si può dire, a leggere e a scrivere. Nel senso che ho appreso nuovi parametri per valutare ciò che leggo e ho scoperto, incoraggiata da un ambiente senz’altro stimolante, di saper scrivere. Ho imparato inoltre a comunicare a livello professionale e ad organizzare con metodo il mio lavoro.

È difficile descrivere tutto ciò che ho fatto e imparato, perché mi sono ritrovata a fare mille cose diverse. I miei compiti erano molto concreti e il mio impegno versatile, sono riuscita così nel mio intento iniziale di comprendere i meccanismi e sperimentare tutti gli aspetti dell’attività editoriale. Oltre al lavoro d’ufficio, ho apprezzato anche quello “sul campo”, in occasione di fiere ed eventi a cui ho potuto partecipare come parte integrante dello staff. Il mio unico rimpianto è di non aver fatto molta esperienza sul lavoro di editing e correzione di bozze. La colpa, è vero, è soprattutto mia che non ho mai voluto seguire per intero il corso! Ho avuto comunque modo di approfondire anche questo campo, pur senza potermi esercitare di persona.

Le persone che avevo intorno durante lo stage mi hanno coadiuvato con pazienza e disponibilità, spronandomi a superare ogni giorno un po’ di più i miei limiti. L’atmosfera in ufficio, inoltre, è sempre stata distesa e conviviale, cosa che mi ha aiutato a superare alcuni momenti di pressione e stress in occasione di scadenze imminenti o di eccessivo lavoro.

È stato, insomma, un periodo bello e stimolante, che ricordo sempre con piacere. La mia valutazione è perciò positiva, visto anche che all’esperienza di stage hanno fatto seguito effettive occasioni di collaborazione che ancora oggi proseguono

Agata Garofalo

 

 

 

Post n.7

Posso solo segnalare note di merito per quanto riguarda lo stage in Bottega editoriale: per tutto quello che mi hai dato la possibilità di imparare, per il confronto costante con gli altri editor del gruppo, per la professionalità riservata ad ogni singola operazione o lavoro.

Credo di avere appreso in maniera abbastanza approfondita molti dei trucchi del mestiere, tutte le nozioni di base, la dedizione e l’attenzione estrema che bisogna riservare ad ogni singola battuta per rendere il nostro operato pregevole.

Quello che mi ha permesso di crescere come persona e come redattore è stata la possibilità di avere da subito delle responsabilità di lavoro serie, misurarmi con chi fa questo lavoro da moltissimi anni, creare dei rapporti professionali estremamente forti ed edificanti.

All’inizio non credevo che questo lavoro fosse così arduo, credevo vi ruotassero intorno minori responsabilità, eppure tutto nella vita è occasione per maturare, se questo è quello che vogliamo davvero, e allora ho scoperto dentro di me delle nuove caratteristiche: l’ordine e il rigore che credevo di non possedere.

Questo lavoro è sempre stato il cardine a cui ancorare la mia forza intellettiva e professionale, l’occasione che aspettavo da sempre per apprendere e mettermi alla prova, per misurarmi e superare i miei limiti.

Che cosa dire? Che ho imparato più di quello che potevo augurarmi: una lezione di vita!

Pamela Quintieri

 

 

 

Post n.8

Nel corso di Redattore sono stati affrontati gli argomenti e le tematiche più importanti per l’inizio della formazione di un redattore (soprattutto molto spazio è stato dato alle fasi di editing e correzione delle bozze). Le lezioni non sono state mai discontinue ma hanno sempre rispettato il criterio cronologico e tematico: cioè il percorso si è costituito dalle nozioni base sino ad incorporare quelle più settoriali come ad esempio le valutazioni sulle diverse tipologie di contratti. Utilissimi sono stati a mio avviso sia il materiale cartaceo distribuito sin dall’inizio, sia il chiaro discorrere, le argomentazioni (dilemmatiche), le spiegazioni di Fulvio Mazza, che mostravano subito il nocciolo della questione facendo delle ricognizioni a seconda delle varie sfaccettature che assumeva di volta in volta l’argomento trattato. Di pari utilità sono state le esercitazioni-compiti a casa e le correzioni che si facevano in aula insieme. La chiarezza dell’esposizione, la metodologia d’insegnamento e le esercitazioni sicuramente hanno favorito l’appropriazione delle nozioni e delle tecniche proprie del redattore. Di grande interesse anche le visite guidate alle varie case editrici che hanno favorito uno sguardo con lente d’ingrandimento su alcune realtà editoriali emergenti e non. Ho notato però che alcuni argomenti sono stati trattati e ci si è soffermati (giustamente) a lungo; mentre altri non hanno goduto di simile attenzione. Mi riferisco soprattutto al settore commerciale. Anche: forse ci si è dilungati troppo su questioni squisitamente grammaticali che avrebbero richiesto, secondo me, attenzione meno peculiare. Ad esempio: il tipo se stesso o sé stesso.

Lo stage, poiché pratica non teoria, è stata la vera scuola! Anche in questo contesto le indicazioni lapidarie, concise e puntuali di Fulvio Mazza sono state di grande aiuto per capire come orientarsi nei compiti assegnati di volta in volta. Preziosissimo è stato anche l’ausilio e la guida di Cecilia. Lo stage mi ha consentito di mettere in pratica (appunto) tutte le nozioni acquisite durante il corso e di conoscerne altre. Mi riferisco all’Indice dei nomi, all’organizzazione/partecipazione alle Fiere, alla preparazione di una Newsletter, al dialogo con gli editori e con gli autori, all’approntamento delle Schede di valutazione, al visionare gli impaginati in Pdf e soprattutto alle dinamiche più strettamente commerciali che sul campo si acquisiscono, com’è ovvio, maggiormente che in aula.

Francesco Rolli

 

 

 

Post n.9

Per chi come me sogna di lavorare nel mondo dell’editoria, il corso/stage della durata di sei mesi svolto presso Bottega editoriale, è stata un’esperienza senz’altro positiva. Veder nascere un libro, curarlo nei minimi particolari sono emozioni indescrivibili!

Fondamentale per la mia crescita professionale è stato il lavoro di squadra: domina un sentimento di vera coesione e di passione per il lavoro che si svolge.

Non si può fare a meno di notare, all’interno della grande famiglia dei “bottegai”, la presenza di una maggiore componente femminile: di contro a tutte le statistiche nazionali, che vogliono ancora la donna subordinata in una condizione di inferiorità rispetto all’uomo per quanto riguarda occupazione e retribuzione, Bottega editoriale dimostra, con notevole successo, come si possa trarre maggiore profitto dal lavoro femminile, grazie alla cura e alla dedizione che le donne impiegano nelle attività quotidiane.

Come in tutti gli ambiti lavorativi, purtroppo, può capitare di perdere la calma in situazioni non subito risolvibili: anche in questo caso le donne dimostrano di saper gestire i casi più difficili poiché, si sa, tensioni e incomprensioni sono sempre dietro l’angolo…

In questo senso Bottega editoriale potrebbe fungere da modello di riferimento per qualsiasi tipo di realtà lavorativa in cui le donne fanno, ahimè ancora oggi, fatica ad affermarsi!

Emanuela Pugliese

 

 

 

Post n.10

Ho iniziato questa avventura con Bottega editoriale con l’entusiasmo di un bambino, sì esattamente così, il paragone rende bene l’immagine! Come, con sforzi ed inesperienza, passo dopo passo, il pargoletto si cimenta con se stesso, affrontando mille prove prima di tenersi finalmente in equilibrio, allo stesso modo ho intrapreso questo percorso, un’avventura che mi ha completamente avvolta in un mondo nuovo, da scoprire piano piano, un mondo fatto di luci ed ombre, di successi e cadute, ma soprattutto (guardando con orgoglio all’operato) di piacevoli soddisfazioni.

Durante i mesi di stage ho avuto modo di sperimentare e di entrare in contatto con diverse realtà che spaziavano dall’attività puramente editoriale al giornalismo, dall’attività di marketing alla formazione, dalla Scuola di Redattore alle Fiere del libro.

Tutti tasselli che affiancati l’uno all’altro hanno costruito e scandito le mie giornate di questi ultimi anni fatti di lavoro sinergico, impegnativo, di crescita personale e professionale ma anche di soddisfacenti relazioni interpersonali… insomma Bottega editoriale si è rivelata per me come una seconda casa!

Al di là delle tante poliedriche esperienze affrontate, il mio pensiero più profondo va all’attività che maggiormente mi ha segnato durante quei mesi e che voglio qui sottolineare. Si tratta del lavoro svolto su un testo che mi ha “tenuto a battesimo” scandendo le calde giornate estive passate a leggere e rileggere le bozze di un libro che, qualche mese dopo, avrei avuto il piacere di vedere pubblicato. Un onere e un onore che mi ha permesso di seguire da vicino la realizzazione di un importante volume allargando ancor di più i miei interessi editoriali. A parlarne risento ancora l’emozione provata nello sfogliare le pagine, nel guardare i paesaggi, nel leggere e riflettere, perdendomi tra la bellezza dei caratteri stampati!

Un solo esempio a consuntivo della soddisfazione che può nascere da un prodotto finemente finito!

Ho imparato tanto (e tanto ancora ho da imparare) per questo lo stage si è trasformato in collaborazione continua.

Ilenia Marrapodi

 

 

 

Post n.11

L’avventura con l’Agenzia letteraria Bottega editoriale – come il team della stessa ricorderà certamente – è iniziata nell’ottobre 2010 per concludersi l’ultimo giorno di marzo del 2012.

La prima parte, quella teorica, che ho svolto frequentando la Scuola di Redattore di casa editrice, è stata piuttosto stimolante, ho avuto modo di conoscere più da vicino ogni tipo di lavoro e impegno che si celasse dietro ciascuna casa editrice, nonché la possibilità fisica di poterne visitare alcune personalmente. I confronti con i miei colleghi di corso (i quali ricordo con estremo affetto e stima), sono stati (quasi sempre) produttivi ed istruttivi, come anche le visite guidate fatte insieme.

La seconda parte, quella soggettivamente che mi ha arricchito di più, è stata quella pratica: lo stage formativo.

Ho potuto in questa fase applicare, per quanto il tempo a disposizione me lo consentisse, parte delle nozioni acquisite durante il corso; ho preso dimestichezza con alcuni programmi informatici, nonché impostazioni – in senso più professionale – di invio mail, “poi non scordiamoci l’apprendimento della riuscita di una buona scansione”, che forse non è stata mai perfetta.

Comunque scherzi a parte, è stata una bella esperienza, anche scrivere articoli per testate giornalistiche del territorio molto apprezzate, rivedere colleghi del corso, è stato un piacere, confrontarsi con loro, ma anche con nuove conoscenze ugualmente in gamba!

Non so a livello lavorativo che mi aspetta, ma questa de la Bottega rimarrà comunque una bella esperienza.

Patrizia Piperis

 

 

 

Post n.12

Ho collaborato in qualità di stagista con Bottega editoriale per circa sei mesi, quando ancora studentessa, mi accingevo a concludere il mio percorso di studi. Il mio impegno è proseguito poi oltre lo stage per circa un anno e mezzo, forse di fatto non è giunto al termine, perché la fiducia e la stima reciproca hanno condotto me e i “bottegai” a ricercarci continuamente laddove esigenze professionali lo richiedano. E non che sia mancato il rapporto umano, anzi! Sia in positivo, che in “negativo” ma sempre come sprono e input a lavorare meglio e proseguire in questo impervio percorso che è il mondo della comunicazione e dell’editoria.

Lo stage a Bottega editoriale non ha significato semplicemente fare fotocopie o sbrigare commissioni in Posta (certo, anche quello, visto che fa parte del lavoro). Dal suo ingresso in ufficio lo stagista viene responsabilizzato con l’assegnazione di incarichi “seri” come il contatto diretto con partner e clienti e la gestione di veri e propri “rami” del lavoro di agenzia. A Bottega editoriale ti “buttano in pasto” al lavoro, non c’è che dire. E per quanto riguarda la mia esperienza, ho avuto modo di svolgere diverse mansioni (dal lavoro di agenzia, alla stesura di recensioni, articoli e comunicati, editing e correzione i bozze, ufficio stampa/organizzazione Premio Tropea, Fiera del libro di Roma) per poi giungere a occuparmi del “dietro le quinte” di una delle riviste on line. Perché, a Bottega editoriale mi sono fatta le ossa, ma ho avuto la fortuna di valorizzare quelle che forse sono le mie attitudini maggiormente spiccate. Tra alti e bassi che si hanno in qualsiasi esperienza, tirando le somme: esperienza positiva e consigliata. Se si ha voglia di lavorare e mettersi in gioco però!

Giovanna Russo

 

 

 

Post n.13

Laurearsi vuol dire raggiungere un traguardo ma allo stesso tempo significa iniziare a navigare nel mare aperto del mondo lavorativo. L’esperienza universitaria a me ha insegnato a camminare ma non dove andare dopo… né da dove cominciare! Il mio desiderio era quello di entrare nel mondo editoriale come correttore di bozze, un desiderio molto vago a dir la verità perché non avevo ancora chiaro come fosse organizzata questa realtà, tuttavia mi sono subito accorta che propormi alle case editrici senza alcuna qualifica specifica era come fare un buco nell’acqua. Così, nel mio passaggio dalla fase universitaria a quella lavorativa, come accade a molti, ho deciso di continuare ad investire sulla mia formazione.

Con Bottega editoriale ho seguito un progetto formativo teorico-pratico incentrato sulla figura del Redattore di casa editrice. Sicuramente proficui sono stati i sei mesi di stage in cui ho abbandonato la mia fumosa (e forse retrograda) idea sul correttore di bozze e ho scoperto e imparato concretamente il lavoro che c’è dietro alla cura di un testo: un lavoro che esula da ogni romanticheria immaginabile…

Grazie a questo stage ho imparato i ruoli e i compiti ben precisi di una redazione editoriale e, da subito, quali sono le responsabilità e le priorità per portare a termine un lavoro professionale e ben fatto. A coordinare e supportare il lavoro degli stagisti, Cecilia, paziente e fondamentale.

Ho avuto l’opportunità di lavorare concretamente e di seguire alcuni testi dalla fase di prevalutazione fino alla pubblicazione. (Non descrivibile l’emozione nel vedere stampato un libro che hai curato e su cui hai lavorato per mesi).

Ho avuto inoltre l’occasione di prendere parte a due delle più importanti Fiere del libro, quella di Roma e quella di Torino, scoprendo e toccando con mano anche un altro aspetto e un’altra fase della realtà editoriale, quella legata al marketing, all’organizzazione di eventi e all’aspetto economico-commerciale. Accumulare in questo campo esperienze diverse serve decisamente.

Questo stage mi ha permesso di guardare al mondo del libro con occhi nuovi, mi ha dato delle utili competenze professionali e mi ha fatto amare ancora di più il lavoro legato alla cura del testo: un lavoro che è insieme indipendente e di squadra.

Continuo attualmente a collaborare nella squadra di Bottega

Manuela Mancuso

 

 

 

Post n.14      

Mi sono avvicinata a Bottega editoriale nel 2014 quando, dopo aver terminato i tre anni in Lettere Moderne, ho sentito l’esigenza di affiancare il continuo dei miei studi con qualcosa di molto più pratico e che mi insegnasse il mestiere dell’editor a cui aspiravo.
Non sono rimasta delusa dalle mie aspettative: ho potuto seguire il corso a Roma e avevo l’opportunità, quando impossibilitata, di collegarmi via Skype, elemento che per una studentessa fuorisede, sempre in viaggio, non è da sottovalutare! Sia le dispense che le spiegazioni sono sempre state molto chiare e i trucchi del mestiere venivano applicati subito a lezione, osservando e modificando testi “veri”; il passaggio dalla teoria alla pratica era quindi immediato.
Ho iniziato leggermente in ritardo lo stage rispetto alla fine del corso, ma ciò non è stato un problema, anzi; sia Fulvio che gli altri collaboratori si sono dimostrati disponibili e attenti, creando così un ambiente tranquillo in cui poter lavorare. Tutto ciò che avevo imparato al corso è risultato utile al 100%: ci si interfaccia sempre con persone in carne ed ossa oltre che con i loro dattiloscritti; lo stagista è responsabilizzato fin da subito in tutte le sue azioni e le critiche sono sempre costruttive e volte, appunto, a formare. 
Da non sottovalutare è l’opportunità di partecipare alle numerose fiere, tra cui quelle a Torino e a Roma che permettono di avere un contatto più diretto con autori ed editori: un’esperienza preziosa che cerco sempre di non perdermi.
Sto continuando il mio stage con Bottega, con più sicurezza (ovviamente) ma con lo stesso spirito dell’inizio.
Maria Chiara Paone

 

 

Post n.15

Per riportare tutto ciò che ho imparato sono riduttive queste poche righe.
Bottega editoriale è una realtà piccola ma con una professionalità talmente alta da suscitare invidia alle grandi realtà.
Iscrivermi nel 2015 alla Scuola di Redattore è stata una scelta che rifarei milioni di volte perché mi ha lasciato un bagaglio formativo ricco e mi ha aperto al mondo meticoloso dell’editoria: una realtà che posso dire di conoscere ancora in parte (c’è sempre tanto da imparare) solo grazie ai loro insegnamenti.
Il percorso di stage mi ha confermato la professionalità indubbia del direttore Fulvio Mazza e della caporedattrice Ilenia Marrapodi: non posso che dirvi grazie.
Durante i mesi di stage e la successiva collaborazione, ancora in essere, ho imparato tantissimo cimentandomi in diverse mansioni: dall’attività editoriale al marketing, dagli articoli delle riviste online alla composizione dei proxy utili alla newsletter… e altre (tante) attività poliedriche di ufficio che non posso certamente elencare.
Un percorso che consiglio a tutti coloro che vogliono crescere professionalmente e umanamente, un’esperienza assolutamente positiva: si è più competenti, più forti e molto più sicuri di se stessi.
Teresa Elia




Post n. 16
Ho intrapreso questa bellissima avventura per caso e di sicura c’era solo la mia immensa curiosità per tutto ciò che riguarda l’editoria. Durante le lezioni della Scuola di Redattore di casa editrice ho avuto modo di conoscere tutto ciò che sta dietro un libro, e di comprendere che non è fatto solo di carta e di lettere stampate con l’inchiostro, ma di tanto lavoro di equipe, di precise tecniche di editing, di revisioni, di contatti tra autori ed editori e tanto altro. Ho scoperto tutto il “dietro le quinte”, che è naturalmente fatto di tanto lavoro, tanto impegno, ma altrettante grandi soddisfazioni.
Grazie a un ottimo gruppo di professionisti, con a capo Fulvio, mi sono sentita accolta in questo nuovo mondo che ormai considero parte di me.
La nostra collaborazione ha poi portato altri frutti con l’avvio del percorso di stage: ebbene, vedere concretizzarsi un lavoro editoriale nelle proprie mani dopo tanta teoria non ha prezzo! Il direttore, infatti, mi ha proposto di revisionare un testo e di applicarvi tutte le regole di editing che ho appreso durante le lezioni. Credo sia stata una sua scommessa e, a lavoro terminato e a libro pubblicato, credo proprio che l’abbia vinta!
Si è trattato di un’esperienza che mi ha formata e che mi ha portata a scoprire una professione che riesce a integrare perfettamente la pura passione per i libri e l’impegno lavorativo.
Inoltre, l’aria che si respira all’interno dell’agenzia editoriale è amichevole, familiare e allo stesso tempo molto professionale: un mix di complicità e rispetto che creano ottimi risultati lavorativi; la giusta ricetta per il successo!
Sabrina Spina

 

Post n. 17
Da sempre attratta dal mondo dell’editoria, durante gli anni dell’università decisi di conoscere Bottega editoriale di cui vedevo sempre i manifesti affissi tra i cubi universitari.
Era la mia prima esperienza nel settore, la curiosità era notevole e una forte passione guidava i miei passi.
Bottega editoriale mi ha insegnato molte cose sul mondo e le attività editoriali; ma anche nel saper intraprendere e alimentare rapporti lavorativi.
Il gruppo creato dal direttore Fulvio Mazza è uno staff affiatato che si impegna al mille per mille; c’è passione e voglia di perfezionarsi.
Sono contenta della mia esperienza; ovviamente, ciò non deve far credere che non ci siano state cadute, nel senso che proprio in virtù dei miei errori e, attraverso la guida dei miei tutor, ho potuto apprendere e perfezionare il mio sapere.
Ringrazio il direttore Fulvio Mazza, Ilenia Marrapodi e tutte le straordinarie persone con cui sono entrata in contatto e che mi hanno trasfuso il loro sapere.
Sebbene l’editoria sia un mondo particolare e difficile, consiglio agli aspiranti editori, che come me inseguono la passione frutto della parola su carta, di conoscere questo mondo e di forgiarsi presso la scuola Bottega editoriale.
Una scuola, un’officina, una Bottega della cultura!
Selene Miriam Corapi

 

Post n. 18
Lo stage presso Bottega editoriale ha costituito per me un momento di grande crescita professionale, nonché umana.
L’ambiente lavorativo, estremamente dinamico e stimolante, ha fatto sì che mi calassi nel “Mondo Libro” in tutte le sue variegate sfaccettature, confrontandomi quotidianamente con i numerosi personaggi che lo popolano: dagli autori agli editori, dai grafici agli articolisti, dalle colleghe-amiche di ufficio alle altre stagiste.
Ultimo, ma non ultimo, il costante confronto con il nostro dominus, Fulvio Mazza, mi ha consentito di superare gli ostacoli professionali – e, perché no, anche caratteriali – che inevitabilmente si incontrano in un percorso di formazione.
L’epilogo di questa coraggiosa avventura è quindi stato (spero) un piccolo lieto fine!
Antonella Napoli